Woody Allen Stardust Memories
1980 » RECENSIONE | Commedia | Drammatico | RE-VISIONE
Con Woody Allen, Charlotte Rampling, Jessica Harper, Marie-Christine Barrault
21/11/2020 di Claudio Mariani
Poi, ad un certo punto, esce questo film, diverso completamente dagli altri, per storia e approccio che, in questo caso, non può che non essere catalogato come “autoriale”. Il risultato fu un’opera non capita, quasi da tutti: critica e pubblico. Anzi, peggio ancora, fu addirittura osteggiato, in particolare dai fan più affezionati. L’equivoco, a quanto pare, fu che la storia raccontata assomigliasse troppo a quella dell’autore stesso: un regista di successo stanco del clamore che lo circonda, è in crisi esistenziale, e nessuno accetta la sua necessità di cambiare genere e di buttarsi sul drammatico. Allen fu accusato di snobismo, di fregarsene dei suoi ammiratori e ridicolizzare il ruolo di critici e giornalisti. Dichiarerà poi per decenni che quella non era assolutamente la sua storia; certo, l’ha sempre sostenuto con grande convinzione, ma la verità è che avrebbe dovuto capirlo fin da prima che ci sarebbe stato un equivoco del genere, perché i punti in comune tra la fiction e la verità erano veramente marcati.
Ma è anche vero che ciò che rimane è l’opera, e questa nessuno può contestarla: il valore intrinseco c’è. Da una parta abbiamo un film che formalmente è superiore a tutti i suoi precedenti (e forse futuri), con una netta ispirazione presa dal cinema europeo, con strizzatine d’occhio inevitabili a Fellini (la scena iniziale e finale, il “viaggio” nel sogno/realtà, etc.) e con un bianco e nero importante. La storia, invece, è un curioso miscuglio di simbolismo “serio” e trovate decisamente comiche. Sicché, la particolarità, è che è una di quelle pellicole la cui percezione cambia in base all’umore e al periodo della tua vita in cui lo vedi: può essere così una divertente commedia in cui si ride spesso, o un film intellettuale, venato di psicologia e filosofia.
E poi…Charlotte Rampling, Jessica Harper, Marie-Christine Barrault! Con questo cast femminile non poteva che essere un film importante; in particolare sono notevoli i primi piani d’autore della Rampling.
Un film odiato o amato, sicuramente che non passa inosservato, e la sensazione netta è che se fosse stato girato verso la fine della carriera del regista newyorkese, o comunque in età più avanzata, diciamo vent’anni dopo, ora staremmo parlando di capolavoro.