Woody Allen ANTEPRIMA - Coup de chance
2023 » RECENSIONE | Drammatico | Thriller
Con Lou de Laâge, Valérie Lemercier, Melvil Poupaud, Niels Schneider
16/09/2023 di Laura Bianchi
C'è chi ci crede, e chi no. C'è chi, davanti a una sliding door, decide di non aprirla, di non entrarci, c'è chi vi si slancia con entusiasmo, e chi vi entra presumendo di controllarne le conseguenze. Chi ha ragione? E, in ultima analisi, esiste il colpo di fortuna, il Coup de chance, che riesce a stravolgere le nostre vite, senza comunque provocare scossoni, né alle nostre, né alle altrui?
L'ottantottenne Woody Allen, per il suo cinquantesimo film di una carriera che lui stesso non esita a definire fortunata, nel corso dell'intervista a Roma, trasmessa in streaming e precedente la proiezione in anteprima dell'opera, si è regalato e ci ha regalato una risposta aperta, attraverso un apologo raffinato e magistralmente diretto, con un cast di eccellenti attori, tutti francesi.
Per Coup de chance, infatti, il regista di Manhattan ha trasferito set e troupe in una Parigi e in una campagna francese fotografate dal maestro Vittorio Storaro con tinte perfettamente intonate allo sviluppo della vicenda. E ha dipinto una storia comune, già raccontata in altri film - Fanny, una moglie insoddisfatta prima, fedifraga poi, Jean, un marito possessivo e disturbato, Alain, un amante entusiasta e ingenuo - in modo da farla diventare uno spunto potente di riflessione sul caso, sull'illusione di poterlo controllare, come un trenino Märkel degli anni Cinquanta, esibito ossessivamente da Jean come un trofeo, tanto quanto la bellissima, inquieta moglie.
La trama e il suo sviluppo, minuziosamente sorvegliati dall'occhio attento di Allen, non concedono molto alla commedia, e piuttosto assumono il ritmo e le caratteristiche del thriller, ricco di colpi, di fortuna e di scena, i primi funzionali ai secondi. E lo spettatore si lascia coinvolgere dalla narrazione, grazie anche a un pugno di attori che, per esplicita ammissione del regista durante l'intervista, sono stati lasciati liberi di esprimersi al loro meglio, in una sinergia corale che esprime lo stato di grazia del direttore del coro.
È sorprendente come un artista di quasi novant'anni sia capace di tanta freschezza compositiva, lucidità e desiderio di sperimentazione. Il film, infatti, pur mantenendo ovviamente molte caratteristiche in comune con capolavori come Crimini e misfatti, Mariti e mogli, Match Point, dialoghi didascalici compresi, sorprende comunque per scelte compositive originali, come lunghi piani sequenza girati nello sfarzoso interno della casa della coppia, o montaggi paralleli di eventi che si svolgono in contemporanea, e aumentano non solo la tensione narrativa, ma anche la comprensione del messaggio complessivo del film.
Sul tutto, l'azzeccata colonna sonora:
Herbie Hancock, con la sua Cantaloupe Island, fornisce un'ulteriore chiave di lettura, ossia, come il modo americano di vivere e pensare possa rappresentare quello europeo, a suggerirci un confronto, un contrasto forse, di sicuro uno stimolo, e a farci pensare alla straordinaria chance di essere vivi, l'unico coup de chance che abbiamo: "una possibilità su 400 trilioni di nascere in questo mondo".
Girane ancora, Woody. E grazie.