Se vi piace la dinamica del viaggio non potete evitare di accompagnare la vostra giornata con questo scherzo della discografia mondiale, prodotta dalla inglese Finders Keepers Records 2011, la cui uscita ha un’utilità artistica sconosciuta, ma sappiamo bene che qualcosa di affascinante sotto nasconde.
Le registrazione di questa compilation dalla copertina improbabile sembrano provenire da un riadattamento alla meglio di qualche bobina anni ´70 ritrovata un po’ per caso; come per caso è stato composto il sound di questo disco ci ritroviamo davvero di tutto: cut and paste di brani e di stili, dal tribalismo, al surf, al funky, e sicuramente tantissimo beat. Sembra che il genere abbia fatto presa in più di un paese non occidentale, e che in un certo senso lo ha fatto proprio e adeguato negli anni alle esigenze della propria espressione culturale. Il beat associato ai fiati lo troviamo in molte occasioni nel disco, lo stesso genere ricompare in brani che fanno il verso allo Spaghetti Western (sembra una colonna sonora di un film patacca made in Hong Kong), mentre il beat diventa psichedelico e tribalista quando le sessioni strumentali seguono un canto tipico. Thai? Dai! più che un disco è uno scherzo discografico e non vogliamo di certo svelarvi tutte le sorprese.
Una delle raccolte più divertenti in circolazione, ricche di spunti originali e vintage, in cui tutte le realtà presenti nel disco sono accumunate da uno spirito folk e popolare che si “comprende” forse solo dal canto e dalla lingua thai.