Neil Young Greendale
2003 - REPRISE RECORDS / WEA
Entrambi i dischi presentano un andamento monocorde, ovviamente più mosso nelle takes con i Crazy Horse, che non dovrebbe stupire o spiazzare perché il suono e la voce di Neil Young sono sempre stati basati sul trascinamento di poche note e di pochi accordi.
Ancora una volta questa mono-tonia ha una precarietà che mantiene costante la tensione nei pezzi. Sarà la sua voce, saranno gli arrangiamenti claudicanti, ma il canadese riesce a catturare, sia che punti sulla ruggine elettrica dei Crazy Horse sia che si conceda alle sue visioni bucoliche acustiche.
“Greendale” si colloca in una terra di mezzo, in bilico tra l’elettrico e l’acustico, proprio come la cittadina da cui prende nome: un territorio immaginario, un luogo della mente, costruito con estrema concretezza narrativa e sonora. Dalle note del booklet Neil Young racconta di aver scritto e inciso una canzone al giorno partendo dai personaggi della famiglia Green: le storie si svolgono in singoli capitoli e vanno a comporre un puzzle in cui l’idillio della cittadina media americana è minato da contraddizioni che portano alla morte, alla violenza, alla fuga.
“Greendale” è quindi un’opera carica di nostalgia e di amarezza, ma priva di buonismo e di sentimentalismo gratuito: Young offre il suo sguardo senza accentuare la malinconia e senza assumere alcun tono eclatante. In questo lo aiutano i Crazy Horse con un tappeto sonoro fatto di blues lunghi e costanti, che hanno il passo della vita quotidiana e l’ineluttabilità della caduta: armonie e cori suggeriscono la purezza di una vita naturale, mentre le chitarre tracciano le crepe del sistema.
La durata dei brani supera i nove e anche i dodici minuti, facendo riemergere il problema della pesantezza dei concept: anche “Greendale” è un disco che va ascoltato, letto ed interpretato. Ma è libero da qualunque presunzione didattica o letteraria, ha un approccio a basso profilo. Neil Young canta con umiltà, è cosciente di scendere nella storia della gente: di conseguenza le canzoni chiedono attenzione e rispetto. E la critica nei confronti del governo e dei media si svolge pacata, netta e precisa.
D’altronde lui è artista che ha attraversato le stagioni della vita e del rock: oggi la sua voce ha la saggezza profonda di un anziano, in possesso di tutta la sua lucidità. Quello che offre non è solo materiale in abbondanza per i fans (maggiori dettagli su www.neilyoung.com), ma una lezione di stile.