Paolo Benvegnù Piccoli fragilissimi film
2004 - Santeria/Audioglobe
Cosa tendono a rappresentare questi frammenti transitori dalla vita breve?
La spiegazione più adatta è quella dello stesso autore: “Piccoli fragilissimi film è un disco sulle gioie minime ed i piccoli spostamenti, è un prontuario sulla costruzione di un oggetto, il semaforo di un passaggio a livello”. Parole che colgono lo spirito di undici canzoni scritte e cantate in punta di piedi, che paiono quasi chiedere il permesso di venir ascoltate, canzoni che una volta lasciate oltrepassare il limite della nostra intimità hanno il potere di entrare e di farsi largo tra le sensazioni dell’ascoltatore, condizionandole come la gentilezza di un soffio di vento tra i capelli in un mattino di primavera.
I film di Paolo Benvegnù toccano le vette di felicità semplici ma profonde, sofferte eppure giocate con la limpida intuizione che è alla base del mestiere d’autore, non cantautore, si badi. Esprimono il desiderio di ritrovare una dimensione quotidiana il meno artificiale possibile, legata a sensazioni e rapporti diretti tra uomini e realtà.
La stupenda “Il sentimento delle cose”, “Brucio” che par richiamare alla mente il primo Luca Carboni, “Only for you”, sono gli episodi più intensi dell’intero disco.
La voce è in primo piano, gli arrangiamenti divengono naturali rifiniture di testi che accompagnano con assoluta naturalezza, dai quali spicca un onnipresente pianoforte e chitarre misurate, trattenute quasi.
Paolo Benvegnù è un equilibrista. Le sue canzoni sono l’asta della quale si serve per attraversare la sottile corda tesa che è una quotidianità affilata, mai tanto facilmente oltrepassabile prima d’ora.
>> Cerchi nell´acqua (video, wmf)