Afterhours

live report

Afterhours Live di Trezzo sull'Adda

30/09/2011 di Gianmario Ferrario

Concerto del 30/09/2011

#Afterhours#Italiana#Alternative Rock

Personalmente era quasi un anno e mezzo che non andavo a vedere un concerto degli Afterhours ed è’ stato davvero un piacere ritrovarli in splendida forma, così tanto che sembrava di essere tornati verso la fine degli anni novanta, anni d’oro per loro. E poi l’effetto Iriondo - Agnelli,  insieme e scatenati come allora, ha fatto molto. 

La band era compattissima e, come ha raggiunto il palco, ha dato subito modo di farci percepire la voglia che avevano di divertirsi e di coinvolgere al massimo. Adrenalina pura sino all’ultimo secondo, cosa non da tutti, visto che stiamo parlando dell’ultima data del loro summer tour 2011. Questa band, ormai considerata storica, sulla scena da più di quindici anni, è ancora in grado di dare forti emozioni e di presentare uno show che ha spazio per tutto, dal rock più duro immerso nel noise sino  al momento di poesia cantautorale, ricordandoci che anche il pop può avere molto da dire. 

Si parte con La verità che ricordavo, che farcita dalle acrobazie marziali di Manuel ci dà la giusta carica per affrontare tutto il concerto. Tra le prime, un bel ritorno agli albori con Germi e Siete proprio dei pulcini. E’ solo febbre ci riporta un po’ più al presente, anche se immediatamente la scaletta richiama Milano circonvallazione esterna. E poi altri classici, eseguiti con poca distanza l’uno dall’altro, divisi solo da un urlato ‘Grazie’ di Manuel al pieno delle sue forze, tanto che al primo bis, ritorna a torso nudo sulla scena, dimostrando di non esser poi così vecchio come ogni tanto ci fa credere nei suoi testi. Non si esce vivi dagli anni ’80.

Lo spettacolo ha tanti piacevoli colpi di scena, la band scende dal palco una seconda volta e poi rientra, regalando dei momenti più acustici, lasciando, in conclusione, il giusto spazio per i sentiti ringraziamenti rivolti a tutto il team di casa After. 

Forse è superfluo dire che il momento più emozionante è arrivato con Quello che non c’è , un brano che lascia sempre a bocca aperta, una di quelle canzoni che vivrà sicuramente di bellezza eterna, anche questa volta interpretato in maniera eccezionale. 

Più di due ore di concerto senza un momento calante. Un evento memorabile e un bel modo di finire il tour e di salutare i fan, fino alla prossima promettente incisione. Questo è il rock’n’roll di casa nostra. Quello vero, sfacciato, ribelle e molto, molto profondo.