Verdena Wow
2011 - Universal Music Italia
Il passo successivo ad un capolavoro della musica italiana come Requiem (2007) non era facile, doveva e poteva prendersi il tempo necessario. E, a giudicare dai risultati, questi tre anni sono serviti ai Verdena per maturare un altro lavoro di alto livello, non come il precedente, ma sempre di una certa rilevanza. Tra sfighe, gioie e comunque lunghi tempi di attesa, arriva dunque Wow a conferma che le scelte artistiche di questa band sono ancora, fortunatamente, in continua ricerca evolutiva, districate da qualsiasi imposizione e, appunto per questo, di gran valore. Dicesi arte, prima ancora di prodotto.
Specie se, mentre stai ascoltando Loniterp, arriva grandiosamente un gioco di voci a sfondo doo-woop. Oppure quando, incassata la bastonata alla QOTSA intitolata Mi coltivo, ci si affievolisce con Razzi Arpia Inferno e Fiamme, meraviglioso brano acustico, primo singolo estratto dall´album. Alberto dice“It´s Changed”. Però, fino a che punto? I rumors che giravano attorno a questo disco facevano pensare ad un dirottamento di intenzioni, da parte della band, ad atmosfere quasi totalmente acustiche (tra le quali segnaliamo anche le mirabili Castelli per aria e Letto di Mosche) ma, ormai lo sappiamo, questa cosa c´è ma non è tutto. In Wow, più che un cambio di stile, è presente una maggiore ed ampia concentrazione di influenze, capace di arrivare a tante orecchie diverse.
L´unico problema è che, forse, c´è pure troppo: tra sintetizzatori in trip, vangate di distorsori ed emozioni invernali, l´album contiene anche tracce forse più vicine a jammate impulsive piuttosto che a canzoni finite (Sul ciglio, ad esempio, che dura quanto un brano hardcore, non poteva essere sfruttata un po´ meglio?). Ecco perché Requiem è stato il disco dei Verdena. Perché aveva le idee più chiare, mentre qui, probabilmente, si voleva fare il doppio a tutti i costi. Ciò non toglie che la maggior parte dei brani ha una bella resa e che questa band ha fatto veramente passi da gigante rispetto ai suoi (già credibili) esordi.
Non lamentiamoci dunque. Stiamo parlando di uno dei pochi gruppi che in Italia riesce a suonare il rock in maniera eccellente, avanti anni luce rispetto a tante altre realtà, per così dire, alternative, e non solo per quanto riguarda il nostro Paese. I Verdena ci mancavano. Che i passaggi, sempre più frequenti, in certe radio commerciali siano la speranza (o l´ennesima illusione) che al grande pubblico possa arrivare anche qualcosa che non sia per forza la solita banalità, parlando in termini di rock?