Artisti Vari Divided & United: The Songs Of The Civil War
2013 - ATO Records
Una passione a cui, naturalmente, non è estranea la musica: basti pensare all’epica They Night The Drove Old Dixie Down della Band, nonostante le sue imprecisioni storiografiche (Richmond non cadde il 10 maggio 1865, come si intuisce dal testo, ma nella notte tra il 2 ed il 3 aprile di quell’anno…..) e al concept album (termine allora assai in voga) White Mansions pubblicato nel 1978, scritto da Paul Kennerley per l’interpretazione di Waylon Jennings, della moglie Jessi Colter e da due componenti della southern band degli Ozark Mountain Daredevils, e la partecipazione come guest star di Eric Clapton.
A centocinquant’anni di distanza, la Guerra Civile americana pare abbia risvegliato l’attenione della scena musicale statunitense sugli eventi che la caratterizzarono e sul repertorio di canzoni che ne fecero da colonna sonora, nell’ambito dei due opposti schieramenti seppure con frequenti passaggi da un lato all’altro della Mason Dixie Line (un caso, paradossale su tutti, Dixie venne composta da Daniel Emanuel Decatur, autore dichiaratamente antischiavista, per un minstrel show e divenne di fatto l’inno, seppure non ufficiale, della Confederazione, malgrado le personali convinzioni dell’autore: a quanto pare, il maldestro tentativo di Ronald Reagan di impossessarsi di Born in the USA negli anni Ottanta aveva degli illustri precedenti storici).
Già nel 2011 era già uscito Dark River – The Songs of the Civil War Era per la Blue Corn Records con, tra gli altri, Slaid Cleaves, James McMurtry, Jimmy LaFave e Jon Dee Graham ed ora la ATO Records mette sul mercato questo Divided & United – The Song of the Civil War, certamente superiore al precedente per mole (2 CD per trentadue pezzi complessivi), composizione del cast e, in termini generali, per le ambizioni del progetto.
Due parole, intanto, sulla confezione con un bellissimo booklet corredato da foto d’epoca e contenente due saggi a firma di Sean Wilentz (docente di storia della prestigiosa Princeton University, ma con all’attivo anche un corposo saggio sulla tradizione musicale americana firmato a quattro mani con Greil Marcus e un bellissimo libro su Bob Dylan ed il suo ruolo nella cultura americana) e di John Cohen, musicologo e membro fondatore di una storica band della scena folk americana, i New Lost City Ramblers.
A completare il tutto, dettagliate note di carattere storico sulle singole canzoni e sulle interpretazioni offerte in queste occasioni: insomma, un bell’esempio di approccio di natura pressoché filologica ad uno straordinario patrimonio di musica popolare con un secolo e mezzo di vita sulle spalle.
Da un punto di vista musicale, Divided & United non è certo esente dal caratteristico difetto di progetti discografici di questo genere, ovvero una certa discontinuità stilistica e qualitativa sostanzialmente inevitabile a fronte dell’ampio numero dei musicisti coinvolti, ma il livello generale rimane complessivamente elevato, anche grazie ad alcuni episodi di assoluta eccellenza.
Su tutti, la meravigliosa interpretazione di Steve Earle – affiancato da Dirk Powell -di Just Before The Battle, Mother/Farewell, Mother trasformata in una dolente ballata che, se certo si distanzia enormemente dalla versione originaria in termini strettamente musicali (consiglio a tutti di andare a cercare su youtube le registrazioni d’epoca di questo e degli altri pezzi contenuti in questo doppio CD per meglio gustare l’opera di rivisitazione svolta), spogliata da ogni retorica certamente rappresenta in maniera più efficace lo stato d’animo dei soldati dell’epoca alla vigilia di battaglie inevitabilmente destinate a risolversi in spaventose carneficine.
Nel primo CD, oltre a Steve Earle, meritano senz’altra una menzione Take Your Gun and Go, John posta in apertura ed affidata alla voce della leggenda vivente del country Loretta Lynn, la bella The Fall of Charleston del duo emergente Shovels & Rope, Tenting on the Old Campground reinterpretata dall’ex leader degli X John Doe e The Day of Liberty affidata ai Carolina Chocolate Drops.
Per gli amanti della sonorità più tradizionali, da segnalare senz’altro Lorena nell’interpretazione del grande vecchio Del McCoury e Marching Through Georgia affidata ai più recenti alfieri di questa scena musicale, gli Old Crow Medicine Show, quasi a gettare un ponte tra due diverse generazioni.
Particolarmente emozionante The Faded Coat of Blue cantata dal veterano Norman Blake, accompagnato dalla moglie Nancy e da James Bryan.
Nel secondo CD, senza dubbio in evidenza invece la canzone forse più nota dell’epoca, ovvero Hard Times (Come Again No More) uscita dalla penna del più celebre autore americano dell’800 - Stephen Foster - e oggetto di numerosissime rivisitazioni nel corso degli anni (basterebbe citare, tra i suoi interpreti, Johnny Cash, Bob Dylan e Bruce Springsteen), per la quale entra in scena il grande Chris Hillman – prodotto da Joe Henry – con i giovani Milk Carton Boys ai cori.
È Joe Henry in persona a reinterpretare meravigliosamente Aura Lee, una minstrel song scritta da W.W. Fosdick e George R.Poulton nel 1861, la cui melodia fu fonte d’ispirazione (e pure qualcosa di più, a dire il vero...) per la stranota Love Me Tender di Elvis Presley a testimoniare la vitalità di questa tradizione musicale, mentre al bluesman Taj Mahal spetta il compito di riproporre Down By The Riverside.
Non convince la versione, sin troppo eterea, della già ricordata Dixie offerta da Karen Elson con le Secret Sisters, ma non posso negare che il mio giudizio sia condizionato dalla straordinaria interpretazione che ne diede Bob Dylan nella colonna sonora di Masked & Anonymous, mentre piace la rilettura acustica e sommessa dell’inno Battle Cry of Freedom offerta da Bryan Sutton.
Commozione vera per l’intensa interpretazione di Beatiful Dreamer (anch’essa a firma di Stephen Foster) posta a chiusura del lavoro ad opera di Cowboy Jack Clement, alla sua ultima incisione prima della morte avvenuta nello scorso mese di agosto.
Un affascinante viaggio, quindi, in un periodo tragico della storia americana condotto attraverso le canzoni dell’epoca che, a centocinquant’anni di distanza, dimostrano ancora una forza straordinaria: consigliato senza esitazione alcuna.