interviste
Bobo Rondelli
Ovviamente,
dopo Stefano Bollani, non potevamo fare a meno di andare a pescare anche
Bobo Rondelli… in effetti lo abbiamo proprio beccato in un momento delicato
dopo l’ora di pranzo, ma lui si è rivelato gentilissimo e disponibilissimo
a chiacchierare con la massima libertà, con la spontaneità e l’istintività
che lo contraddistinguono. Consigliamo la lettura di queste righe soprattutto
a chi si è dimenticato di Bobo o a chi lo considera un autore ormai perduto:
lui è più vivo che mai… una scimmia saltellante!
Interviste:
Bobo Rondelli Ovviamente, dopo Stefano Bollani, non potevamo fare a meno di andare a pescare anche Bobo Rondelli… in effetti lo abbiamo proprio beccato in un momento delicato dopo l’ora di pranzo, ma lui si è rivelato gentilissimo e disponibilissimo a chiacchierare con la massima libertà, con la spontaneità e l’istintività che lo contraddistinguono. Consigliamo la lettura di queste righe soprattutto a chi si è dimenticato di Bobo o a chi lo considera un autore ormai perduto: lui è più vivo che mai… una scimmia saltellante!
Mescalina: (si sentono dei bimbi strillare) Bobo, ti disturbo?
Bobo Rondelli: No, è solo che i bambini … stanno proprio mangiando …
Mescalina: Ti richiamo più tardi?
Bobo Rondelli: Ma no, guarda, facciamo lo stesso …
Mescalina: Ho due bimbi anch’io, dai ti richiamo dopo, ok?
Bobo Rondelli: Va bene …
Mescalina: (poco più tardi) Bobo, ora ci sei?
Bobo Rondelli: Si, è più tranquillo, sai la famiglia …
Mescalina: Dai, in fondo, è un impegno, ma ti riempie …
Bobo Rondelli: Sì, sì, è la cosa che ti tiene più equilibrato, anche quando sgarri, è lì che ti dà il peso e l’equilibrio …
Mescalina: Ti tiene attaccato alla vita?
Bobo Rondelli: Sì, diciamo così, proprio così … sai, le urla dei bambini sono un richiamo, in ogni senso …
Mescalina: Sono anche musicali, a modo loro, no?
Bobo Rondelli: Eh sì, dai! Sì, musicali …
Mescalina: Quindi arriviamo sempre alla musica … volevo chiacchierare con te di “Disperati, intellettuali, ubriaconi”, ne ho parlato da poco anche con Stefano … tanto per entrare subito nell’argomento, quanto del disco appartiene a te e quanto invece a Stefano? Insomma come è stato lavorare inseme?
Bobo Rondelli: Va bè, io avevo delle canzoni nel mio repertorio e lui ovviamente ha scelto quelle su cui poteva lavorare col suo suono jazzato e acustico. Poi, comunque, sull’arrangiamento lui tira fuori delle idee che io dicevo la mia e ci siamo trovati sempre comuqnue d’accordo, raramente c’è stata qualche discussione, sul fatto che magari non ero d’accordo sulle pennellate che dava alla canzone … mi sembra una volta sola, perché coi musicisti suoi cercava sempre di dare un’atmosfera adeguata alle parole, alla storia, anche per quanto riguarda poi l’uso degli strumenti: a volte ha inserito la fisarmonica, la chitarra … e il disco così si divide in ballate, se vuoi, strutturate sopra il pianoforte e altre invece sulla chitarra acustica.
Mescalina: Ma com’è che vi siete incontrati?
Bobo Rondelli: Ci siamo incontrati quasi casualmente, perché il comune di Livorno … c’era un certo organizzatore che si chiama Dimitri, un musicista, insomma ebbe l’idea di questa serata, che era più un seminario se vuoi che un concerto. Lui ci mise insieme, anche se non ci si era mai visti, né conosciuti, e da lì è nato un battibeccare, un confrontarsi, un suonare assieme, no? Questo seminario concerto: lui era sconcertato da quello che facevo io e io ero sbalordito da quello che musicalmente faceva lui e da lì abbiamo trovato altre serate assieme …
Mescalina: Però avete anche dei punti in comune: sia tu nelle canzoni che Stefano nel suo modo di suonare avete una certa ironia …
Bobo Rondelli: Sì, una certa goliardia, forse nata dall’amore suo e anche mio per Carosone o di …, va bè, che so io della vecchia canzone italiana quella a cui si era ispirato Paolo Conte, si chiamavano Natalino Otto, mi sembra … queste atmosfere a volte un po’ anni 30 con lo sberleffo, la goliardia, e la parolaccia dentro se vuoi … alcune canzoni poi sono così, diciamo che il disco passa tra un po’ … un piccolo diavolo che c’è dentro e il tentativo invece di tirare fuori la propria religiosità in certe canzoni …
Mescalina: Un’altra cosa che mi sembra che potreste avere in comune è anche l’idea di rompere le regole e di infrangere i cosiddetti generi o meglio di non accettarli, no?
Bobo Rondelli: Sì, di concepire comunque i dischi e le canzoni come un’avventura senza dover pensare poi all’ascoltatore, che, se fai un brano che si scosta da quello prima, rimane deluso o trova terreno più fertile per criticare e per dire che uno scopiazza qua e là … ma poi è ovvio che tutti si scopiazza qua e là, no? Il tentativo, comunque, tra me e Stefano è stato quello di trovare un sound che ci unisse, fare un lavoro semplice, artigianale, senza tanti problemi da porsi, io scrivo canzoni e lui, che vuoi dire di lui? … che poi non credo oggi si possa far tentativi di cambiare il corso della musica, si fanno canzoni, se piacciono si danno spunti, se non piacciono è lo stesso, voglio dire, ci sarebbe molto ancora più da lavorare nella politica e nell’economia che nella musica, no!?
Mescalina: Da quello che mi stai dicendo e anche ascoltando il disco si sente che avete tenuto come punto di partenza la tradizione della canzone italiana e questo c’è anche un po’ in altri dischi di Stefano. Per questo avete scelto anche le cover di Tenco e di Ciampi?
Bobo Rondelli: Sì, anche questo, a tutti e e due ci piace molto la canzone italiana, lui devo dire è più appassionato proprio della canzonetta italiana, quella spesso dimenticata, lo swing per esempio, quello di tanti autori sconosciuti, infatti, quando può, anche con le mie canzoni ha cercato di ricreare quel sound, non so nel “I dolori e del giovane Walter” o “I bisogni della vita”, quest’atmosfera da swing della canzone italiana … lui ci aveva fatto anche un disco che era “Abbassa la tua radio”, dove rincorreva queste sonorità, queste canzoni …
Mescalina: Se ti chiedo di guardare per un attimo avanti nel tempo tu senti che la collabroazione con Stefano potrebbe continuare o …
Bobo Rondelli: Ti posso dire che i concerti che facciamo vanno bene e forse anche live offriamo di più che nel disco, perché il disco si sente che è abbastanza spontaneo, se vuoi anche lui live, ma è nato lì, quindi poi risuonandolo … poi, va bè, dal vivo siamo due animali, lui è più un elefante e io sono più una scimmia … dentro una gabbia! Lui, sì, rappresenta un elefante con tutta la sua conoscenza, con tutta la sua musicalità … io, sai, sono una scimmia saltellante, abbiamo fatto questo lavoro anche con la regia teatrale di Sandro Garzella, cercando di collegare le canzoni con monologhi e seguendo un itinerario, anche con canzoni escluse dal disco, che erano mie vecchie canzoni prese da altri dischi …
Mescalina: Perché mi dici una scimmia dentro una gabbia?
Bobo Rondelli: Eh … una scimmia dentro a una gabbia, perché … boh! … aggrappata alle sbarre con una voglia di saltar fuori …
Mescalina: Io pensavo al fatto che spesso si parla di te come di un autore marginale, quasi dimenticato …
Bobo Rondelli: No, ma, sai, non mi preoccupa per niente ‘sto fatto, chi scrive può dire quello che gli pare. Il mio referente è il pubblico, che alla fine poi, anche se i critici e i giornali non ne parlano o ne parlano male, c’è sempre qualcuno che masterizza il mio disco e dice “tò senti ‘ste canzone, se ti piace magari …” e comunque non mi preoccupo se piace o meno, perché a me francamente personalmenete … insomma, io non me lo comprerei!
Mescalina: Perché?
Bobo Rondelli: Perché conosco i Beatles, perché conosco Tenco ed è chiaro che …
Mescalina: Bè, allora in questo modo non dovresti comprare più nessun disco oggi …
Bobo Rondelli: Eh, sai oggi poi … comunque la canzone viene valorizzata col tempo, capisci, è come un quadro, il valore massimo ce l’ha in genere con la morte dell’autore … se la canzone specie le mie … se ci fai caso, parlano sempre tutte di qualcuno che muore, perciò alla mia morte penso che acquisterò sicuramente più fascino, ma comunque io vivo sereno! … anche questo rapporto col commercio e il marketing e tutta quella roba lì …
Mescalina: Ti ho detto questo perché mi sembrava curioso il fatto che di te spesso si parla in questo modo, mentre Stefano viene presentato come un emergente …
Bobo Rondelli: Uuh! È una vita che io emergo! … non è che questo abbia poi così importanza, sai c’ho quanrant’anni … sì, questo lavoro per me è una continua lotta, alla fine non è così svantaggioso lottare per cercar di campare col proprio lavoro, è una grossa fortuna, ti pare no? Anche se sto lottando …
Chi passa poi nel mondo della tv e dei vip, continua il suo lavor senza un scopo, solo per continuare ad annusare le sue rose, per non dire la cocaina, no? Perciò voglio dire, in fondo, questo essere continuamente emergente e marginale mi riporta a una continua tensione, a dirmi anche a me stesso “Porca miseria, non ho ancora scritto la canzone della mia vita!”. Perché il tentativo mio, forse ci arriverò, è quello di scrivere canzoni solari, per ora sono riuscito a scavare un po’ dentro le fogne o a raccontare un po’ di luna, ma il sole non l’ho ancora abbracciato, nel senso che, se ascolti i Temptations, se ascolti James Brown, se ascolti Jimi Hendrix, venivano proprio da una sofferenza, da oltre, che per forza di cose li portava a essere in contatto poi con il sole e con la vita che splende … insomma, capisci cosa voglio dire?
Mescalina: Purtroppo non tutti quelli che lavorano nel mondo della musica partono da questo punto di vista!
Bobo Rondelli: No, sai, se Jovanotti mi dice che devo star positivo, proprio mi rifiuto, però, se me lo diconi i Temptations, mi arriva, perché immagino loro, che finalmente potevano stare un po’ coi bianchi, avere donne e abiti e continuare comunque a doversi stirare i capelli per andare alla tivù … però essere usciti fuori da campi di cotone, tu capisci la botta di sole, è come, se uno esce di galera, quella botta di vita che si ha quando si esce di galera … sicuramente cercherei una canzone dei Beatles, cioè ritengo i Beatles tra i più grandi, proprio perché c’è una presenza di negritudine, se vuoi, nella loro carriera, nella loro vita, no? Anche ad Amburgo … poi alla fine la musica, secondo me, almeno a me quello che piace, è quando si sente che si è pagato questo prezzo di galera, non lì a tavolino che so come quando si fa un piatto di cucina per cui devo solo mischiare gli ingredienti. Con Stefano devo dire che è stato un rapporto abbastanza animale, quello che abbiamo fatt,o sentivo delle cose dal cuore, no? … almeno, perché per me la canzone è comunque un idiota, è un utopistico tentativo di voler cambiare il mondo, sapendo che non sposti una virgola, ma il fatto che tu senta questa spinta e creda in quel momento di cambiare il mondo con una canzone, ti fa cercare ti fa lavorare per scrivere una bella canzone, capisci?
Mescalina: Allora vi siete trovati ad essere un po’ complementari?
Bobo Rondelli: Sì, siamo molto amici, siamo opposti, lui è molto … sa molto il fatto suo, musicalmente è geniale, è più … come posso dire? È più uomo di me, nonostante io c’abbia dieci anni di più, è più determinato, più col carattere proprio dell’artista, grosso! … sai, io continuo appunto ad essere sempre un emergente, un emerito cretino, ma la mia filosofia comunque, mi piace il fatto di rappresenatre anche… che so, il cantante dei perdenti!?
Mescalina: Bè, però intanto, questo cretino è andato al Premio Tenco, è andato al Premio Ciampi …
Bobo Rondelli: Sì, comunqnue ci sono andato sempre come un cretino! Ma sai qual è la soddisfazione? Che al Tenco il pubblico ha cominciato a batter le mani in mezzo alle canzoni, poi subito abbiamo venduto, spolverato i dischi che ci eravamo portati, una decina non di più, ma sono andati subito volentieri, alla svelta, quindi significa che al pubblico è molto piaciuta questa accoppiata di me e Stefano. Poi i critici, sai … alle volte sarebbe giusto lasciare che il pubblico decida, anche se poi spesso il pubblico decide solo perchè bombardato dalle radio e in questi anni di bombardamenti ne abbiamo avuti tanti, penso ai vari tipi di bombe, quelle che magari hanno strani modi di esplodere, che ti prendono per … che so, “Saranno famosi”, che poi magari un giorno mia figlia ci vorrà andare e dovrò metterla di fronte alla tv e a una bustina d’eroina per farla scegliere, ovvio che dico tutto questo come una provocazione … e la musica deve provocare, soprattutto adesso che abbiamo vissuto per anni davanti alla tv di Berlusconi che ci ha distrutto il pensiero, che vuoi fare?
Mescalina: A proposito di provocazione, era su questo che si reggevano gli Ottavo Padiglione, no? Ormai è un’esperienza conclusa?
Bobo Rondelli: Eh, sì, proprio conclusa, certo … uscirà un disco doppio tra non molto, una cosa tipo the best con degli inediti, ma più … bestiale …si intitolerà “Best a bestia” … e anche lì è una canzone vicina alla goliardia, ma più nel mondo rock, nella mia città, con storie da bar …
Mescalina: Qualcosa ancora di molto vivo?
Bobo Rondelli: Sì, almeno ci provo … è il mio modo di fare musica!