Diaframma Siberia Reloaded 2016
2016 - Diaframma Records/ Self Distr.
Questo perchè, se siete di quelli che musicalmente parlando, prediligono il periodo anni ottanta della band fiorentina, forse potreste rimanere un po’ delusi dalla scelta di Fiumani di re – interpretare le canzoni di questo capolavoro della musica italiana.
Se invece appartenete a quella schiera di appassionati a cui piacciono i Diaframma a prescindere dal periodo, dalla formazione e da qualsiasi cambiamento attuato negli anni, potete tranquillamente immergervi nell’ascolto del disco. Questo perché, Fiumani non ha voluto altro che mettere per inciso ciò che oramai auspicava da un po’ di tempo a questa parte, vale a dire le registrazioni di canzoni che, oramai, sono una costante nel suo repertorio live.
Prende, così, vita questa versione 2006 di Siberia, brani rivisitati ai quali sono stati affiancati 6 pezzi nuovi, che sono un tuffo nel passato poetico di Fiumani, canzoni ispirate ai suoni e umori passati, con testi che non sono altro che alcune poesie da lui stesso pubblicate tempo addietro. Da segnalare, anche, la presenza del buon Gianni Maroccolo, il quale ha voluto omaggiare il disco elargendo una serie di brevi, e non, intermezzi strumentali prodotti e registrati da lo stesso a casa sua.
Musicalmente parlando questo disco non si discosta molto dall’originale, anche se presenta notevoli differenze, soprattutto negli arrangiamenti, il tutto adeguato all’impronta vocale, non proprio educata di Fiumani. Cambiano, ovviamente, i musicisti: la sezione ritmica dei fratelli Cicchi è affidata a Luca Cantasano (basso) e Lorenzo Moretto (batteria), con l’aggiunta di Edoardo Daidone (chitarra).
In questo disco, Fiumani ha riversato tutte le sensazioni, le emozioni e le suggestioni maturate nel corso degli anni, potremo, quindi, stare qui a sciorinare ogni singolo brano cercando ed evidenziandone pregi e difetti delle variazioni apportate, ma preferiamo sottolineare come gli inediti qui presentati rappresentino una presenza piacevole del disco e facciano storia a se. Suggestioni passate che si mescolano a quelle presenti, riproponendo il Fiumani degli inizi in grado di “tradurre immagini e sensazioni in poesia cupa e ossessiva”, con un impatto sonoro tipico dell’ultimo corso diaframmatico, ma che trasuda allusioni dark e new-wave.
Notevoli le canzoni Non morire, Lanterna cieca ed Envecelado, auspicio del ritorno in grande stile del cantautore fiorentino.
Chiude il disco, forse una delle poesie più belle di Fiumani, scritta nei primi anni ottanta e dedicata ad una città singolare come Taranto 1982.
Un disco imprescindibile, tre dischi in uno.