Woody Allen Un colpo di fortuna
2023 » RECENSIONE | Thriller | Drammatico
Con Lou de Laâge, Valérie Lemercier, Melvil Poupaud, Niels Schneider, Sara Martins
12/12/2023 di Claudio Mariani
La fortuna, già, questa s-conosciuta ogni tanto torna a far da capolino nelle storie di Woody Allen. A volte declinata come “il caso” o “la sorte” e altre come “il caos ordinato”, in fondo in fondo è sempre stata presente nei suoi film: nelle commedie spesso è usata come giustificazione per la successione abbastanza improbabile dei fatti, nelle opere più impegnate, la si usa e analizza anche dal punto di vista filosofico. Questa volta il regista newyorkese rende la fortuna stessa protagonista indiscussa della sua storia, infilandola, a scanso di equivoci, nel titolo dell’opera: Coup de Chance. Perché in francese? Perché è una produzione quasi completamente francese e girata per la prima volta in una lingua che non sia l’inglese/americano, permettendo così al regista di lavorare nella sua amata Europa, dopo il “tour” di produzioni continentali e inglesi a cavallo degli anni ’10.
Protagoniste, oltre alla fortuna, sono ancora una volta le relazioni di coppia. Questa volta siamo in una Parigi un po’ diversa da quella di Midnight in Paris (2011): qua navighiamo nel lusso più sfrenato, una Parigi patinata più che romantica, a far da sfondo alla storia della coppia di successo Fanny e Jean, che vive nel lusso sfrenato, apparentemente inscalfibile, finché Fanny non incontra un suo vecchio amico, Alain, artista giramondo e molto innamorato di lei. Scatta così il naturale tradimento che innesca delle conseguenze purtroppo inevitabili. Ulteriore e fondamentale personaggio è Camille che, novella Keaton, dà la sferzata al film con le sue indagini. Uno dei punti di forza della pellicola è il casting quasi perfetto, con attori completamente nella parte, credibili e quasi necessari.
Una storia semplice, raccontata magistralmente, con gran classe e una freschezza stupefacente per un 88enne, ma con un solo difetto purtroppo da non poco conto: se fai una commedia, le incongruenze o meglio le “facilonerie” sono tutto sommato perdonabili, ma in una pellicola drammatica, e ancor di più in un thriller, non sono ammissibili. E allora ci sta la spavalderia degli amanti che si mostrano in luoghi pubblici senza pensare alle conseguenze, ma non ci sta che, quando scompare una persona, casa sua rimanga aperta per un mese senza che nessuno si faccia domande, per non parlare della soluzione molto ingenua che porta al finale, comunque molto azzeccato. Sono oggettivamente degli errori grossolani, che per esempio in Match Point o Irrational Man (altri due drammi/thriller), non erano stati fatti.
E ritorniamo così alla fortuna, che per l’arrivista/cinico non esiste (“io me la vado a creare”) e che per lo scrittore/romantico è un dono fin dalla nascita, forse tutto si risolve così: questioni di punti di vista divergenti.
Rimane comunque un buon film anche per tecnica e climax raggiunto, non il film più bello di Allen, e comunque distante anni luce da quando “giocava” con gli stessi argomenti (per esempio con Crimini e Misfatti), ma con risultati ben diversi. Già, anni luce, o forse, semplicemente...34 anni solari!