I giorni dell´ira<small></small>
Italiana

Diaframma I giorni dell´ira

2002 - Self

21/11/2002 di Andrea Salvi

#Diaframma#Italiana

“Colpisci il passato al cuore, le illusioni di sempre”

Proprio questo verso, appartenente ad uno dei brani più significativi della ventennale carriera dei Diaframma, veniva citato nel libro “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” di Enrico Brizzi, vero e proprio culto generazionale giovanile dei nostri migliori anni ’90.
Mi piace pensare che quel passaggio chiave del libro sia riuscito ad incuriosire i lettori al punto da spingerli a cercare dell’ulteriore materiale su Federico Fiumani e i suoi Diaframma, introducendoli alla poetica simbolista e surreale di un artista più unico che raro nel panorama musicale nazionale. Mi piace anche pensare questo ennesimo elemento che contribuisce ad infoltire una discografia immensa come una ideale dedica a tutti questi potenziali nuovi ascoltatori: che per una volta venga assecondata la loro curiosità anziché le sempre crescenti aspettative dell’affezionato e intransigente pubblico che da anni sostiene fedelmente l’unico vero punk-rocker italiano vivente.
La lotta con il proprio passato “che non conosco più”, la difficoltà e lo stupore del vivere in un eterno presente col quale lo scontro è inevitabile sono tematiche ricorrenti nelle liriche di Federico Fiumani. “I giorni dell’ira” vanno letti in questa prospettiva, una serie di 12 istantanee scattate in rapida successione, scorrendo le quali si svelano frammenti della medesima personalità in cui la coerenza si trova a collidere con le tinte contrastanti e l’imperfezione di certe forme, come le immagini catturate on stage riportate in copertina.
In un certo senso “I giorni dell’ira” si può considerare un prodotto estremo, con le sue melodie accattivanti che richiamano i modelli di un rock scarno ma espressivo di fine anni ’70, lontani anni luce dalla ribalta modaiola del presente musical-televisivo. Dalla prima all’ultima traccia, ballate incluse, l’album suona ruvido e diretto, sincero e umano come pochi altri prodotti discografici.
Brani come gli irresistibili ”I giorni dell’ira” e ”Vieni tesoro”, il primo significativo inno all’individualità mentre il secondo vero e proprio manifesto programmatico, la toccante ballata “Il disco dei Replacements”, l’originale costruzione di “Signore che pulisci il mare” straordinaria alternativa ad abusati stilemi cantautorali e il rock n’roll sincero di “Andiamo insieme a donare il sangue” sono gli episodi migliori di questo prodotto che ha la peculiarità di entrare lentamente in circolo, nascondendo dietro l’apparente incompiutezza la disarmante semplicità degli album indispensabili.
Una menzione particolare merita lo swing di “Nella Firenze degli anni ‘80”, in cui con l’arma dell’ironia e della dissacrazione si traccia un profilo agli anni in cui il giovane autore fiorentino era uno degli esponenti di spicco dell’italico movimento new wave e, a dispetto del titolo, lo struggente romanticismo di “Per il tuo buco del culo”, citazione di un brano dei Kinks.
Il disco si distingue nettamente dai precedenti fin dal primo ascolto per diversi motivi. Alla maggiore coesione sonora e stilistica raggiunta dal gruppo dopo la sostituzione delle tastiere con una seconda chitarra, va sommata una svolta netta nella scrittura dei testi nei quali si ridimensiona la componente poetica in favore di uno stile maggiormente colloquiale, privilegiando l’uso del discorso diretto e della forma-racconto. A queste note fanno fronte la consueta capacità di Fiumani compositore di spiazzare con scelte che puntano all’essenzialità estrema degli arrangiamenti, talvolta imbarazzanti nella loro franchezza. L’attitudine è quella di chi consapevolmente si trova a concludere che l’unica via per poter “abbattere le illusioni” risieda unicamente nell’espressione di sé stesso, correndo volentieri il rischio di apparire insopportabilmente egocentrico e quindi antipatico: “Voglio commuovermi ancora ed illudermi sempre” Ripete deciso il brano di apertura.
Tassello da considerarsi importante nell’evoluzione artistica della creatura del più ispirato fra gli autori indipendenti italiani degli ultimi due decenni. “I giorni dell’ira” non chiede altro che un ascolto, anche e soprattutto per chi prima d’ora al nome Diaframma tendeva ad associare solamente una citazione letteraria.

“Che dirà mia madre quando mi vedrà?”


Discografia:

- Pioggia (45 giri, 1982)
- Altrove (EP, 1983)
- Siberia (1984)
- Amsterdam (EP, 1985)
- 3 volte lacrime (1986)
- Boxe (1988)
- Gennaio (EP, 1989)
- In perfetta solitudine (1990)
- Da Siberia al prossimo week-end (Raccolta, 1990)
- Anni luce (1992)
- Live and unreleased (1992)
- Il ritorno dei desideri (1994)
- Non è tardi (1995)
- Sesso e violenza (1996)
- Albori 1979-1983 (Raccolta, 1997)
- Scenari immaginari (1998)
- Coraggio da vendere (1999)
- Live al Rototom (Live, 2000)
- Le canzoni perdute (2000)
- Il futuro sorride a quelli come noi (2001)
- Sassolini sul fondo del fiume (2002)
- I giorni dell’ira (2002)

Track List

  • Il disprezzo|I giorni dell’ira|Sua maestà|Il disco dei
  • Replacements|Nella Firenze degli anni ‘80|Signore che pulisci il
  • mare|Andiamo insieme a donare il sangue|Per il tuo buco del
  • culo|Continuità|Vieni tesoro|Favole al sole|Sempre più caro m´è il
  • dubbio

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