live report
Nada Milano / Estate Sforzesca (Castello Sforzesco)
Concerto del 11/07/2019
concittadino Motta, John Parish e gli Zen Circus, in un cortile del Castello Sforzesco illuminato da una mezza luna estiva, c’è un pubblico mai tanto vario: trentenni dai capelli colorati e dai tatuaggi in bella mostra, coetanei della sessantaseienne dalle nove vite, post punk orfani dei CSI, viveurs orfani di Ciampi, appassionati di The young Pope, famiglie con ragazzi fans di Motta, veterofemministe e seguaci dell'elettronica, nostalgici di Sanremo e amanti del pop, livornesi orgogliosi e milanesi adoranti.
Perché, se esiste in Italia un'artista che ha saputo cambiare pelle, arricchire il proprio percorso di inaspettate esperienze, mantenendo una coerenza di fondo e una voce inossidabile, è proprio la signora Malanima coniugata Manzoli, moglie da quarant'anni e madre da 36, che condensa in sé tali e tante antinomie da riunire, attorno al culto della propria musica, un pubblico sfaccettato.
Nada, nerovestita e coperta da un gilet di piume uguali al copricapo che le orna i lunghi capelli sciolti, entra come Un angelo caduto dal cielo, canta da par suo, saluta, ringrazia, sorride, e poi, senza soluzione di continuità, voltatasi verso i tecnici di palco, esclama: Non sento un cazzooooo!...
Anche questo è un tratto distintivo dell'artista: professionale e genuina, raffinata e viscerale, filosofica e istintiva, capace di voli altissimi spirituali e di contemporanei inabissamenti fisici, ricca di sfumature che rivelano una sensibilità acuta, e di un bisogno concreto di esprimersi, divertirsi, muoversi, agire sul palcoscenico, come l'attrice esperta che ha dimostrato in più casi di essere.
Nonostante le difficoltà tecniche, che penalizzano l'audio della performance, e che culminano in un cambio di pile del microfono in corsa, degno del migliore pit stop, Nada sciorina una serie impressionante e coinvolgente di brani, moltissimi dei quali scritti di proprio pugno, presentati e illustrati, con amore per essi e rispetto per il pubblico.
E lei, hostess di questo volo collettivo fino nel profondo di noi stessi, come suggerisce all’inizio del concerto, percorre il palco a grandi falcate, si tocca il ventre, si scompiglia i capelli, allarga le
braccia, si commuove cantando Luna in piena e O madre, gioisce per l'accompagnamento alla chitarra di John Parish, impeccabile arrangiatore di due suoi dischi, fra cui l'ultimo, splendido, È un momento difficile, tesoro.
Gli interventi di Motta, con cui replica la preziosa versione di Dov'è l'Italia presentata a Sanremo (ci sono venuta solo per te, Francesco!, esclama lei), e La nostra ultima canzone, e degli Zen Circus, che portano, con una versione energetica di Amore disperato, un'ulteriore sventagliata di elettricità in un set di per sé ad altissimo tasso di emozioni, sottolineano il senso profondo del percorso cinquantennale di Nada: da pulcino di Gabbro a musa dell'indie, nume tutelare di una musica d'autore problematica, ma vitale, lontana dalle banalizzazioni di certo cantautorato ombelicale, ma anche dalla frivolezza consumistica del nuovo pop, tesa invece a esprimere una tristezza che non scivola mai nell’autocommiserazione, ma, a detta sua, diviene anzi uno strazio necessario, per poter proseguire con più forza il cammino, per riconoscere gli occhi di chi amiamo.
La voce, poi, non subisce una sola flessione, e si spalanca infine ad abbracciare l’universo, in un'interpretazione a cappella di All'aria aperta, dall'effetto potentemente taumaturgico: un ulteriore dono di un'anima vibratile, a cui auguriamo che ritorni tutto il bene che ci sa regalare.
SETLIST
Un angelo caduto dal cielo
Disgregata
Stasera non piove
Guardami negli occhi
Luna in piena
Correre
Senza un perché
Dov'è l'Italia (Motta cover, con Motta)
La nostra ultima canzone (Motta cover, con Motta)
Lavori in corso
Amo te
Macchine viaggianti
È un momento difficile, tesoro (con John Parish)
O madre (con John Parish)
Dove sono i tuoi occhi (con John Parish)
BIS
All'aria aperta
Vuoti a perdere (The Zen Circus cover, con The Zen Circus)
Non voglio ballare (The Zen Circus cover, con The Zen Circus)
Amore disperato (con The Zen Circus)
Ma che freddo fa
La canzone per dormire
(FOTO DI GIUSEPPE VERRINI)