Artisti Vari Son of Rogues Gallery: Pirate Ballads, Sea Songs & Chanteys
2013 - Anti
Un mondo in cui realtà storica e leggenda spesso si confondono e si sovrappongono tra loro e che, in ogni caso, ha generato una forte tradizione narrativa, che ha trovato espressione attraverso la letteratuta prima ed il cinema poi.
Tradizione che è arrivata sino ai giorni nostri: si pensi, sul lato letterario, a La vera vita del pirata Long John Silver in cui, una dozzina d'anni orsono, lo svedese Bjorn Larsson ridisegnava questa leggendaria figura, immaginando ciò che Robert Louis Stevenson aveva dovuto omettere da L'Isola del Tesoro.
Una tradizione che presenta anche una sua componente musicale: Son of Rogues Gallery rappresenta infatti il secondo capitolo del progetto realizzato da Hal Willner, con il diretto coinvolgimento in veste di produttori esecutivi dell'attore Johnny Deep e dal regista Gore Verbinski, dedicato alla tradizione dei canti marinari o, più precisamente, come recita il sottotitolo dell'album all'imponente repertorio di Pirate Ballads, Sea Songs & Chanteys.
Un progetto quindi in qualche modo complementare alla fortunata serie - ultima reincarnazione cinematografico del mito della pirateria - de I Pirati dei Caraibi prossima alla sua quinta puntata, che vedrà ancora una volta Jack Sparrow (interpretato come sempre proprio da Johnny Deep) come protagonista assoluto.
A distanza di sette anni dal primo, celebratissimo capitolo – Rogue's Gallery – arriva quindi nei negozi il seguito di questa saga discografica che coinvolge – come del resto l'episodio precedente – nomi di grandissimo livello e della più svariata estrazione.
Son of Rogues Gallery si compone di due CD e di ben 36 diversi brani, appartenenti – salvo rare eccezioni – al repertorio tradizionale: canzoni che hanno attraversato secoli e oceani, con vicende non meno avventurose di quelle che narrano, per arrivare sino a noi.
Inevitabile – come in tutti i tributi così assemblati – una forte discontinuità in termini non solo stilistici, ma anche qualitativi, con la spiacevole sensazione al termine dell’ascolto che di diversi pezzi si sarebbe tranquillamente potuto fare a meno e che con una maggior sintesi e senza voler a tutti i costi coinvolgere nomi altisonanti, ma palesemente fuori contesto, il risultato sarebbe stato senza dubbio migliore (difetto dal quale non era peraltro esente neppure il predecessore).
Giusto per fare un esempio: la presenza di Anjelica Huston, grande attrice senza dubbio e pure figlia di cotanto padre – artefice, tra l’altro, della più nota versione cinematografica, per rimanere in tema marinaresco, di Moby Dick – che interpreta Missus McGraw – già ripresa da Springsteen nelle Seeger Sessions – si fa apprezzare senz’altro a titolo di curiosità, ma non può certo dirsi memorabile in termini strettamente musicali.
E l’inserimento in apertura del secondo CD di una traccia strumentale registrata a suo tempo (esattamente nel 1968) da Frank Zappa, senza ovviamente nulla togliere al genio di costui, appare assai poco coerente con l'operazione.
Ma data l’indubbia sovrabbondanza di talenti, non mancano certo i momenti godibili, a partire dall’apertura affidata alla rilettura della classicissima The Leaving of Liverpool affidata a Shane MacGowan (e non può non tornare alla mente una vecchia intervista di Tom Waits – grande esperto di cose marinaresche sin dai tempi di Shiver Me Timbers, a voler ben vedere- in cui asseriva che i Pogues sembravano uscire dalle pagine de L’Isola del Tesoro).
Facile immaginare che le scorte di rhum della cambusa siano andate esaurite in occasione della registrazione ad elevato tasso alcoolico dell’ancora più classica Shenandoah (un traditional reinterpretato, giusto per gradire, da Dylan, Springsteen, Van Morrison, Richard Thompson, Dave Alvin e qualche centinaio d’altri) ad opera dello stesso Tom Waits e del suo ricorrente compagno di avventure – e presumibilmente di bevute – Keith Richards (peraltro conclamata fonte di ispirazione per il personaggio di Jack Sparrow).
Emoziona Marianne Faithfull in compagnia di Kate e Ann McGarrigle (anche qui evidentemente una registrazione non recente, considerando la scomparsa di Kate avvenuta nel 2010) alle prese con Flandyke Shore, già interpretata, tra gli altri, da Nic Jones nel suo capolavoro Penguin’s Eggs.
Altri episodi degni di nota portano la firma di personaggi che rappresentano delle vere e proprie certezze, a prescindere dal contesto in cui vengono collocati: Patti Smith – in compagnia dello stesso Johnny Deep - con The Mermaid, Michael Stipe –nonostante la compagnia assolutamente indigesta per il sottoscritto di Courtney Hole – con Rio Grande, il solito grande Richard Thompson che fornisce l’ennesima prova della sua classe con General Taylor (e del resto la sua Mingulay Boat Song era uno dei vertici assoluti del primo capitolo di questo progetto).
Sorprende piacevolmente il figlio d’arte Sean Lennon (Row Bullies Row) e non delude, nella categoria degli attori prestati alla musica, Tim Robbins che in compagnia di Matthew Street e della ex Bangles Susanna Hoffs interpreta Marianne.
Indubbiamente gradevole, per concludere questa rapida panoramica in cui certo qualche brano degno di nota è stato dimenticato, il duetto di Gavin Friday e Shannon MacNally in Tom’s Gone To Hilo.
Un progetto senza dubbio affascinante quindi e forse fin troppo ambizioso: una trentina d’anni orsono, distillando con cura i due album sinora pubblicati, se ne sarebbe ricavata una sfiziosa cassetta C90 da ascoltare all’infinito assorti nella lettura delle vicende di Jim Hawkins e del pirata Long John Silver, magistralmente narrate da Robert Louis Stevenson.