Baustelle L`amore e la violenza - Vol. 2
2018 - Warner Music Italia
Tuttavia, citando una delle ballad d’amore per antonomasia, quella Always dei Bon Jovi che tutti avrete cantato a squarciagola quando non vi vedeva nessuno, “Now I can't sing a love song Like the way it's meant to be”. Francesco, Rachele e Claudio non si sono arresi a rime facili e banali e a suoni stucchevoli, ma hanno portato l’amore nelle tenebre cinematografiche e sonore che illuminano con un synth-pop così soave e perfetto da sembrare irreale. Un’eleganza innata trasuda dal primo singolo Veronica, n.2 e dal relativo video, quasi come se Audrey Hepburn si fosse trovata a recitare per loro.
Un “One two three four” inconsapevole del dolore seguente apre Lei malgrado te, un triangolo di Escher impossibile, che può esistere solo con due vertici alla volta. Jesse James e Billy Kid a dispetto del titolo non omaggia il genere western. Grazie all’intreccio delle voci, mai così all’unisono, di Rachele e Francesco che danzano su una struttura vellutatamente elettro- pop che solo sul finale si contamina di rock il brano è la vera perla del disco, un’elegia del perduto che ha solo la dolcezza del vissuto . D’altro canto i Baustelle a proposito dello spirito che li ha animati nella scrittura dell’album hanno dichiarato “Il secondo volume de L'amore e la violenza è stato scritto un po' intenzionalmente e un po' per caso di fretta, correndo, mentre una bella stagione delle nostre vite passava, mentre ci sembrava che il tempo stesse per finire. Come godersi l'ultimo tuffo in mare prima della fine dell'estate, o fare l'amore come se non ci fosse un domani: la stessa meravigliosa sensazione di supereroico coraggio, ultraumana gioia.”
I corpi delineati nel testo sembrano muoversi statuari come sequenza di fermi immagine “Ti ho aspettato sulle scale mentre parlavi col tuo uomo /Ti ho baciato sulla schiena, conosciuto la tua angoscia/Perché non ti ho mai sparato non lo so […] I nostri corpi fuorilegge e il dolore/Saranno seppelliti qui”.
La musica elettronica tra la solennità di Fantasma e un cuore di tenebra è il preludio perfetto alla rarefatta Baby (“Cerchiamo qualche cosa da mangiare/E fammi un fischio e portami a ballare/La musica elettronica migliore”), una giornata senza pretese virata su un ennui pulp (“Baby, un rivolo di sangue sulle labbra/Due virgole di sperma sulla schiena”).
Perdere Giovanna oscilla tra la fissità quasi classica delle strofe e un refrain così lieve che non sembra raccontare una perdita.
Si finisce con Il minotauro di Borges, un labirinto che porta al cuore di un amore impossibile, ispirato al racconto La casa di Asterione di Jorge Luis Borges. E come per il minotauro si dissolve la speranza di coronare il proprio sogno d’amore così il cantato si fa da parte a favore di un synth – prog venato di urla (di terrore o di dolore?). Sulla lavorazione del brano il trio racconta “Appena abbiamo finito di registrare, l’amplificatore di Claudio si è incendiato, una sorta di magia, un segno”. Come riportato nel libro di Federico Guglielmi L'amore e la violenza. Una storia dei Baustelle qualcosa di simile successe anche durante la rifinitura del finale di Betty (“l’assolo finale di Betty che si sente sul disco è quello inciso mentre l’amplificatore brucia!” raccontò Claudio).
Evidentemente il fuoco porta bene.