Cesare Basile Fratello gentile
2005 - Mescal / Sony
Ha ragione Cesare Basile, che riesce a stuzzicare l’immaginazione in vista dle prossimo album condensando in questo Ep un paio di pezzi nuovi, due cover e un cameo conclusivo di un minuto e mezzo.
A scorrere la scaletta non sembrerebbe esserci molto di cui parlare, dato che i due inediti non possono certo bastare per intuire il suono del prossimo lavoro, “Hellequin song”, in uscita il prossimo gennaio.
Invece “Fratello gentile” ha tutte le ragioni di essere perché sviluppa il folk scarno che avevamo apprezzato nel precedente “Gran calavera elettrica” e lo conduce verso un territorio ancora più aspro dai toni smaccatamente blues.
Nella sua brevità questo dischetto trova proprio nel blues un’identità convincente: oltre alla title-track parlano chiaro le due cover di "Baby Blue" (Gene Vincent) e "I need some money" (John Lee Hooker), registrate con la Lost Weekend, una formazione con cui Basile ha potuto andare ulteriormente alla ricerca dei padri di quei fantasmi che vanno sempre più popolando la sua musica.
Ovviamente non si tratta di blues nel senso più stretto: già la title-track si pone in precario equilibrio tra certe ballate di Nick Cave e di De Andrè, con un attacco quasi squarciato nel noise e poi sviluppato in un andamento elettricamente ostico.
La musica è senza scampo anche quando è la voce di Marta Collica a portare il suo contributo: l’atmosfera è quella spettrale di un backporch abbandonato in cui i musicisti compaiono seguendo le proprie ombre.
In questo contesto anche un piccolo strumentale come “15%”, con un’atmosfera appena accennata da risveglio post-sbronza, è efficace nel definire una personalità che risulta più credibile di tanti cosiddetti bluesmen italiani dediti solo al rifacimento della musica del diavolo.