Afterhours Foto di pura gioia Antologia 1987-2017
2017 - Universal
#Afterhours#Italiana#Alternative #Afterhours #best of #Manuel Agnelli #Stefano Pilia #Roberto Dell`Era #Fabio Rondanini #Xabier Iriondo #Rodrigo D`Erasmo
E' di un bambino con la sua pistola
Che spara dritto davanti a sé
A quello che non c'è”
Il bambino con la sua pistola è diventato Manuel Agnelli, e queste Foto di pura gioia rappresentano un qualcosa a metà strada tra l’operazione commerciale, a beneficio di chi ha conosciuto gli Afterhours grazie a X- Factor (e poi l’uscita sotto Natale…) e l’effettiva raccolta di ricordi più cari per i fan della prima ora, quelli che li seguivano da quando suonavano nei centri sociali e riempire il Forum di Assago forse non era nemmeno un pensiero.
I primi tre dischi ripercorrono in ordine cronologico la carriera del gruppo milanese, dagli esordi anglofoni e decisamente anglofili di My Bit Boy al più recente Folfiri o Folfox. Il primo graffia con perle come Germi e Strategie. Male di Miele rimasterizzata se possibile acquisisce ancora più forza per le nuove sfumature assunte, non importa quante centinaia di volte l’abbiate già ascoltata.
Il secondo disco ritrae appieno la spettacolare maturità sonora e testuale raggiunta con Non è per sempre (1999) e Quello che non c’è (2002), quando gli archi e le chitarre raggiungono un idillio perfetto (No è per sempre), quando la rabbia si eleva a consapevolezza (Bye Bye Bombay e Quello che non c’è) quando quasi si teme che non si possa fare di meglio. Ballate per piccole iene (2005) coprodotto con Greg Dulli riesce invece nell’impresa di andare oltre, di scandagliare ancora più a fondo i lati oscuri del cuore umano (Ci sono molti modi).
Il terzo cd risente in parte di un calo di tensione emotiva. I Milanesi ammazzano il sabato (2008) è stato un disco per certi versi di transizione. Come se il gruppo stesse in qualche modo rielaborando tutto quanto fino a prima sperimentato ma nell’esprimersi non centrasse appieno il bersaglio. Sarà con Padania (2012), dopo una pausa (discograficamente parlando) interrotta solo dal progetto Il paese è reale (2009), che gli Afterhours ritroveranno il proprio centro di gravità ed anche Xabier Iriondo. Nonché una voce di Manuel Agnelli che si eleva a strumento. Si finisce con l’ultimo lavoro Folfiri o Folfox (con l'ingresso nella line - up di Stefano Pilia e Fabio Rondanini) un album incentrato sul senso della perdita, sul tornare a vivere dopo la perdita, in cui melodia e noise convivono.
Con il quarto ed ultimo cd arriva il momento delle chicche per i vecchi fan.
A parte la nuova versione di Bianca con Carmen Consoli, vocalmente elegante ma sulla quale si poteva osare di più, ci sono i demo di Strategie, Male di miele ed Adesso e facile a dare i brividi. O la versione acustica di Pelle eseguita durante un tour americano (brano che sarà cantato da Mark Lanegan nel 2014 in Hai paura del buio? Reloaded and Remastered) così essenziale da scarnificare il dolore. O ancora gli energici inediti Something I don’t care about e Springtime’s first day.
Foto di pura gioia fa venire voglia di aggiungerne altre di foto, ossia di ascoltare un nuovo album, anche se bisogna dire che sul palco il gruppo non è mai mancato…