Si inizia con una chitarra (o infinite chitarre?), la sua voce così unica e una richiesta: ´Cammina con me´. È una richiesta impellente d’aiuto: ´sento il tuo amore´ ´ho perso i miei amici´ ´Aiutami e fammi luce´ ´cammina con me´. La fiducia che il vecchio Neil Young ripone in noi oggi è una cosa importante! È una fiducia che incendia i cuori e le orecchie con un disco che, ascolto dopo ascolto, diventa sempre più pietra miliare di un modo non rassicurante di fare rock. A 65 anni, dopo aver guardato nei suoi monumentali archivi forse per troppo tempo, Neil Young si ripresenta ora con ´Le Noise´ un disco che è già, e allo stesso tempo, classico e innovativo. Con il conterraneo produttore Daniel Lanois (U2, Dylan e Peter Gabriel, Neville Bross e Robbie Robertson tra i tanti da lui prodotti) sforna un disco urgente per chitarre, voce e elaborazioni elettroniche che restituiscono, dopo i primi attimi di smarrimento, un’idea del rock´n´roll come oggetto sempre in movimento e trasformazione. La similitudine va con il suo ´Live Rust´ (’79) e con i concerti della prima parte della carriera. Passione e alternanza tra hendrixiani lancinanti suoni chitarristici e chitarre acustiche. Certo qualche purista ha storto il naso ma non preoccupatevi. Le stesse persone, imbalsamate amanti del ´sano´ rock americano e che si dicono magari adoratori del compianto Hendrix, oggi non riconoscono uno dei lavori più autenticamente hendrixiani del nostro Cavallo Pazzo! Sono le stesse persone che paragonano questo disco a Trans (1982), bruttissimo, album a tema sicuramente sbagliato ma ancor più non capito nel suo ricercare un’incomunicabilità che fosse una risposta al dolore dell’incomunicabilità che Neil Young sperimentava giornalmente con i suoi due figli con Sindrome di Down. Ma questa è un’altra, vecchia, storia. Il presente è fatto di suoni di chitarra che diventano colpi di cassa come nel brano di apertura del disco e dell’improvviso stop in ´It’s A Angry World´ che è più potente di quello fatto da qualsiasi band che in questi anni ho ascoltato. La bellezza del disco nasce anche, e soprattutto, nel lavoro fatto da (e con) Lanois non solo come produttore e elaboratore di suoni, ma come persona capace di scegliere, con rigore, le migliori otto canzoni e realizzare così un disco d’altri tempi nel minutaggio (neanche 38 minuti) e nella capacità di ´suonare´. Piccola nota: il disco è disturbante più viene ascoltato con un impianto migliore. Questa particolarità l’ho scoperta personalmente facendolo girare tra lo stereo ´bello´, i due computer di casa, le cuffie e lo stereo della macchina: intatte rimanevano le intenzioni e le voci ma cambiava radicalmente l’impatto del’intervento produttivo di Lanois. Ho finito. Aggiungo solo che in rete, o cliccando a destra del titolo di questo articolo, si può vedere ´Le Noise – Il Film´ splendido film in un saturo b/n con tutti i brani del disco. Imprescindibile!