Aavv Dynamic Grooves
2011 - BGP-ACE Records
Dagli American Recording Studio di Memphis abbiamo Chuck Jackson con la sua Candy: è il 1967! Nello stesso anno a New York Inez & Charlie Foxx con la già ben ritmata 1-2-3-4-5-6-7 Count The Days. Siamo nel 1968 e Joe Arnols, appena tornato da Memphis dove aveva fatto parte della sezione fiati dei Mar-Keys registrando e andando in tour con i musicisti Stax-Volt, con la sua Soul Trippin’ si abbandona a un proto funk leggermente derivato ma pieno di classe. Ma è con Soul Party Pt 1 (di Bill Clark E The Maskman – 1968) che la festa può veramente iniziare con un soul funk jazzato, puro bungaloo, che più groovy non si può. Più complessa, e più vicina alle sue origini di New Orleans, la ritmica di Jonny Moore con la sua A Dollar Ninety Eight prodotto da un’altra gloria di New Orleans Allen Troussaint. Troussaint compare nella raccolta in prima persona con una Working In Coalmine che, nella sua versione, tanto sa di sud e della sua città di origine. Trussaint compare ancora come produttore: del paludoso e contagioso funk Funky Belly, ad opera di Warren Lee - con splendidi stacchi dei fiati e una chitarra contagiosa e saltellante - e con il morbido groove di Tic Tac Toe cantata da Earl King .
Ma tra i brani più incredibili per bellezza e capacità di cortocircuitare le orecchie degli appassionati abbiamo certamente la It’s My Life di Betty Moorer (da Chicago) che richiama in tutto e per tutto il suono e la voce di Sharon Jones e dei suoi Dap King. Vi assicuro che ogni volta che sento questo brano devo controllare da dove venga (ed è da notare come ciò non avvenga assolutamente in Speed Up altro bel brano dell’artista presente nella raccolta). Potentissima e torrida è She’s My Meat di Harmor Bethea che, siamo nel 1970, in parte richiama il migliore James Brown. Funky Footbal è una divertente macchina da ritmo ad opera di Jerry O mentre Soul Smokin Pt 1 per qualche oscura ragione invece continua a rimandarmi alla musica ethiopica di Mulatu Astatke o a qualche oscura banda funk centroaficana. Il solo di sax è comunque pregevolissimo così come è pregevole ciò che i Soul Brother fanno sullo strumentale Horsing Around: una cavalcata in cui l’apertura dell’hammond e dei fiati sul ritornello è da mandare a memoria! I Know You Don’t Want Me degli Endeavors rimanda, non solo nel falsetto, ai migliori Temptations mentre Machine Shop Pt2 degli Untouchable Machine Shop è, appunto, una macchina di ritmo inarrestabile con un tocco latino che si vorrebbe durasse più degli usuali due minuti e mezzo della lunghezza media di questi brani.
Ecco, se vogliamo una grande sorpresa non è tanto l’ottima qualità dei 21 brani, scelti con grande cura dai curatori della raccolta, quanto per il fatto che ancora nessuno, in questi brani (comunque ricordiamo tutti singoli a 45 giri), avesse il coraggio di provare a allungare il minutaggio e a rendere più ancora più ossessiva la splendida idea ritmica su cui stavano lavorando!