Vinicio Capossela

live report

Vinicio Capossela Bollate / Villa Arconati

01/07/2024 di Laura Bianchi

Concerto del 01/07/2024

#Vinicio Capossela#Italiana#Canzone d`autore

La clessidra del tempo scorre inesorabile sopra le nostre vite, le miserie e le nobiltà, gli errori e le lezioni, i dolori e le gioie, e trent'anni possono essere un'enormità, ma anche un soffio, da accogliere e ri_cordare, nel senso proprio di portare al cuore, per custodirli.

Vinicio Capossela è sempre stato attento allo scorrere del tempo, e ne ha ricordato il significato ogni volta che ha potuto: è successo nel 2015, per il suo "Qu'Art de Siècle", che celebrava i suoi primi venticinque anni di musica; è successo nel 2021, per i trent'anni del primo disco Allunaetrentacinquecirca (qui il nostro live report); e succede stasera, per i trent'anni del suo terzo disco, quel Camera a Sud che lo consacrò uno dei migliori cantautori della sua generazione.

E non può che essere la splendida Villa Arconati, nell'hinterland della "sua" Milano, ad accogliere questi Vecchi Tasti - Camera a sud trentennale esecuzione integrale, concerto in prima assoluta, per il quale Capossela ha chiamato molti dei musicisti che collaborarono all'incisione del disco, tra i quali Enrico Lazzarini, imprescindibile contrabbasso, e Teo Ciavarella, che col suo Hammond dona un tocco vintage a brani come Furore, mentre presente in spirito è Antonio Marangolo, egregiamente sostituito da Michele Vignali.

E ci sono altre presenze - assenze, questa sera: dal promoter Dario Zigiotto, a cui è dedicato l'intero Festival di Villa Arconati, al trombettista Marco Tamburini, che stasera soffia nell'energia di Luca Grazioli, fino a Renzo Fantini, storico manager del cantautore, che stasera richiama a sé i protagonisti di decenni di vita e amicizia. Tra il pubblico, c'è infatti anche il poeta Vincenzo Costantino Cinaski, a cui dedica L'affondamento del Cinastic, in memoria delle loro notti in clandestinità. 

Passato e presente, miserie e nobiltà, ascese vertiginose e inabissamenti clamorosi, riassunti nell'esecuzione integrale del disco, che viene presentato con un'esegesi dei singoli brani da parte del cantautore, intermezzi esilaranti e profondi, tra citazioni coltissime (Conrad, Melville, Omero, Machado, Novalis) e personaggi pittoreschi (come Agostino o' pazzo, o quelli del Florida, night club mitologico del Modenese).

Musicalmente, convincono gli arrangiamenti a volte filologici, altre che riscrivono, arricchendole, le partiture originali, come nel caso di Fantasma delle tre, con Capossela che dirige il duello tra la batteria di Zeno De Rossi e Ciavarella, o un'estasiante Camminante, che lentamente diviene un bolero sulle tracce di una verde milonga, o Zampanò, con i fiati in splendida evidenza, nel solco della Kocani Orkestar, che dialogano col violino del maestro cerimoniere Raffaele Tiseo e il violoncello della neomamma Daniela Savoldi. 

Un giro del mondo e del tempo, dal Sudamerica di Che coss'è l'amor, dominato dal trombone latino di Humberto Amesquita, o dell'estenuante, lentissima e sensuale bossanova di Camera a Sud, in cui il fischiettio e il sussurro di Capossela si intrecciano con gli echi della chitarra di Alessandro Asso Stefana, in stato di grazia, fino ai ricordi tutti milanesi della già citata Cinastic o di una Resto qua fitta di luoghi ormai scomparsi, come il teatro Smeraldo (quanti concerti, anche suoi, ho visto in quel posto, ormai meta della gastronomia turistica...).

Non c'è soluzione di continuità tra l'esecuzione del disco e la seconda parte del concerto, perché la Big Band si muove agile lungo tutto il pentagramma delle creazioni di Capossela, che sia nell'inno giovanile Allunaetrentacinquecirca, col cantautore che soddisfattissimo si muove in mezzo alle differenti timbriche di musicisti eccellenti, o in quello della maturità Ovunque proteggi (di nuovo, menzione di lode a Stefana che fa cantare la sua chitarra), o nell'ultimo Il tempo dei regali, con tutto il pubblico che forma un'onda di gratitudine e gioia. 

Perché, quando passa il dono di un concerto tanto completo e generoso di sentimento, l'unico peccato è non coglierlo e non ringraziare chi ce ne ha fatto dono.


Non perdetevi la replica, a Umbria Jazz il 12 luglio.

SETLIST

Non è l'amore che va via

Zampanò

Amburgo

Che coss'è l'amor

Il mio amico ingrato

Fatalità

Camminante

Furore

Ma l'America…

Il fantasma delle tre

Tornando a casa

Guiro

Camera a sud

 

Bis:

All’una e trentacinque circa

L'affondamento del Cinastic

Lord Jim

Ovunque proteggi

 

Bis 2:

Resto qua

Il tempo dei regali

Con i tasti che ci abbiamo