Aavv Memphis Boys: The Story of American Studios
2012 - ACE
Attivi dal 1967 al 1972 gli American Studios hanno “fabbricato” centinaia di hit per artisti targati Atlantic, Bell, Dial, Goldwax, Kent, MGM, RCA, Victor… ma nessun successo per i suoi venticinque singoli diffusi dalla label di casa la AGP. Questo, assieme al fatto di non essere mai stati citati nei credits dei brani su cui lavorarono, fu il motivo per cui gli American Studios non ebbero mai la fama di studi analoghi come i Muscle Shoals o gli Stax Studios.
Fondati dai produttori, e autori, Chips Moman e Don Crews, gli studios avevano una versatile, raffinata e potente house band formata da Gene Chrisman alla batteria, dai bassisti Tommy Cogbill e Mike Leech, da Reggie Young (e Bobby Womack per il primo periodo) alla chitarra e le tastiere di Bobby Emmons e Bobby Wood.
Tra gli artisti, bianchi e neri, che registrarono agli American Studios possiamo citare: Aretha Franklin che qui registrò Do Right Woman Do Right Man; Bobby Womack, che dopo essersi messo al servizio di Joe Tex (presente con la trascinante Skinny Legs And All, con un break chitarristico tra ritornello e strofa che lascia il segno) e The Box Top (nel cd con la strepitosa The Letter), qui incise i brani che gli valsero i suoi primi hits nel 1968: What Is This, It's Gonna Rain e la bella More Than I Can Stand presente in questa raccolta. Anche Wilson Pickett si servì spesso di Womack come chitarrista o autore come nella bella I’m In Love che fu registrata proprio in questi studi.
Nel 1968 l’inglesina Dusty Springfield qui registrò l’album Dusty In Memphis che conteneva uno dei brani più belli di sempre quella Son Of The Preacher Man che è la traccia numero due di questo Cd. Elvis Presley registrò agli American gli ultimi suoi singoli di valore In The Ghetto e Suspicious Minds (qui nella bella versione di Mark James) e in generale il materiale per From Elvis To Memphis (‘69) da cui è tratta I’m Movin’ On che chiude il cd.
Ma, tra le 24 tracce presenti, abbiamo anche James & Bobby Purify con Shake A Tall Feather (tutti la ricordate cantata da Ray Charles in The Blues Brother…); le bianchissime e pop Born A Woman di Sandy Posey e Angel Of The Morning di Merrilee Rush; l’immensa voce di James Carr, alle prese con una You’ve Got My Mind Messed Up da brividi; le festaiole Keep On Dancin dei Gentrys e Funky Stret di Arthur Conley; la morbida voce di Solom Burke con Shame On Me mentre The Glories sono alle prese con l’immortale Dark End Of The Strets scritta proprio dal boss degli studios Chips Moman durante una nottata passata a giocare a poker.
Mille altre cose si potrebbero dire seguendo i ricordi e il bel libretto incluso nel disco, ma ancor più se ne potranno dire quando si riuscirà a mettere le mani sul libro di Roben Jones (circa 400 pp) che ha ispirato questa bella operazione della Ace Record.
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