Afterhours I milanesi ammazzano il sabato
2008 - Universal
Distante anni luce dai quei due capolavori che rispondono al nome di “Hai paura del buio?” e “Quello che non c’è”, “I milanesi ammazzano il sabato” è comunque un ulteriore ed ottimo passo in avanti verso quella quadratura musicale che l’ensemble milanese tende ogni volta a ricercare e ricreare attraverso i giusti dosaggi di sperimentazione compositiva in modo da presentarsi con una faccia ed uno stile sempre diversi come da provocante consuetudine.
Il nuovo lavoro si snoda in quattordici “ricette di quotidiana macabra felicità” (così come sottotitolato, ndr) che gli Afterhours preparano mescolando gli ingredienti a disposizione ottenendo così un impasto sonoro denso e corposo: quello che ne esce sono quasi tutti piatti succulenti, cui fanno eccezioni alcuni e decisivi cali di tensione (“Pochi istanti nella lavatrice” e “E’dura essere Silvan”).
Agnelli e soci non si dilungano più di tanto sull’esecuzione lanciandosi in ballate che durano meno di tre minuti (solo alcune vanno oltre, ndr). La vena compositiva di Agnelli dà libero sfogo alle proprie idee (citazioni letterarie comprese) ed il suono produce un’ulteriore incisione sul risultato finale tra orchestrazioni, glockenspiel, fiati, timpani, tamburelli, percussioni, batterie elettroniche e quant’altro possa dar forza alle canzoni (grazie anche all’ingresso in formazione di Enrico Gabrielli). Ne viene fuori un alternarsi di sferzate rock, come “È solo febbre”, “Tutti gli uomini del presidente”, “È dura essere Silvan” e “Tutto domani”, ai ritmi elettro-tarantellati di “Tarantella all’inazione”, al noise-rock di “Pochi istanti nella lavatrice” e a ballate malinconiche come “Musa di nessuno”.
Forte di paternità, Agnelli delizia anche con soffici ninna nanne mostrando una dolcezza quasi inaspettata in “Naufragio sull’isola del tesoro” e “Orchi e streghe”. Mentre nella title-track torna a parlare del noir e dell’horror del quotidiano, della normalità, delle nostre vite nelle piccole cose di ogni giorno: sono solo alcuni dei volti contenuti nel disco.
Non mancano nemmeno gli ospiti illustri come John Parish (“Naufragio sull’isola del tesoro”, “È solo febbre” e nella title- track), Brian Richie dei Violent Femmes (“Neppure carne da cannone per Dio” e “Tema: la mia città”) e Greg Dulli nella title-track, il tutto coadiuvato da Tommaso Colliva in cabina di regia.
“I milanesi ammazzano il sabato” è uno di quei dischi che in molti sicuramente ameranno o odieranno imprescindibilmente, ma ha un valore che non è da sottovalutare.