Artisti Vari Earl ` s Closet: The Lost Archive of Earl McGrath, 1970-1980 [Lost & Found]
2022 - Light In The Attic
Earl McGrath è stato un grande collezionista d'arte e un comico, un signore che sapeva vivere che si è imbattuto nel business discografico, passando tra feste leggendarie a New York e Los Angeles. Scopritore di gente come Hall e Oates o Jim Carroll.Nel 1970 il fondatore della Atlantic Records, Ahmet Ertegun affido a Earl la Clean Records agli inizi del 1970. Niente di che, qualche LP ed un paio di singoli dei Valentinos, band che vide Bobby Womack presente agli inizi della loro carriera. Nel 1977 Mick Jagger lo chiama per dirigere la Rolling Stones Records.
Amico della scrittrice Joan Didion, ma anche di Andy Warhol, Earl era un uomo capace di creare gusti che poi svrebbero fatto presa sul pubblico. Harrison Ford, che prima della fama ottenuta grazie a Star Wars era stato tuttofare e spacciatore di erba di Earl, lo ha definito "l'ultimo di una razza, uno degli ultimi grandi gentiluomini e bohémien".
Dopo la morte di Earl, avvenuta nel 2016, il giornalista Joe Hagan, autore della bio di Jann Wenner, fondatore della rivista americana Rolling Stones, intitolata Sticky Fingers (ovviamente mai pubblicata in Italia), scopre una serie di nastri rarissimi ma anche inascoltabili nell'appartamento di Earl a New York, conservati dentro il suo armadio. "Ho chiesto una scala e la prima cassetta che ho tirato fuori dallo scaffale era un nastro master di Some Girls, l'album degli Stones", racconta Hagan. Un lungo lavoro è servito per dare agli ascoltatori di poter ascoltare bene le canzoni scelte, fino a quando la Light in the Attic Records, a metà dello scorso mese di luglio, ha pubblicato questo interessantissimo Earl's Closet: The Lost Archive Of Earl McGrath, 1970-1980. Si tratta di un doppio album in vinile / singolo CD, contenente pezzi inediti di Daryl Hall e John Oates, David Johansen, Terry Allen, Delbert McClinton, Isabelle Collin Dufresne, nota come Ultra Violet, icona e musa di Andy Warhol, la leggenda del sax di Detroit Norma Jean Bell, Jim Carroll.
A loro si aggiungono un bel numero di artisti pressoché sconosciuti, che un tempo si contendevano fama e gloria pubblicando gemme folk, rock, country, funk e R&B che praticamente nessuno ha più ascoltato da decenni. Che si tratti del quasi famoso power pop degli Shadow from Detroit o del soul in stile Delfonics dei Blood Brothers Six, Earl's Closet ripercorre i sogni degli artisti che un tempo inviavano demo a McGrath. Per questo ponderoso lavoro, il ganese Pat Thomas ha dato un contributo importante, assistendo Hagan nel rintracciare gli artisti e nel finalizzare i pezzi.
Nella confezione c'è un approfondito libretto di documenti, immagini provenienti dall'archivio di Earl, ampie note di copertina di Joe Hagan, che ha rintracciato e intervistato gli artisti, e sorprendenti fotografie della defunta moglie di Earl, la contessa italiana Camilla Pecci-Blunt McGrath. Il contenuto è uno spaccato incredibile di un mondo, estremamente vario, ma proprio per questo interessantissimo, che racchiude ventidue pezzi che rimandano ad un decennio che è riuscito, in buona parte, ad essere depositario di un sound che ancora poteva dimostrare qualità che meritano di essere riscoperte.
Un disco storicamente bello ed appassionante. Un lavoro certosino che, temo, finirà per essere oggetto di ricerca da parte dei soliti, sempre più esigui, acquirenti di dischi.