Cesare Basile

interviste

Cesare Basile Il carro di Arlecchino

21/03/2006 di Christian Verzeletti

#Cesare Basile#World#Folk Blues

Una chiacchierata post-concerto con Cesare Basile per parlare degli spiriti che hanno accompagnato la nascita del suo ultimo disco e che ancora non hanno smesso di fargli visita …

      
  Il carro di Arlecchino
       Intervista a Cesare Basile

Una chiacchierata post-concerto con Cesare Basile per parlare degli spiriti che hanno accompagnato la nascita del suo ultimo disco e che ancora non hanno smesso di fargli visita…


Mescalina: Cesare, l'ultima volta che ti ho intervistato mi avevi detto che non sapevi dove saresti andato a finire dopo "Calavera" … parole tue … adesso con questo disco in che posto sei arrivato?
Cesare Basile: Mah, molti dicono che sono riuscito a superare "Calavera" e in effetti ne sono convinto, ma non perché credo che questo disco sia più bello: è perchè è più avanti, è da un'altra parte, sempre verso questa destinazione che non si sa bene cos'è … soprattutto è un disco che mi ha soddisfatto pienamente: sono uscito dallo studio pacificato e questo è importante.


Mescalina: Davvero ti sei sentito far visita da tutti quegli spiriti?
Cesare Basile: Sì, devo dire che nelle note della cartella stampa questa cosa è un po' romanzata, però credo che a chiunque voglia scrivere delle storie con onestà capiti di avere a che fare con degli spiriti …

Mescalina: Un po' come nel blues?
Cesare Basile: Soprattutto come nel blues. Difatti è un'immagine mutuata totalmente dal blues. La cosa che mi ha colpito è stata scoprire che il blues, il termine blues, fondamentalmente è il nome che si dà a questi spettri che vengono appunto esorcizzati in qualche modo, vengono calmati proprio scrivendo le canzoni. Questa immagine rispecchiava molto quello che è stato il processo creativo di queste canzoni e di questo disco per cui ho voluto usarla nelle note …

Mescalina: E hai scelto la figura di Hellequin proprio perché era uno spirito? Tra l'altro uno dei più forti perché era a capo dei Cortei dei Morti nel Medioevo …
Cesare Basile: Sì, in qualche modo sì. Credo che purtroppo Hellequin sia difficile da calmare perché l'idiozia umana continua a generare guerre e fino a quando ci sarà guerra ci sarà Hellequin.

Mescalina: In un certo senso Hellequin è stato calmato, perché è stato tramutato in Arlecchino, anche col contributo del Cristianesimo …

Cesare Basile: Non so se è stata una mutazione fatta dal Cristianesimo. Sicuramente nell'immaginario popolare è diventato Arlecchino, ma comunque il carnevale in generale è un po' un addolcimento di morte e di rinascita …

Mescalina: Hellequin infatti è una figura popolare e macabra …
Cesare Basile: Sicuramente la mia musica ha molti riferimenti con la musica e la cultura popolare, ma soprattutto di Hellequin mi piaceva l'immagine di questi uomini di questi soldati morti, uccisi in battaglia, che non riescono ad avere pace neanche dopo la morte per cui sono costretti a continuare a combattere quasi come se non potessero fuggire assolutamente il loro destino. Molti dei personaggi delle canzoni che ho scritto per questo disco sono delle persone che non riescono o che forse a volte non vogliono fuggire il loro destino, ma se lo accollano interamente.

Mescalina: Hellequin rimanda un po' alla commistione e anche all'opposizione tra profano e sacro, cosa che tu affronti spesso nelle tue canzoni con immagini come quella del cranio o di Cristo …

Cesare Basile: Beh, nel caso di "Dal cranio" l'immagine è proprio mutuato dalla Bibbia, perché il luogo del cranio è dove hanno crocifisso Cristo, per cui in quella canzone c'è un po' il contemplare la desolazione, la fine di qualcosa, la sconfitta, se vuoi, dall'alto del posto in cui sei stato crocifisso … è una cosa di cui mi sono accorto dopo averla scritta.

Mescalina: Io pensavo ad Hellequin e a Cristo come il sacro e il profano che si contrappongono …

Cesare Basile: In quel senso sì, sicuramente. Ma poi non so bene cos'è il sacro e cos'è il profano. Io vivo il mio rapporto con la figura di Cristo non da uomo di fede, ma da uomo che cerca di capire quanta forza potesse avere l'amore di Cristo e non so se questo è sacro o profano. Come non so se Hellequin è un personaggio profano: essendo una divinità potrebbe essere sacro. Credo che le cose che si mischino come al solito e siano sempre difficili da districare e forse è giusto così, nel senso che nella vita non ci sono separazioni nette tra le cose, i piani si intersecano sempre …


Mescalina: Per questo sulla chitarra hai un'adesivo di Cristo? Cesare Basile: Sì, un simbolo. Anche qualcosa di più.
Mescalina: Ripensando un po' ai tuoi dischi mi sembrava che da "Closet" in poi stai diventando più cantautorale …
Cesare Basile: Guarda, io ti voglio bene e non ti picchio per questa cosa che hai detto!
Mescalina: Non stavo pensando alla solita figura solita del cantautore italiano …
Cesare Basile:
Ah ecco!
Mescalina: Volevo dire che c'è più attenzione alla canzone …
Cesare Basile: Sì, infatti è così. Probabilmente ho lavorato molto di più proprio sulla canzone, per cui la canzone ha decisamente molto più spazio all'interno della mia produzione attuale. Però credo che quello che non perdo mai di vista è il mondo che mi ha cresciuto, che è il mondo del rock'n'roll. Forse è proprio questa la particolarità della mia musica: c'è molta attenzione nei confronti del songwriting senza però abbandonare una struttura e uno stile musicale che sono appunto quelli rock con cui sono cresciuto …

Mescalina: Sarà anche una questione d'età, no? Invecchiando va a finire che ti occupi più della canzone …
Cesare Basile: Non credo che sia l'età. Oh Dio, potrebbe anche essere, figurati. Credo che sia la pratica costante di questa cosa … comunque nelle mie intenzioni è sempre stata predominante la canzone, solo che magari prima non lo facevo bene come lo faccio adesso …

Mescalina: Ci sono anche più accenni alla musica popolare?
Cesare Basile: Il folk in generale negli ultimi due lavori mi ha influenzato moltissimo: se in "Gran Calavera" era più un folk "bianco", in questo album è sicuramente molto più "nero" e più blues …

Mescalina: Ci sono proprio dei pezzi blues …

Cesare Basile: Sì, quelli sono proprio blues. "Odd man blues" in qualche modo è anche un omaggio alla musica del Delta, per cui ho avuto la fortuna che quel pezzo è stato un po' rivisitato da Hugo Race che di queste cose ne capisce veramente tanto …










Mescalina:
Ascolti parecchia musica?
Cesare Basile: Tantissima, soprattutto negli ultimi due anni.

Mescalina: Tanto blues?
Cesare Basile: Quasi solo blues. Il blues vecchio: Skip James, Big Bill Bronzy piuttosto che Leadbelly, Muddy Waters … cose molto vecchie e anche connotate geograficamente …

Mescalina: Dagli ultimi due dischi si ha più la sensazione di una processione di paese che passa nelle canzoni, non solo perché usi quell'immagine …
Cesare Basile: Sì, questo credo che sia involontario. Probabilmente è una cosa che viene fuori dalla mia infanzia: io sono cresciuto in Sicilia e il rapporto con le processioni era molto forte nel senso che da bambino le vivevi proprio.Io poi tra l'altro vivevo in un piccolo paese per cui queste rappresentazioni erano molto sentite e anche là sacro e profano si mischiavano fortissimamente … e probabilmente me lo porto dentro e forse con l'età viene ancora più fuori …

Mescalina: Questa metafora è evidente nella canzone "Il carro di Arlecchino" … tra l'altro quella canzone fa pensare anche alla politica oltre che alla guerra …
Cesare Basile: Ma quella è in effetti una canzone che potrebbe essere politica, perché parla di guerra senza fare del pacifismo a buon mercato: si limita a dare questo quadro, questa immagine di persone coinvolte prima e condannate dopo da questa immensa stupidità che l'uomo si porta addosso da sempre che è la guerra …

Mescalina: In questo periodo elettorale poi forse "Il carro di Arlecchino" avrebbe un po' più da mietere e da falciare, un po' più di gente da portare …

Cesare Basile: In questo periodo elettorale non riesco neanche a fare battute perchè è una situazione decisamente triste: ci troviamo di fronte ad un millantatore che riesce a farlo così bene che probabilmente risulterà vincente anche questa volta. Questa prospettiva non è che mi fa paura, ma mi intristisce, perché queste persone non stanno facendo male nel senso comune del termine: queste persone stanno rendendo più triste una nazione…

Mescalina: Però non puoi dire che il millantatore lo fa così bene perchè certe battute su Cristo o su Napoleone sono solo pessime e ridicole, altro che fatte bene …
Cesare Basile: Bisogna provare a chiederlo agli Italiani se lo sta facendo bene o meno …
Mescalina: Cioè lo fa così male che sembra che lo faccia bene?
Cesare Basile: È quella la sua forza, la forza di questo personaggio che non merita neanche di essere nominato: quella di riuscire a vendere la sua stupidità, la sua volgarità. E noi la stiamo comprando! Per questo io dico che stanno intristendo una nazione e la cosa drammatica è che dall'altro lato non vedo questa grossa alternativa, anche se per la prima volta nella mia vita quest'anno andrò a votare. Non ho mai votato, ma andrò a votare e farò come Montanelli: mi tapperò il naso, ma con due le mani e chiederò anche aiuto forse … però ci andrò.

Mescalina: Invece tornando alla musica popolare ne "Il deserto" c'è l'organetto …
Cesare Basile: Quell'organetto è suonato da Enzo Mirone, che è un musicista napoletano bravissimo. Quel pezzo è nato come un valzer fondamentalmente, poi Enzo ha sottolineato ancora di più quella che era la vena folk …

Mescalina: Tra l'altro lui fa la stessa cosa anche sul disco di Songs for Ulan …

Cesare Basile: Enzo è un membro di Songs for Ulan …

Mescalina: Come hai conosciuto Pietro de Cristofaro?
Cesare Basile: Pietro lo conosco da una vita e sono stato coinvolto agli inizi della sua carriera di musicista in un disco che lui fece per una major, un disco che ho coprodotto anch'io, un disco orribile, bruttissimo. Io e Pietro ci vergognamo di quel disco e con Songs for Ulan ci siamo presi un po' la rivincita su quel periodo …

Mescalina: Tra voi due c'è una certa affinità sia nel tipo di suono che in certi richiami …
Cesare Basile: Pietro è veramente un mio fratello: ascoltiamo le stese cose e probabilmente condividiamo le stesse amarezze …

Mescalina: In questo periodo più o meno sono usciti il tuo disco, quello di Songs for Ulan, quello di John Parish e quello di Hugo Race …

Cesare Basile: Sì tutto il baraccone! Il carro di Arlecchino!
Mescalina: Siete voi sul carro di Arlecchino?
Cesare Basile: Noi siamo il vero carro di Arlecchino!

Mescalina: Difatti la tua musica si sta facendo sempre più prendere dal folk e dal blues, quindi sono proprio quelli gli spiriti…
Cesare Basile: Questa cosa è successa perché ho voluto fare un cammino a ritroso, arrivare all'origine, non per riproporre le stesse cose, ma solamente per trarre energia da quel tipo di suono che è primordiale e di conseguenza sempre forte, sempre pieno di stimoli. Quello che mi interessava e che mi interessa tutt'ora è di carpire l'attitudine di quella musica e poi applicarla alle mie canzoni …

Mescalina: Per questo alcuni pezzi hai scelto di mantenerli in inglese …

Cesare Basile: Sì, anche per una questione di suono. Non ho mai avuto problemi ad usare l'italiano o l'inglese. Ultimamente non avevo più usato l'inglese, ma solo perché le canzoni che scrivevo funzionavano meglio in italiano. In quest'album ho lasciato dei pezzi in inglese perché in italiano non mi convincevano: erano venuti così per cui secondo me valeva la pena lasciarli in inglese …

Mescalina: Hai registrato in modo più immediato rispetto a "Calavera"?
Cesare Basile: Abbiamo registrato e missato in tredici giorni senza preproduzione, per cui sembra un album molto improvvisato in studio, ma è risorto dal vivo …

Mescalina: Allo Zen Arcade?

Cesare Basile: No, abbiamo registrato all'Esagono …

Mescalina: Bè, io te lo chiedevo perché mi piacciono gli Husker Du: immagino anche a te visto il nome che hai scelto per il tuo studio …

Cesare Basile: Certo! Anche se dire "studio" è un po' esagerato: quello è un garage con due macchinette per giocare! Però ci facciamo delle belle cose: tutti e due i dischi di Songs for Ulan sono stati registrati lì con un suono in un certo senso molto minimale. Sai, la nostra filosofia è "abbiamo otto tracce: non si registrano più strumenti di quelli che possiamo!".

Mescalina: Hai idea di dove andrai a finire ora?

Cesare Basile: Per adesso non ci voglio neanche pensare! Mi godo questo disco, lo portiamo in giro, spero di suonare tanto dal vivo, poi vedremo. Secondo me gli spiriti tornano, ma quelli non ti lasciano mai …