Aa. Vv. Looking Into You a Tribute to Jackson Browne
2014 - Music Road Records / IRD
La Music Road Records (etichetta di qualità creata da Jimmy LaFave, si sta distinguendo per avere nel suo roster, oltre allo stesso LaFave, artisti parecchio interessanti, quali Holcombe, Welch, Slaid Cleaves) questa volta fa il botto e dedica un tributo stellare al nostro Jackson dal titolo Looking Into You e lo fa chiamando a raccolta un manipolo di artisti di primissimo livello, molti texani ma non solo e il risultato è da quattro stelle. Il rischio dei tributi è sempre stato quello di appiattirsi troppo sull’originale oppure, per distinguersi, di inforcare derive centrifughe stranianti che snaturano l’essenza dei brani. In questo caso il lavoro dei produttori Ashley Warren e Tamara Saviano è ottimo e la straordinaria professionalità dei grandi musicisti coinvolti fa il resto. I nomi sono enormi, si parte da Don Henley che con la sua voce carteggiata, insieme ai Blind Pilot, ci regala una versione di These Days da incorniciare, Jimmy LaFave da brivido interpreta la canzone simbolo For Everyman, Bonnie Raitt e David Lindley reggano portando Everywhere I Go in Giamaica, il sorprendente cantante country texano (metà tedesco come Browne) Bob Schneider rallenta allo spasimo e stravolge così bene Running On Empty da risultare, se possibile, quasi migliore rispetto all’originale.
La parte del leone però la fanno le donne con versioni straordinarie di alcuni cavalli di battaglia di Jackson, Karla Bonoff, Shawn Colvin, Joan Osborne sono bravissime nei rispettivi pezzi ma su tutte segnaliamo Fountain Of Sorrow eseguita magistralmente dalle Indigo Girls, sette minuti di pura poesia folk rock, strepitose! Notevoli anche Before The Deluge e The Pretender, classici immarcescibili, a cui rispettivamente Eliza Gilkyson e Lucinda Williams donano una coperta di malinconia incontenibile che penetra sotto i nervi lasciando ferite profonde. Al par suo Kevin Welch è grandissimo nell’interpretare in maniera gospel Looking Into You tanto da meritare il titolo dell’album; e che dire di Lyle Lovett, il sornione allampanato cantore che rende tutto estremamente semplice? La sua Rosie affascina, come pure Our Lady Of The Well lascia il segno. Keb Mo’ ci regala una piacevole interpretazione soul blues di Rock Me On The Water. Forse coloro che non aggiungono grande valore sono proprio i nomi importanti, iniziando da Bruce Springsteen che insieme a Patty Scialfa affronta una Linda Paloma che, a conti fatti essendo anche una canzone minore, risulta abbastanza trascurabile e Ben Harper, che da tempo pare aver perso smalto e spessore, che ci canta Jamaica Say You Will senza infamia e senza lode. Sono forse gli unici piccoli nei, su ventitré canzoni, che costituiscono un doppio album, curatissimo pure nel packaging, il cui acquisto è assolutamente caldeggiato.