Woody Allen Misterioso omicidio a Manhattan
1993 » RECENSIONE | Commedia | RE-VISIONE
Con Diane Keaton, Woody Allen, Alan Alda, Anjelica huston
12/01/2022 di Claudio Mariani
Curioso anche il fatto che la sceneggiatura sia stata scritta con Marshall Brickman, con cui Allen aveva prodotto dei capolavori come Manhattan e Io e Annie, con ben altri esiti. In più, a detta degli stessi, la storia di questo lungometraggio si intreccia in parte proprio con quella di Io e Annie, visto che parte della prima stesura è stata poi riciclata con queste vicende narrate. Però il registro qua è decisamente diverso, si tratta di una sorta di commedia poliziesca che esiste soprattutto per inserire la verve comica della Keaton, anche se in realtà risulta sottotono rispetto ad Allen, le cui battute a raffica prevalgono nettamente. Il ruolo della Keaton, in realtà, era tarato su Mia Farrow, ma poco prima delle riprese scoppiò il ben noto scandalo, per cui Allen chiamò per sostituirla, dopo dieci anni dall’ultima collaborazione, la sua amica Diane.
Viene così fuori una storia semplicissima tinta di un giallo sbiadito: parte tutto da un sospetto di omicidio da parte del vicino di Carol e Larry Lipton, per poi innescare la solita girandola di eventi, coinvolgendo amici e probabili amanti o pretendenti tali. In mezzo a una storia banale vengono fuori anche delle scene fantastiche, come il ricatto all’omicida per telefono, oppure le intrusioni dal vicino da parte della coppia di improvvisati detective.
Il film sembra girato frettolosamente, scialbo, trasandato, dove si vede pochissimo la mano di De Palma, e dove anche la musica non lascia per niente il segno, ma l’autore è pienamente soddisfatto del risultato, ben consapevole che fosse fin dall’inizio un’opera superficiale e divertente, semplice e diretta, senza troppe pretese. Quindi, come spesso accade, è solo una questione di prospettive, di aspettative e di sapersi accontentare. La formula spesso è semplice: voglio ridere? Se la risposta è sì, si passa alla domanda successiva: il film fa ridere? Sì. Il gioco allora è fatto, e la pellicola è dunque tutto sommato ben riuscita.