Canzoni della Cupa<small></small>
Italiana • Folk

Vinicio Capossela Canzoni della Cupa

2016 - La Cupa - Warner Music

21/06/2016 di Giuseppe Verrini

#Vinicio Capossela#Italiana#Folk

Non c’è nulla di rassicurante nella musica folk “ affermava Bob Dylan.

E questo vale  anche per  il nuovo lavoro di Vinicio Capossela, Canzoni della Cupa, un lungo lavoro composto da ventotto brani  e una ghost-track, per quasi due ore di musica, che è anche il terzo lavoro consecutivo  che ha la forma di album tematico-concept, dopo quello dedicato alle storie di mare, Marinai Profeti e Balene (2011) ed alla Grecia, Rebetiko Gimnastas (2012).

Un lavoro che ha avuto una lunga gestazione, ben tredici  anni e che segue il libro, Il paese dei Coppoloni (2015), e il film-documentario, Vinicio Capossela –Nel paese dei Coppoloni (2016), in un ideale trittico che è un sincero ed appassionato  tributo alle sue radici, alla sua terra, al paese di Calitri, al fiume Ofanto e tutta l’alta Irpinia, terra ricca di tradizioni popolari, musicali, di folclore, di un mondo arcaico ricco di miti, e a Matteo Salvatore il grande cantore popolare del sud del nostro paese, dei migranti, del lavoro, ma vedo anche un po’ un omaggio alle  canzoni folk di Domenico Modugno.

L’album è diviso in due parti o meglio in due lati proprio come sono esposti certi paesi dell’interno al sud, Polvere  e Ombra, la prima rappresenta il sole, il lato secco, il duro lavoro, il sudore, la fatica, ma anche il ballo, la festa, l’innamoramento,  il lato a volte piacevole della vita, la seconda rappresenta la luna, la magia, la mitologia, la fantasia, i lupi, i licantropi, la paura, insomma  il lato nascosto della vita.

In questo lavoro di ricerca e di valorizzazione anche del patrimonio musicale popolare, un po’, fatte le debite proporzioni, alla Alan Lomax, Vinicio Capossela ha scelto compagni di viaggio di grande spessore sia italiani, come  Giovanna Marini , La banda della Posta, il bravissimo chitarrista Alessandro “Asso” Stefana, Antonio Infantino, sia internazionali come Flaco Jimenez, CalexicoHowe Gelb, Los Lobos, in un ideale raccordo tra chi racconta la  grande frontiera americana e chi racconta le tradizioni musicali popolari  italiane.

Folk, tradizione, filastrocche popolari, sonetti, tex-mex, radici, canzoni da paese, ci sono  veramente molti brani di grande  valore, difficile scegliere e non è possibile soffermarsi su tutti, quindi  segnalo quelli che mi hanno impressionato di più per entrambi i lati del lavoro. Nella parte Polvere la bellissima La padrona mia, che è anche il secondo singolo, con le atmosfere gioiose tex-mex dei Los Lobos, Franceschina la calitrana, con la fisarmonica  di Flaco Jimenez a guidare il ballo festoso, due brani di Matteo Salvatore come Lu furastiero qui in italiano con Vinicio Capossela solo voce e chitarra,  decisamente emozionante, e Rapatatumpa, versione de Proverbi paesani, un misto di saggezza e cinismo polare con un’esplosione di percussioni, cubba cubba, grancassa e tamburello.

Da segnalare per la parte Ombra, Il Pumminale, primo singolo e splendido mini-film (14 minuti) di Lech Kowalski  ispirato dal brano, che racconta il mito del licantropo e rappresenta gli istinti bestiali umani  e che vede l’utilizzo di strumento inusuali come la kalimba e il baglamas, un tipo di piccolo bouzuki, e perfino il vibrato di una sega, che creano un’atmosfera fantastica ed onirica,  la stessa che si ritrova in Le creature della cupa, dove Vinicio Capossela suona anche un piano-giocattolo,  L’angelo della luce dove tra sacro e profano emerge un’atmosfera mistico-spirituale rotta dal ritornello invocazione e  Il treno metafora di viaggi, cambiamenti, separazioni, migrazioni, che coinvolgono  la stessa famiglia dell’autore che ricordiamo è nato in Germania, con ritmi e suoni  deliziosamente e fortemente influenzati dalla musica dei western di Ennio Morricone.

Dal lupo al coyote, dalla polvere dei paesi del nostro sud a quelle dei deserti texani e messicani , uno straordinario viaggio musicale nelle nostre radici popolari, rurali, folcloristiche, nei nostri sentimenti  più semplici e genuini, nelle nostre paure primordiali, in un tempo che sembra antico ma che è invece ancora sempre  molto recente.

Canzoni della cupa è un lavoro richiede molta attenzione, forse è leggermente lungo per i nostri tempi  ma è in grado di deliziare e soddisfare l’ascoltatore, il viaggiatore curioso. 

Da segnalare la splendida confezione-manifesto in digipack che contiene i due cd, il libretto di tutti i testi e un libretto di note sul lavoro, sui musicisti presenti  e sulle canzoni, e la spettacolare versione in vinile, un box con 4 LP,  e tutto il resto in grande formato.

Non perdete il tour che parte a fine giugno e che sarà diviso in due parti, quella estiva all’aperto intitolata Polvere, e quella autunnale nei teatri intitolata, indovinate un po’, Ombra.  

 

Track List

  • POLVERE
  • Femmine
  • Il lamento dei mendicanti
  • La padrona mia
  • Dagarola del carpato
  • L’acqua chiara alla fontana
  • Zompa la rondinella
  • Franceschina la calitrana
  • Sonetti
  • Faccia di corno
  • Pettarossa
  • Faccia di corno – l’aggiunta
  • Nachecici
  • Lu furastiero
  • Rapatatumpa
  • La lontananza
  • La notte è bella da soli
  • OMBRA
  • La bestia nel grano
  • Scorza di mulo
  • Il pumminale
  • Le creature della cupa
  • La notte di San Giovanni
  • L’Angelo della luce
  • Componidori
  • Il bene mio
  • Maddalena la castellana
  • Lo sposalizio di malo servizio
  • Il lutto della sposa
  • Il treno

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