Marco Parente Neve Ridens - Un giorno + Il rumore dei libri (dvd)
2006 - Mescal/Emi
A chi ha già avuto modo di ascoltarlo live e vuole ricordare, a chi attende ancora un live e vuole scoprire cosa significa assistere ad uno spettacolo di Marco Parente, viene in soccorso la pubblicazione di questo doppio dvd.
“Il rumore dei libri” non è il titolo di una canzone, ma il nome letterale di un rito collettivo magico, scandito davanti al microfono dallo sfogliare le pagine di un volume, dal respirarle dall’interno, persino dal masticarle. La letteratura introiettata si fa carne, si fa evento sonoro che sorprende e incanta. Parente inchioda alle poltrone con le pause, i silenzi, i sospiri carichi di pathos, ogni modulazione della sua voce, che dona valore emozionale alle parole anche come pura distillazione di suoni, tra vibrati e vocalizzi, in una performance drammatica che modella e domina ritmicamente anche i campionamenti vocali del filosofo-compositore Steve Reich e del delicato poeta avanguardista e anarchico Edward Estlin Cummings.
Il cantautore orchestra senza trucchi pure i suoni naturali e, in uno spettacolo che rammenta il teatro povero, trasforma in strumento musicale persino gli oggetti più inerti come una sedia di plexiglass su una pedana, il sale sparso sul palco, una lastra di acciaio percossa da Dario Buccino nel tenebroso inizio del concerto a “La Casa139” di Milano sulle note di “Neve”.
Nelle cinque tappe di un concerto itinerante o di un mini-tour fiorentino della durata di un giorno, organizzato il 28 settembre 2005 per l’uscita di “Neve (Ridens)”, Marco riesce a colorare anche luoghi neutri come una stazione ferroviaria, colmandoli della sua vivida e viscerale passione per la musica che, per incatenare gli ascoltatori, non ha bisogno di grandi palchi vistosi, amplificatori o diavolerie elettroniche assortite. Così “Wake Up” trova tra i manichini a Borgo San Jacopo lo scenario ideale per un urlo contro l’alienazione; Parente sfrutta poi “scratchando” persino un ostentato reperto di “archeologia tecnologica”, un registratorino che fa da unico accompagnamento durante lo showcase in Feltrinelli, quando il microfono diventa base di percussione per bacchette e spazzole da batterista; l’artista lascia i presenti con il fiato sospeso in una concentrazione assoluta, che nei suoi rituali “sciamanici” passa anche attraverso i suoi occhi chiusi, talvolta anche coperti dal passamontagna della copertina di “(Neve) Ridens”.
In questa l’atmosfera si diffondono il piano classico de “Il mare si è fermato”, il dialogo tra tastiera e clarinetto basso di Enrico Gabrielli e la chitarra di Massimo Fantoni nella strumentale “Afrodada”, i cupi riff elettrici contrappuntati dal suono scintillante acustico de “Il posto delle fragole”, che esplode in un finale effettato, le immagini degli “Spinning Landscapes” di Giovanni Antignano, che accompagnano “Amore o governo” e compaiono tra i videoclip sperimentali nei contenuti speciali di “Un giorno”. Tra questi, si segnalano proprio quello di “Neve Ridens”, con regia de “Il posto delle fragole” (equipe che ha lavorato anche con Sikitis, Offlaga Disco Pax e Gatto Ciliegia) e quello di “Colpo di specchio”, diretto da Letizia Renzini, in cui un Marco Parente dall’aria indifesa, eppure sicura nella sua impassibilità, si presenta al suo pubblico nudo e rannicchiato come un feto adulto e aspetta che la gente lo “trafigga con i suoi pensieri alti e bassi, con le lacrime, le loro macchine”.