Solo un grande sasso<small></small>
Italiana

Verdena Solo un grande sasso

2001 - UNIVERSAL / BLACK OUT / MERCURY

12/11/2001 di Christian Verzeletti

#Verdena#Italiana

Chi ha suonato in un gruppo rock, sa quante ore si passano sulla propria chitarra a sognare qualcosa che, il più delle volte, se va bene, si tramuta in alcune serate a sudare freddo su un palco di un locale.
I Verdena si sono fatti venire i calli sulle mani a forza di insistere sul loro sogno e lo hanno visto realizzarsi fino a trovargli incredibilemte addosso la (s)piacevole maschera di “Nirvana italiani”.
Così “Solo un grande sasso” avrebbe dovuto essere la risposta alle attese create dai media e dal successo, ma i tre ragazzi bergamaschi se ne sono fregati e hanno saggiamente ignorato tutto per concentrarsi ancora sul loro unico obiettivo: suonare.
Il precedente “Verdena” aveva mietuto riconoscimenti a iosa portando l’album e il singolo in classifica, grazie anche ad una attività live senza pause; allora alla cabina di regia sedeva Giorgio Canali dei CSI, mentre ora il posto è stato preso da Manuel Agnelli degli Afterhours. Tanta importanza avrebbe potuto far tremare questo trio poco più che ventenne e indurli a ricalcare passi già compiuti, invece “Solo un grande sasso” mette ancora più a nudo la forza dei Verdena. Sarà per incoscienza o forse per ardore giovanile, fatto sta che Alberto, Luca e Roberta riescono a scatenare le energie primordiali del rock con vigore ed essenzialità.
Ad un primo ascolto si rimane colpiti dal suono crudo e cupo che scaturisce da ogni traccia, ma in realtà il lavoro è frutto di una produzione curata e di arrangiamenti mirati. I Verdena hanno incastonato, una pietra dopo l’altra, tutte le loro intuizioni fino ad ottenere un disco che è un raro esempio di come ci si può far produrre senza perdere in forza e verità.
Manuel Agnelli avrà fatto la sua parte, chiamando in causa anche Xabier, compagno di sfoghi e di chitarre negli Afterhours, ma il merito va ai tre ragazzi di Bergamo, tanto umili da nascondere anche i loro cognomi nei credits del cd.
Il riferimento ai Motorpsycho è evidente, ma è anche riduttivo: non solo perché oggi il gruppo norvegese si diletta in tutt’altri suoni, ma soprattutto perché i Verdena dimostrano di aver intrapreso una ricerca di una loro personalità sonora.
È ancora presto per parlare di maturità, eppure non si può che ammirare come le progressioni basso / batteria / chitarra siano rifinite ed alternate con dei passaggi di mellotrono, piano rhodes, wurlitzer, violoncello, violini.
Il disco è racchiuso tra due fragili ballate, l’iniziale “La tua fretta” e la conclusiva “Meduse e tappeti”; in mezzo ci sono assalti chitarristici costruiti su progressioni di accordi ruvidi, accenni di jam psichedeliche, richiami all’etereità dei lenti spezzati di John Lennon (“Cara prudenza”, “Nel mio letto”) e una tensione che passa di brano in brano come una scarica di adrenalina.
“Solo un grande sasso” colpisce in pieno e lascia il segno tangibile di un gruppo che non è una favola, ma una realtà.


Discografia:

VERDENA 1999, BLACK OUT / UNIVERSAL
SOLO UN GRANDE SASSO 2001, UNIVERSAL / BLACK OUT / MERCURY

Track List

  • La tua fretta
  • |Spaceman
  • |Nova
  • |Cara prudenza
  • |Onan
  • |Starless
  • |Miami safari
  • |Nel mio letto
  • |1.000 anni con Elide
  • |Buona risposta
  • |Centrifuga
  • |Meduse e tappeti

Articoli Collegati

Verdena

Volevo magia

Recensione di Arianna Marsico

Verdena

Live Report del 09/11/2015

Recensione di Carlotta Garavaglia

Verdena

Intervista 28/09/2015

Recensione di Ambrosia J. S. Imbornone

Verdena

Endkadenz vol. 2

Recensione di Francesco Malta

Verdena

Live Report del 03/08/2015

Recensione di Annalisa Pruiti Ciarello

Verdena

Endkadenz Vol.1

Recensione di Dario Rivera Magos

Verdena

Wow

Recensione di Gianmario Ferrario

Verdena

Requiem

Recensione di Christian Verzeletti

Verdena

Elefante

Recensione di Andrea Salvi

Verdena

Live Report del 07/05/2004

Recensione di Andrea Salvi

Verdena

Il suicidio dei samurai

Recensione di Andrea Salvi

Verdena

Live Report del 10/01/2003

Recensione di Dave

Verdena

Live Report del 16/11/2001

Recensione di Christian Verzeletti