Marco Parente L’attuale jungla
2004 - MESCAL / SONY MUSIC
Nuovo, perché, pur essendo solo uno il brano inedito, tutte le canzoni si presentano vestite diversamente da quella che era finora la loro divisa ufficiale.
Più che la curiosità di sapere come suona questo o quel pezzo, è interessante registrare un ulteriore passo avanti di uno dei pochi nostri giovani che si possa definire artista: Marco Parente è un autore in crescita, alla ricerca di nuove forme in grado di rinnovare il mondo piuttosto statico della canzone italiana.
“L’attuale jungla” conferma che è ormai riduttivo parlare di lui come di un cantautore: dopo le ultime esperienze teatrali e gli esperimenti compiuti con l’elettronica, Marco applica lo stesso spirito d’innovazione alle sue canzoni. Per quanti avessere assistito ai concerti dell’ultimo anno, questo disco può non rappresentare una novità, ma, se confrontato con i precedenti “Trasparente” e “Testa di cuore”, ne risulta evidente una crescita progressiva.
A determinare questo avanzamento sono soprattutto la Big Band di Mirko Guerrini, la “Millenium Bugs” Orchestra, e l’ingresso nella band dei fiati di Enrico Gabrielli, che si sono aggiunti a quelli già presenti di Mirio Cosottini.
Il suono si è fatto così più vasto, affrancandosi dai riferimenti che si potevano a malapena intuire nelle precedenti prove in studio: Radiohead, Caetano Veloso e King Crimson sono portati in cuore ormai come amori di gioventù.
Parente è dedito ad un “inseguimento geniale” ed è perfettamente cosciente del proprio cammino: la sua è una canzone d’autore d’avanguardia, salda a terra, “con la testa nelle scarpe”, ma con lo sguardo sempre rivolto avanti. La jungla a cui fa riferimento il titolo è perciò il confuso panorama musicale attuale, ma anche il mondo sonoro dello stesso Parente, che si muove in entrambi con personalità sicura e consapevole.
Così i fiati e l’armonica di “Come un coltello” tagliano l’aria con parole cariche di bellezza e il canto de “Il mare si è fermato” sfiora il recitato senza mai rischiare la retorica. Allo stesso modo i trattamenti di Tagliola rendono “Fuck (he)art & let’s dance” un pezzo ancora più sperimentale, mentre “Farfalla pensante” diventa il vero manifesto di Parente per come fa crescere melodia e arrangiamento. Ovunque le parti strumentali spaziano arrivando dalle parti del free, come succede con il solo di clarinetto nel finale di “Adam ha salvato Molly”, e diventano delle piccole suite a cui l’atmosfera da club comincia a stare stretta.
Tutto contribuisce a dare l’impressione che Parente possa andare ancora oltre: questo live potrebbe diventare una svolta decisiva, almeno nella sua carriera. È un augurio, ma anche una necessità.