Cesare Basile U Fujutu su nesci chi fa ?
2017 - Urtovox
Cesare Basile continua così il suo personale viaggio musicale che lo porta a miscelare folklore, blues, con forti influenze geografiche mediterranee, mediorientali e dall’Africa, creando attraverso suoni minimali, mantra, ritmi ossessivi e ripetuti, un suo personale, unico e riconoscibile sound.
E’ questo un disco politico e di grande impegno sociale, narra storie e leggende antiche ma che sono maledettamente attuali e dà voce agli ultimi, agli oppressi, a chi non ha voce in capitolo. Cesare Basile è una sorta di cantore dei “crocicchi”, racconta di vite umane stravolte, calpestate, sfruttate, storie di dolore e di sofferenza, universi sociali scuri e spesso senza speranza, storie di sopraffazione da parte del potere costituito che tocca vasti strati della popolazione.
Sono brani ipnotici che avvolgono e coinvolgono costantemente, continui pugni allo stomaco all’ascoltatore, con un dialetto arcaico e contemporaneo nello stesso tempo.
Ljatura è uno splendido brano che incarna subito lo spirito dell’intero disco con il suo mantra ossessivo, con Tri nuvuli ju visti cumpairi, folk blues asciutto, quasi tribale, sembra di essere in un disco del grande John Trudell dedicato agli indiani d’America, Circu pammi allenta un po’ le atmosfere scure dei precedenti brani, è una delicata ballata folk con una nenia che ti avvolge lentamente, mentre Cola si fici focu, racconta una tragica storia attraverso poche frasi continuamente ripetute “… Cola si è dato fuoco …”, su ritmi ed atmosfere decisamente orientaleggianti.
Il lavoro tocca il suo punto più alto con la lunga, quasi sette minuti, title-track, U Fujutu su nesci chi fa ?, perfetto esempio di contaminazioni musicale tra diverse culture, ipnotico afro blues desertico, grande brano che sembra uscire da un disco di band/artisti provenienti da quella parte dell’Africa che vede il Mali come una grande fucina di musica, mentre U scantu ha un “angoscioso” ed ossessivo ritmo basato sulle percussioni, per virare con un finale a sorpresa completamente diverso, tra suoni magici e fiabeschi.
Certo ci vuole molta attenzione e disponibilità per entrare in questo universo sonoro ricco di molteplici influenze, ma Cesare Basile ha fatto ancora un altro ottimo album e ci ripaga con gli interessi la nostra attenzione.
Ci sono tutte le premesse perchè anche questo album possa concorrere per vincere la Targa Tenco per il miglior disco dialettale, realizzando un vero record, dopo la vittoria nel 2013 con Cesare Basile, premio peraltro rifiutato in aspra polemica con lo strapotere della SIAE e in difesa della legittimità delle occupazioni dei luoghi di cultura, e nel 2015 con Tu prenditi l’amore e non chiederlo più, con tre consecutivi album premiati con il prestigioso premio.
D’altra parte non c’è due senza tre …