Live Club di Trezzo sull'Adda (MI)
7 maggio 2004 Partiamo dal sudore. Tutto in fondo nasce da lì, no? Da esso il rock trae un motivo stesso della propria esistenza, gli occhi e la pelle lo sentono vibrare e scorrere dai nervi tesi giù fino ai piedi che scalciano, che muovono, che premono.
Il Live Club stasera è in assetto da battaglia: levati dalle vicinanze del palco sedie e tavolini e chiuso a mo' di gabbia lo spazio di fronte con due gradinate, tutto è pronto per quella che si preannuncia una lunga e torrida serata di rock genuino.
Spetta agli Hogwash aprire le danze e ricevere i numerosi spettatori che ancora pressano all'entrata. Il loro set è decisamente raffinato e accogliente, proponendo buona parte dell'ultimo album "Atombombproofheart". Ballate dilatate, con gli intrecci di due belle chitarre in evidenza, risultano ben più di un gradevole sottofondo, facendo ben sperare per una formazione che pare aver in serbo ancora molto da dire.
Il gruppo successivo a salire sul palco è quello dei Jennifer Gentle, e il loro circo acido riesce a mettere tutti d'accordo. Se i principali riferimenti artistici del gruppo paiono essere principalmente Syd Barrett e Capitain Beefheart, i musicisti sul palco ce la mettono tutta per non lasciarsi imbrigliare in categorie prefissate mettendo in scena un set formidabile, potente, elettrico e spiazzante per la quantità di strumenti utilizzati e soprattutto per la proposta dell'infinita suite conclusiva, dimostrando la completa padronanza in materia di improvvisazione.
A tarda ora, dopo qualche ritocco alla strumentazione, ecco in scena gli oramai quattro Verdena.
La prima cosa che osservo è l'eterogeneità del pubblico, a sfatare il luogo comune e desolatamente ancora diffuso che vorrebbe il gruppo come legato irrimediabilmente ad un immaginario adolescenziale e quindi -chissà per quale motivo- poco credibile. In verità, dopo tre album e una sfilza di EP, il gruppo non solo ha affinato uno stile personale e indubbiamente valido, ma soprattutto ha saputo dimostrare in più di un occasione di non aver nulla da temere al cospetto di una materia, quella rock, che li vede tra i maggiori esponenti nel nostro paese.
Rock e sudore, si diceva. Dieci anni esatti dopo i Nirvana ecco rinnovato quindi lo spirito e la determinazione di quella che, volente o nolente, è stata la maggiore fonte ispiratrice dell'attuale generazione di rockers. I Verdena vengono da ciò, è inutile negarlo, e basta osservare le due ore di headbanging della bassita Roberta Sammarelli o i nervi tesi e la violenza di Luca Ferrari dietro le pelli di una batteria selvaggia per farsene un'idea indelebile.
Le chitarre urlano e vengono maltrattate senza pudore da un Alberto Ferrari a perfetto agio con i propri brani al punto da proporre una scaletta che pesca a piene mani nelle pieghe di un repertorio ricco di sfumature e raffinate ironie, trovando persino spazio in più di un'occasione per sarcastiche introduzioni e stacchetti, targati Vibrazioni o Radiohead.
Uno dopo l'altro i pezzi eseguiti trovano tra le pareti e le travi del locale l'ideale luogo dove scagliarsi in tutta la loro granitica veemenza, e i numerosi fans non si tirano indietro quando si tratta di partecipare al rito collettivo che sono i pezzi più attesi: "Valvonauta", "Luna" e "Spaceman" sono accolti da delle vere e proprie scosse telluriche che fanno vacillare il pavimento (il locale si trova al secondo piano di un capannone). Anche i pezzi dell'ultimo album, già ruvidi e poco inclini a variazioni, acquistano con l'esecuzione dal vivo una compiutezza poco comune.
Alla sinistra dei musicisti è posizionato dietro le tastiere Fidel Fogaroli i cui interventi, benché relegati a rifinire pezzi tra i quali "Onan" e "Logorrea", contribuiscono ad impreziosire un suono ruvido e poco accomodante.
Sopra e sotto il palco si respira un'aria di sintonia piena e condivisa, snocciolando un repertorio che al termine del concerto lascia tutti soddisfatti e fa trapelare la sincera certezza di aver assistito ancora una volta all'esibizione di un grande gruppo.
Fotografie di Nicola Favaron Scaletta:
01. 17 tir nel cortile
02. Spaceman
03. Phantastica
04. Elefante
05. Mina
06. Stenuo
07. Dentro Sharon
08. Luna
09. Starless
10. Valvonauta
11. Balanite
12. Nova
13. Ovunque
14. Onan
15. Ultranoia
16. Blue
17. Logorrea (esperti all'opera)
18. Glamodrama