Bobo Rondelli Anime storte
2017 - The Cage/Sony Music Italy
Anime storte è un omaggio a Livorno, agli ultimi, a chi si sente solo, che porta a sentire il dolore degli esclusi. Paradossalmente il brano meno convincente è proprio il singolo Soli, non tanto per le sonorità tra il pop il violinistico e l’elettronico, quanto per il testo che sa di già sentito. Ma ci si riprende subito, è solo una falsa partenza. Ammalarsi regala un viaggio nei paesaggi dell’animo innamorato (“perché a guardarti dentro nel fondo dei tuoi occhi sento di ammalarmi, che sembra di trovarmi in posti mai visti”), con la voce di Bobo che si fa bassa ma solenne in istanti più raccolti anche come suoni e poi si dispiega limpida su assoli di chitarra intensi e densi. Anche Prima che, con atmosfere a tratti oscure a tratti intime mette in risalto questo diverso uso della voce.
Cartolina di giornata decanta la quotidianità di una Livorno da film di Virzì. “Sui tramonti lungomare Dio s’è messo in testa di fare il pittore” e Bobo di regalarci un affresco delicato dei suoi ricordi, uno sguardo affettuoso sui luoghi in cui è cresciuto e che ha visto cambiare, in cui spesso di adagia chi ha poco o nulla. Lo Storto sembra iniziare come Amico Fragile di De Andrè, per poi sciogliersi in un magma più afro, dove percussioni lontane sembrano cullare questo “storto” che “non han raddrizzato neppure da morto”, un conforto postumo per uno spirito intrappolato in forme inadatte alla vita.
L’angelo è il brano più riuscito e sorprendente. Un testo che ritrae un personaggio tra Dostoevskij e Wenders, dannato come il Lucifero di Milton, una figura a tratti cristologica che scende tra gli uomini tra note tese come il suono di un organo e che sembrano condurre all’inferno più che al paradiso.
La chiusura è affidata a Madre, ideale prosecuzione di Nara F. Le chitarre si fanno più presenti in questo racconto “dei misteri di quel tempo”, un afflato d’amore verso chi non c’è più.
Anime storte permette di scoprire un Bobo Rondelli meno guascone e bohémien, meno cantautorale nell’approccio sonoro ma non in quello testuale. E sarà bello vedere sul palco questa crescita, questa nuova nascita,come quella del tronco dal cuore di un anziano raffigurata nella copertina (disegnata dalla nipote dell’autore, Sofia).