Nada

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Nada La voce è uno zingaro

03/06/2008 di Maurizio Pratelli

#Nada#Italiana#Canzone d`autore #Rock

      
   La voce è uno zingaro

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È il 1969 quando Nada, che ha alle spalle solo un 45 giri con la cover in italiano di "Les bicyclettes de Belsize" , partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo. Quell'anno vince "Zingara", la canzone proposta dalla coppia Iva Zanicchi - Bobby Solo, una delle tante impossibili che per anni calcheranno il palco dell'Ariston.
Bellissima e giovanissima, tanto da venir soprannominata Il pulcino di Gabbro (suo paese natale in provincia di Livorno) Nada canta l'ormai storica "Ma che freddo fa" (con i Rokes di Shel Shapiro) e si classifica quinta. Se la città dei fiori viene conquista nel 1971 con "Il cuore è uno zingaro" , questa volta in coppia con Nicola di Bari, la prima vera svolta artistica arriva solo due anni più tardi, quando la cantante toscana non ha ancora compiuto vent'anni.
Quell'aria da bambina e certe canzoncine (non le sue che qualche decennio più tardi chiamerà proprio così in un bella raccolta) non le piacciono, forse non le sono mai piaciute. S'innamora di un grande autore conterraneo come Piero Ciampi e spiazzando tutti, Rca compresa, pubblica un disco che ai più fa storcere il naso. "Ho scoperto che esisto anch'io" , uscito nel 1973, è un lavoro coraggioso che l'avvicina per la prima volta alla canzone d'autore.
Nel 1975 Nada cambia ancora registro e pubblica "1930: Il domatore di scimmie" (uno dei tanti suoi dischi mai ristampato in cd), un lavoro frutto della collaborazione con la Reale Accademia di Musica. Il disco, che non otterrà alcun tipo di successo commerciale, contiene curiosamente anche una brano vagamente autobiografico intitolato "Nada". Frequentando gli ambienti della Rca, Nada approfondisce le amicizie con Piero Ciampi, Paolo Conte e Renzo Zenobi, con cui prova, ancora una volta senza particolare successo, a dar vita ad alcuni concerti che frutteranno anche un omonimo album, l'ultimo targato Rca, nel quale Nada canta anche due canzoni scritte proprio da Paolo Conte.

Nemmeno il passaggio in Polygram sembra portarle fortuna. Il secondo vinile intitolato a suo nome passa infatti del tutto inosservato per poi aggiungersi alla fila dei dischi che ancora oggi attendono una prima stampa digitale che forse non verrà mai. Nada galleggia grazie a qualche canzone da juke-box, ma è solo nell'82, con il 33 giri "Ti Stringerò" (al quale lavora Mauro Lusini) da cui viene estratto l'omonimo 45 giri, che ritorna a ottenere un successo considerevole. Ribadito e ampliato l'anno successivo, questa volta in Emi, con "Smalto" , long playing che contiene il celebre brano "Amore disperato" , altro cavallo di battaglia mai domo del suo repertorio odierno.

Ci vogliono però due dischi, "Noi non cresceremo" e "Baci Rossi" , una bocciatura a Sanremo nell'87 (che di solito porta solo bene), un lungo periodo di pausa, prima che Nada si decida a scrivere le proprie canzoni. "L'anime nere" , e siamo già nel 1992, non conquista le classifiche (i dissapori con l'etichetta non l'aiutano) ma rimane un disco decisamente maturo, forse il primo che apre davvero una strada con un futuro ben delineato. Tolto due anni più tardi anche il pensiero della pubblicazione di una raccolta di successi e inediti (compresi i due pezzi scritti per lei da Mr. "Alè oh oh" Claudio Baglioni) in occasione dei suoi venticinque anni di carriera, Nada Malanima si può ora tuffare libera in una nuova dimensione live in cui riesce ad esprimere tutto ciò che probabilmente cova da anni.
"Nada Trio", ovvero Fausto Mesolella alla chitarra e Ferruccio Spinetti al contrabbasso, diventa nel 1988 anche un disco che, pur rimanendo gran tesoro di pochi, lancia l'artista verso una nuova e splendida carriera.
Se il vecchio millennio si chiude con una nuova partecipazione al Festival con "Guardami negli Occhi" , brano contenuto nell'album "Dove Sei Sei" prodotto da Mauro Pagani, quello nuovo si apre invece con un lavoro che vira decisamente verso il rock d'autore alternativo. "L'amore è fortissimo il corpo no" , è un disco musicalmente asciutto, liricamente crudo e ispirato. Preludio del vero e proprio capolavoro che pubblica invece nel 2004 per la brillante produzione di Robert Parish.
"Tutto l'amore che mi manca" raccoglie una serie di canzoni scarne e ruvide che consacrano Nada sia in qualità di autrice sia in quella di interprete. Vale la pena di citare "Chiedimi quello che vuoi", "Asciuga le mie lacrime", "Piangere o no", "Ti troverò" , ma tutto il lavoro viaggia su livelli altissimi. Non da meno sono i suoi live di quei giorni recenti: "L'apertura" , lavoro registrato dal vivo con Massimo Zamboni, raccoglie i frutti maturi di un'altra stagione straordinaria. Nada ha saputo ricostruirsi da sola, grazie alla sua tenacia, alla sua voce e, soprattutto, grazie alle sue canzoni sincere, oneste, figlie di un percorso davvero anomalo nella storia della musica italiana.
E val qui la pena citare la strofa di una sua canzone ( "Inganno" ) che ben riassume tutto ciò: "Sono nata onda anomala in un mare che non conosco ancore bene, ma che so viaggiare ma che ci so restare a galla, ormai ho imparato mi sono allenata a mie spese a mia insaputa" .

Anche quando partecipata nuovamente a Sanremo, nel febbraio del 2007, Nada la fa a modo suo, con una canzone che, pur limata degli spigoli più recenti, è sempre figlia di quella radice rock che poco concede al pop o alle "canzoncine" che si aspetta la kermesse ligure. "Luna in piena" , che prende il nome dalla canzone portata in riviera, è infatti un altro gran disco che si avvale delle chitarre misuratissime di Cesare Basile e di canzoni velenose come "Distese" o "Tutto a Posto".

Anche qui, non è più una novità, la "nostra" Malanima non sbaglia quasi nulla a iniziare proprio dalla title- track. Riascoltata lontano dai fatui riflettori dell'Ariston, prende tutto il corpo che Nada le regala e diventa presto uno dei pezzi più richiesti dai fan ai concerti.

L'ultimo capitolo è recentissimo, ne abbiamo appena scritto. "Live Stazione Birra" , il primo disco dal vivo ufficiale con una band, è un gran lavoro che unisce ancora sensualità, femminilità, energia, consapevolezza, rabbia e dolcezza. Schiaffi e carezze che qui sono rappresentati anche da due canzoni inedite: "Stretta" , governata da un magico organo e "Novembre" , dolcissima ballata nata a Como che Nada ha subito voluto portare nella sua Toscana.



E Novembre ci regalerà, dopo "Le mie madri" , anche il suo secondo libro, "Il mio cuore umano" . Quel cuore fiero, forte e orgoglioso, che a Sanremo porta "canzoncine" che iniziano così:

"Spezzami le ossa, non darmi tenerezza,
L'amore non mi basta, di più di più di più
E guardami negli occhi
Ti sembro sempre quella
Che vuole a ogni costo la felicità
Non sento più le lacrime
Scendono giù le lacrime
Non sento più le lacrime
Scendono giù le lacrime"