16/11/01 BUDDHA CAFE', ORZINUOVI (BS)
Il Buddha è già colmo ben prima che il concerto inizi, una gioventù dall’abbigliamento “sonico” riempie anche il soppalco e comincia a intonare “Verdena! Verdena!”.
L’attesa dura circa mezz’ora poi Alberto sale sul palco, si sistema sul lato sinistro lasciando Roberta al centro, un timido ciao e subito innescano una miccia sonora che porta scoppi improvvisi e drammatiche pause in cui suoni e volumi sono liberi di seguire i loro istinti più primordiali.
La triade iniziale ha la sua massima esplosione con “Nova” che fa pogare le prime file nel lungo intermezzo strumentale, Alberto spreme la chitarra e poi ricomincia a cantare vomitando tutto quello che ha nell’anima. “Valvonauta” arriva con un ritmo quasi pop, un po’ Pixies e un po’ Smashing Pumpkins arruginiti, ma i tre Verdena non le lasciano il tempo di ammiccare al pubblico e la aggrediscono con un ritmo potente, a volte anche farraginoso, che trova la sua apoteosi negli accordi spezzati di una chitarra levata in alto, già oggetto di trionfo e di sacrificio. Alla fine Roberta rialza la testa dal basso e presenta “Blue”, come “Stenuo” altro brano dell’ultimo EP; pezzo dopo pezzo i Verdena dimostrano di non risentire di probabili derivazioni esterofile, ma di inseguire, di arrancare dietro a un suono che vogliono fortemente solo loro.
Non c’è pietà nelle loro canzoni e anche la cover dei 13th Floor Elevators, “Reverberation”, viene posseduta con un ansia psichedelica aumentata da un piano rhodes e da un finale in cui Luca suona come se volesse spaccare la batteria.
L’unico rimprovero che si può fare a questi ragazzi è una certa ripetitività all’interno di ogni canzone; da un lato questo fa apprezzare la radicalità della loro musica, ma dall’altro ne limita i movimenti.
La batteria di Luca stupisce per potenza e cambi, mentre il basso e la chitarra percuotono e riprendono trame veementi; la formula è di grande impatto e emotività nei brani lunghi che creano un’ipnosi sonora spessa di echi e di colpi inattesi, mentre risulta un po’ fine a se stessa invece nei pezzi più “pop”. I Verdena dimostrano di esserne coscienti e in questo senso mi sembra che vada la scelta di farsi accompagnare dal vivo da una tastiera che ritenta gli effetti ottenuti in studio.
“Dentro Sharon” è una continua serie di rullate e di scosse che mandano in fibrillazione il Buddha e fanno letteralmente lievitare alcuni ragazzi fin sopra le teste delle prime file. “Viba” chiude il set lasciando nell’aria una tensione palpabile.
Poco dopo Alberto torna sul palco e esegue “La tua fretta” quasi in solitudine: qualcuno interpreta male e alza qualche accendino, i Verdena se ne accorgono e provvedono subito a spegnerli con una versione di “Spaceman” che scarica addosso al pubblico raffiche di una potenza inaudita. Dai gradini su cui mi sono messo in piedi mi viene un po’ di vertigine, il suono dei Verdena non lascia scampo nemmeno alla mia sigaretta.
“Ultranoia” è l’ultimo sfogo, Roberta distorce il basso ottenendo un effetto ancora più cupo di quanto sentito finora; non ci sono i soliti applausi deliranti, ma piuttosto una riverenza intensa, ammutolita e partecipe del suono Verdena.
Mentre mi avvio verso l’uscita mi accorgo che mi tremano ancora i jeans. TRACK LIST CENTRIFUGA .1
STENUO .2
NOVA .3
VALVONAUTA .4
BLUE .5
CARA PRUDENZA .6
REVERBERATION .7
OVUNQUE .8
STARLESS .9
DENTRO SHARON .10
VIBA .11
LA TUA FRETTA .12
SPACEMAN .13
ULTRANOIA .14