Ed ha ragione, perché il suo canto è una macchia nel panorama musicale italiano, una voce zingara tra le più libere ed impetuose nell’ambiente della canzone leggera nazionale. Lo dimostra una volta di più questo disco dal vivo, che ha il pregio di raccogliere estratti dagli album degli ultimi anni come dalla prima parte della sua carriera, e di rappresentare quindi l’artista – sì, si può parlare di artista – nella sua completezza, nella sua crescita.
Registrato a Roma durante l’ultima data del “Luna piena in tour”, il cd è la prova di quanto Nada abbia investito con un aspro approccio rock tutta la sua produzione. Aperta e chiusa da un paio di inediti, la scaletta raccoglie anche pezzi melodici e persino qualche singolo in cui ancora si sente il r&r dei tempi che fuorno, ma tutto è interpretato con un soul amaro, che brucia in bocca e che non cede a banalità o sentimentalismi. Qualcosa vorrà dire se l’apertura del concerto è affidata ad una “Guardami negli occhi”, che comincia così: “Spezzami le ossa / non darmi tenerezza”.
Tra le cose migliori ci sono ovviamente “Luna in piena”, con una forza che batte in testa e gira attorno ad un’eco che sa di “Paint it black” (Rolling Stones), e la salmodiante “L’amore è fortissimo”, giusto per cogliere l’intensità anche un po’ sciamanica di cui Nada è capace. Ma tracce di questa personalità oscura si trovano anche nella melodia di “Il cuore è uno zingaro”: Nada cerca sempre colori accesi, senza mezze misure, affatto sfumati, come provano “Il sole è grosso” e “Distese”, due pezzi simbolo della sua visione.
Tutta la seconda parte del cd è tesa attorno ad una sorta di ritualità, dalla preghiera dannata di “Chiedimi quello che vuoi” ad una “Come faceva freddo”, scritta per lei da Piero Ciampi, per finire con una “Tutto a posto” che chiude con colpi rock ma soprattutto con un’immagine che racchiude tutta la musica di Nada: “maledetta questa sete che è rabbia / questa voglia matta / questa neve che ronza”.
Sulla stessa linea i due inediti, “Stretta” con un organo a la Doors, e “Novembre”, una ballata, scritta e suonata coi Les fleurs des maladives, che mette a nudo contemporaneamente ispirazione e insofferenza: “Questo Novembre dura per sempre”. È un mal d’animo, quello di cui vive la voce di Nada. Anzi, una Malanima.