Del nostro tempo rubato<small></small>
Italiana

Perturbazione Del nostro tempo rubato

2010 - Iceberg/Santeria/Audioglobe

23/07/2010 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Perturbazione#Italiana

Ci sono dei momenti della vita in cui è necessario fare ordine e selezionare, altri in cui bisogna sciorinare e raccogliere sensazioni come perle colorate sulla sabbia, da osservare nei loro riflessi perlescenti per farne collezione e matrice di pensieri. Ebbene, i Perturbazione hanno scelto questa seconda strada: hanno racchiuso due anni e mezzo circa di sperimentazione libera, il lavoro collettivo su mille spunti di ogni indispensabile componente, e una vita di ascolti eterogenei nell’album più sorprendente e vitale della loro carriera. In una congerie di riflessioni e mood musicali differenti, hanno lasciato che ogni ascoltatore potesse ritrovare il colore o l’ora della sua mente, da masterizzare su quel cd-r incluso nella confezione e simbolo dell’inizio della fine per la musica, o dell’inizio di un’altra concezione della stessa, oltre lo stesso concetto, forse limitante, dell’album. Il disco spalanca uno scrigno di 24 canzoni, scandite come 24 ore ´del nostro tempo rubato´; anzi, ha letteralmente impacchettato nella scatola di cartone di un trasloco il tempo passato e quello perso, il tempo ormai giunto di non aspettare più e il tempo ricordato, la fatica e lo spreco del tempo in vite solo apparentemente diverse, il tempo fermato dalla morte e quello interrotto nell’estasi del sesso, il tempo banale del trantran quotidiano e il tempo speciale trascorso sulla/nella pelle dell’amata. E per riordinare una realtà per oggetti, sigle e simboli non ci sono ´istruzioni per l’uso´: ´ora quel che conta si conta da sé´. Così in una splendida anarchia di immagini e sentimenti, che affiorano da sé ed emergono in sé e per sé come nel fluire del reale e nella composizione libera del progetto, troviamo di tutto. Ci sono la riflessione sulla solitudine adolescenziale per fiati e cori (ftr. Dente) di ´Mondo tempesta´, e i ritmi quasi parodicamente latini di ´Promozionale´ (in rima con ´anestesia totale´), incentrata sull’insensatezza ruffiana dei tormentoni, ma con la pensosità lieve e ´agrodolce´ tipicamente ´Perturbazione´. Ci sono i temi politico-sociali dei brani di Gigi Giancursi, dal singolo ´Mao Zeitung´ sulla competizione di ´chi non se lo merita´ con ´chi non sa nemmeno cosa sia domenica´, tra chitarre struggenti e violoncello piegato a cadenze orientali, ai fiati jazzati dell’ironica ´La fuga dei cervelli´ (con la voce straniata di Deian). O ancora dalla volutamente spoglia, scarna, amara ´Io sono vivo, voi siete morti´ (con Giancursi anche alla voce, quasi bersaniana), sull’illusione di un’ormai finta partecipazione sociale, alla delusione de ´L’Italia ritagliata´ (´residuo di qualcuno che dovevi un giorno essere´), violentemente scossa dalle chitarre elettriche. Dagli spunti musicali di Cristiano Lo Mele vengono a galla alcuni dei brani più originali del disco, come l’hardcore-folk della nauseata ´Vomito!´, con tanto di chitarre acustiche elettrizzate da Fabio Magistrali, richiamato dai tempi di ´In Circolo´ alla produzione artistica, o l’elettronica presente nell’album, vaporosa a compenetrarsi con gli archi in ´Partire davvero´, o presente in lievi vertigini tra le fonde spire di basso nella turgida ´Cimiterotica´. Da un’idea di Cristiano nasce anche la splendida serenata di stilizzato splendore, classico-minimale, ´Il palombaro´, con il theremin a far tremare l’aria; mentre il sole si fa alto, infatti, i suoni si asciugano in un’essenzialità acustica, come nella filastrocca d’origine giancursiana ´Esemplare´, laddove al calar della sera gli stessi accoglieranno anche vibrati di santur con i fremiti imperiosi di violoncello ne ´La cura del sonno´. La mattina passa per il solare, dolceamaro caffè di ´Buongiorno buonafortuna´, concluso dalla voce di Dente, mentre l’avvicinarsi della notte porterà il dream-pop cantautorale à la Lisa Germano, con piano lontano, di Elena Diana in ´Musica leggera´. Ma nelle 24 ore c’è tempo anche per il capolavoro ´Primo´, in cui ritroviamo le tipiche immagini dei Perturbazione a giocare sul filo in bilico tra lettera e metafora con impareggiabile potenza evocativa cinematografica, così come c’è spazio per il divertissement ´La canzone del gufo´, o per la malinconia in riff ed e-bow e le fascinose sinuosità slide di ´Niente eroi´, tra realtà e reality che offrono immotivata popolarità. Nei 71 minuti del disco Cerasuolo dal canto suo regala versi di nitido intimismo imbevuto di verità, ma anche e soprattutto alcune delle interpretazioni più sorprendenti della sua carriera, sfoderando un piglio sicuro, quasi ´intraprendente´ in più di un brano (da ´Vomito!´ alla seducente licenziosità quasi ´blasfema´ di ´Cimiterotica´). Quest’antologia di perle che sembrano singoli di dischi mai pubblicati si chiude con il bilancio dell’elegante ´Last minute´, prima di sfumare negli archi sontuosamente drammatici dei ´Titoli di coda´, che si fanno montaggio di frammenti del disco con effetto magone, perché sono, come in definitiva il disco, compendio di un tempo. E il tempo passato non torna. Però per fortuna è possibile recuperare in qualche modo il tempo rubato e strappare ancora minuti al futuro seguendo le istruzioni della voce-guida finale della traccia, per poi scegliere all’infinito di ripremere il tasto ´play´.

Track List

  • H 01:00 ISTRUZIONI PER L’USO
  • H 02:00 MONDO TEMPESTA
  • H 03:00 DEL NOSTRO TEMPO RUBATO
  • H 04:00 VOMITO!
  • H 05:00 MAO ZEITUNG
  • H 06:00 L’ITALIA RITAGLIATA
  • H 07:00 REVIVAL REVOLVER
  • H 08:00 BUONGIORNO BUONAFUORTUNA
  • H 09:00 PRIMO
  • H 10:00 IL PALOMBARO
  • H 11:00 LA FUGA DEI CERVELLI
  • ½ GIORNO PARTIRE DAVVERO
  • H 13:00 IO SONO VIVO, VOI SIETE MORTI
  • H 14:00 ESEMPLARE
  • H 15:00 PROMOZIONALE
  • H 16:00 NIENTE EROI
  • H 17:00 LA CANZONE DEL GUFO (BOHEMIAN GROOVE)
  • H 18:00 LA CURA DEL SONNO
  • H 19:00 L’ELASTICO
  • H 20:00 CIMITEROTICA
  • H 21:00 COME IN BASSO COSI’ IN ALTO
  • H 22:00 MUSICA LEGGERA
  • H 23:00 LAST MINUTE
  • ½ NOTTE: TITOLI DI CODA

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