Neil Young Live at massey hall 1971
2007 - Reprise / Wea
Con un filo di preoccupazione, se non altro per il portafoglio che verrà messo a dura prova, possiamo ora tuffarci nel passato, nell’incanto di un concerto che i fan del canadese ben conoscono. Il bootleg del live alla Massey Hall del 1971 era infatti uno dei più noti in circolazione, anche per la qualità del suono. Qualità che in questo cd ufficiale diventa addirittura eccellente, di una pulizia incredibile.
D’altra parte in questo glorioso ritorno in patria, a due passi da casa, peraltro evocato con “Journey Through The Past”, uno dei brani più belli di questo disco, il concerto venne registrato perchè di lì a breve diventasse un lucente padellone in vinile.
Invece fu sacrificato in favore di “Harvest”, di quel disco pubblicato nel 1972 che, obtorto collo, divenne il suo disco più famoso, e di cui in questo concerto vennero anticipati diversi brani, compresa “The Needle And The Damage Done”, disperata supplica (eseguita dal vivo anche su “Harvest”) all’amico Danny Whitten, poi morto per overdose.
Young, senza scavare negli anni ’60, arrivava da un disco strepitoso come “After the Gold Rush”, dall’epocale doppio live “4 Way Street” con gli amici alterni Crosby, Still e Nash, era insomma in uno stato di grazie incredibile. Ed il punto apicale è proprio questa esibizione acustica. Se nel concerto dell’anno precedente al Fillmore, “Cowgirl in the Sand” era un proverbiale cavalcata elettrica di sedici minuti, qui torna alla forma essenziale, una “semplice” canzone di Young.
Insomma questo è un concerto perfetto, dove tutto scorre leggero e indispensabile, che regala passaggi intensi e commoventi come solo la musica di Neil Young, in certi momenti, ha potuto.
”A Man Needs a Maid” con “Heart of Gold”, “Don’t Let It Bring You Down”, “Ohio”, “Dance Dance Dance”, oltre ai brani già citati, rendono il live di Toronto un’opera indispensabile: questo è il Neil Young che ci ha fatto innamorare per sempre, quello che ci ha strappato il cuore con la sua voce, imbracciando una chitarra acustica per strapazzarne le corde con impareggiabile stile o chinandosi sul piano per picchiare quei tasti con altrettanta personalità.
Obbligatoria la versione deluxe che include il dvd dell’intero concerto e altre meraviglie. Benedetto quel registratore a nastro, appoggiato su una sedia, altri tempi. Immagini antiche per una musica giovane. Forever Young, come canterebbe l’unico songwriter che, forse, gli sta sopra di un solo gradino.