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Baustelle Elvis
2023 - BMG
Per restare vivi organizziamo concerti/ Party sulla spiaggia dove socializzare/ Per non vedere il vuoto mai/ Dentro di noi” (Andiamo ai rave)
Un senso di decadenza, di lento disfacimento, degno de La morte a Venezia di Thomas Mann (e del film di Luchino Visconti), permea Elvis, il nuovo album dei Baustelle, dopo un periodo di crisi (stando alle dichiarazioni la band sarebbe stata a un passo dallo scioglimento) e lavori solisti. “Quando io penso a Elvis inevitabilmente penso anche alla sua fase decadente, grassa, sudata e impasticcata” aveva dichiarato Francesco Bianconi a proposito del titolo e del brano Gran Brianza Lapdance Asso di Cuori Stripping Club. E allora il mezzo adatto per narrare questo declino non può essere il rock’n’roll con cui The King aveva fatto sognare. E nemmeno, da solo, quel meraviglioso pop-vintage a cui i Baustelle ci avevano abituato. È il glam-rock, con il suo avere in sé i germi della propria distruzione (The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars di David Bowie docet), naturalmente filtrato dalla sensibilità dei tre toscani. E dunque ci vuole un sound più corposo, tant’è che forse l’episodio più debole del disco è il singolo Milano è la metafora dell'amore.
Contro il mondo, anteprima del resto del lavoro, riesce ad essere una perfetta sintesi dello spirito di Elvis: rinnovarsi, restando fedeli a sé stessi, ritrovarsi finalmente, e togliere “quei quattro stracci da folletto freak” che velano il vero facendocelo sembrare meno tremendo.
Los Angeles e Betabloccanti cimiteriali blues sono invece la quintessenza di questa vena sonora nuova, meno levigata. “E sia lodato e benedetto il Signore/ Quando mi toglie dalla strada/Il prete, il Buddha, il convertito/ Che si crede Battiato” recita la seconda, in netta contrapposizione con la disperata sacralità de Il regno dei cieli, stemperata dal coro finale a cui partecipano, fra gli altri, Lucio Corsi, i Coma Cose e Dimartino.
La voce di Rachele Bastreghi con Cuore chiude le danze. Non ci sono piccoli eroi deamicisiani, anche se il tema è la riconciliazione (mancata di un soffio) tra un io-bambino e un io-adulto di oggi.
Elvis è la caduta dei nostri dèi fallaci e consumisti, quelli che con la loro caduta mandano in frantumi la nostra superficialità. È forse anche un augurio per un futuro diverso, in cui magari l’Elvis che è in noi possa tornare a splendere.