Passando in rassegna l’infinita tracklist che vede affiancati 68 gruppi tutti italianissimi, tra cui alcune puntate all’estero a fare da contorno e da metro di paragone alla nostra scena, questo doppio album mescola passato e presente recente di un universo frastagliato e solo apparentemente omogeneo, peraltro fornendo all’interno del booklet contatti e immagini per approfondire la conoscenza di ciascun gruppo aderente alla raccolta.
La prevedibile piacevolezza del progetto risiede nel suo strizzare l’occhio alla tendenza che qualche anno fa trovò la sua miglior definizione in quel crossover che accostava la capacità di contaminare un genere “puro” in favore di una ricerca espressiva, tendendo a distaccarsi da modelli ingombranti e troppo rigidi.
Nel nostro caso già le note di copertina riportano chiaramente questa tendenza catalogando ulteriormente i partecipanti al progetto in quattro categorie tra cui quella prettamente punk in cui non vengono risparmiate ruvidezze assortite; quella più morbida dello skankin’ dove la parola d’ordine è rallentare il ritmo ma non l’energia; quella core dove al contrario il ritmo accelera all’inverosimile; e infine quella definita street dove evidente è la contaminazione con il rock più ribelle, di strada appunto. L’immediata riconoscibilità di questi stilemi e il conseguente appiattimento su di essi è forse da ritenersi il magio limite di quest’iniziativa della Sana Records. È curioso che proprio l’accostamento di nomi anche parecchio distanti l’uno dall’altro dia l’impressione che questi abbraccino un genere piuttosto che un altro seguendo più un necessario istinto di svago che per precisa scelta espressiva (d’altra parte vista da un lato la giovane età e dall’altro la magra esperienza di molti di questi come poterli biasimare). Questo dato di fatto spinge a riflettere sull’effettivo valore di una scena musicale che pare giunta ad un punto di non ritorno: quello dell’involuzione su sé stessa e che pare aver abbandonato l’originaria carica di eversione (leggi provocazione) per passare a mera colonna sonora adolescenziale, in cui ritmo, melodia, messaggio e intenzione siano elementi scoordinati fra loro.
L’obiettivo di immortalare con un’istantanea la più completa foto di gruppo alla scena punk italiana dell’anno 2003 può comunque ritenersi raggiunto anche se l’ambizione e la durata del progetto richiede sia impegno che attenzione da parte dell’ascoltatore il quale verrà premiato, proprio dove meno se lo aspetta lungo i 156 minuti di durata della raccolta, con un riff, un’invettiva, un guizzo punk assolutamente ghiotto.
Il nostro parere per questa raccolta è comunque positivo, per il suo proposito di farci conoscere nomi nuovi e ritrovare alcune certezze del passato. La speranza è di riascoltare un giorno il tutto con la giusta dose di disillusione necessaria per capire i meriti di una stagione dalla formidabile vivacità.