live report
Perturbazione Morya (bs)
Concerto del 30/05/2008
#Perturbazione#Italiana#Alternative Synth-pop Indie-rock Pop
30 maggio 2008 - Morya (BS) Più che una serata di chiusura di fine stagione quella del Morya è stata una festa durante la quale si sono esibiti diversi gruppi sottolineando la funzione di ritrovo culturale-musicale che il locale ha svolto durante l'anno. Sul palco si sono succeduti nell'ordine Manuele Zamboni e L'Orchestra Ristretta, Ettore Giuradei, gli Annie Hall ed infine, vera ciliegina sulla torta del programma, i Perturbazione. Proprio la band di Rivoli si è confermata la più adatta a sottolineare quel clima di intimità comunicativa che i piccoli club, sempre più rari, coltivano con un ruolo che è anche e soprattutto sociale.
In giro per una manciata di concerti, battezzati "Pianissimo tour" proprio per l'impostazione acustica, i Perturbazione si sono calati con naturalezza nell'ambiente ridotto del Morya proponendo un set spoglio, privo di basso e batteria: chitarra acustica, violoncello, più qualche sottile ricamo da un'Eko elettrica, ed ovviamente la voce di Tommaso Cerasuolo.
Ne è venuto un concerto che ha messo in mostra la semplicità e la sensibilità umana che è alla base delle loro canzoni. Non a caso l'apertura è stata affidata a "Qualcuno si dimentica", pezzo che rimpiange la felicità al suo livello più interiore, quella che si annida in fondo allo stomaco, sempre pronta a far sentire la sua insoddisfazione. Più volte nel corso della serata Cerasuolo si è concesso qualche chiacchiera introduttiva ed ha sottolineato la natura dei suoi testi costruiti attorno ad un'introspezione che oscilla perennemente tra stati opposti: gioia e tristezza, amore e solitudine, volontà e fatica. In una parola: nostalgia. Quella nostalgia del vivere, pubblico e privato, che è la vera ispirazione dei Perturbazione.
È questo il filo rosso che lega le loro canzoni e che ha legato anche l'esibizione al Morya. È stato dunque un concerto intimo, toccante, con parecchi brani riflessivi, quasi delle ninna-nanne delicate, suonate per insinuare una lieve speranza negli ascoltatori ma anche col pensiero rivolto ai figli che in questi anni sono nati all'interno della band. Una vera sorpresa infatti è stata la cover di "Boys don't cry" dei Cure, eseguita rallentata come una carezza, un invito docile alla vita. Gli highlights sono venuti comunque dai brani più mossi come "Il senso della vite" o "Battiti per minuto" o ancora "Et moi et moi et moi" di Jacques Dutronc, cantautore francese degli anni '60: in queste occasioni i Perturbazione hanno saputo tendere al meglio l'impasto acustico del loro pop con le vocals di Gigi Giancursi e soprattutto il violoncello di Elena Diana.
Grati al pubblico e all'organizzazione, Tommaso e compagni si sono anche divertiti giocandosi qualche scherzo come una "Portami via di qua" non prevista in una scaletta che nel finale si è arricchita di una manciata di bis. Dopo quel gioiellino esistenziale che è "I complicati pretesti del come", sono arrivati un paio di regali: prima una cover di "Tracks of my tears" di Smokey Robinson, in cui Cerasuolo si è prodotto in una sentita interpretazione soul, e poi una "Waiting room" dei Fugazi, con dedica al locale. Giusta chiusura per chi si sbatte e continua a proporre musica.
SET LIST:
Qualcuno si dimentica
Un anno in più
Il senso della vite
Agosto
Leggere parole
Rocket coffee
Arrivederci addio
Et moi et moi et moi
Portami via di qua sto male
La rosa dei venti
Battiti per minuto
Boys don't cry
Se mi scrivi
Del nostro tempo rubato
Nel mio scrigno
I complicati pretesti del come
The tracks of my tears
Giugno, dov'eri?
Waiting room