Marsiglia, aioli e bouillabasse. Menta e basilico. Barche, da cui, la notte, puoi guardare le luci cittadine, sospeso tra cielo e mare. E i vicoli del Panier, l’affascinante e lercio vieux quartier del Porto di Marsiglia, ´incrocio di tutte le mescolanze umane´.
´Vivere al Panier era una vergogna. Da un secolo. Il quartiere dei marinai, delle puttane. La piaga della città. Il grande lupanare´.
Donne le cui ascelle profumano di basilico durante l’amore. Occhi scuri e zingari dietro cui si perdono e si ritrovano le vite dei tre amici d’infanzia protagonisti di ´Casino Totale´ di Jean Claude Izzo.
L’uccisione di uno di loro, Manu, il piccolo furfante perdutosi in giri troppo grandi, scatena il ritorno di chi era partito, Ugo, e vuole vendicare l’amico, rimanendo però vittima a sua volta della malavita locale.
Sarà il terzo del gruppo, Fabio il poliziotto, a mettere insieme i pezzi del mosaico e a fare giustizia.
In queste poche righe si dovrebbe forse raccontare la storia di Casino Totale, potente e violenta, le morti, il dolore, la rassegnazione, la vita, i legami e la solitudine degli eroi perdenti di Izzo.
Così come si dovrebbe forse scrivere di ´Luna Persa´ di Max Manfredi, segnalandone il trionfo al Tenco 2009, esaltandolo come uno dei migliori dischi della canzone d’autore italiana degi ultimi anni, ed il migliore lavoro di Max, finalmente equilibrato e perfetto nell’alchimia tra testi, forza melodica delle canzoni e livello degli arrangiamenti.
Ma, anche in questo caso, tra le note del disco emerge una protagonista, Genova, storica rivale di Marsiglia e sua sorella in sapori, correnti, luci, profumi e odori di piscio nei caruggi d’angiporto. E, anche in questo caso, sono gli eroi perdenti a dominare la scena: il tanghèro che scavalca i ponteggi dello scalo merci di Piazza Terralba ´scavalco ex vomito, calpesto topicida, ci sto attento agli stivali´, la ´gente finita che beve Retsina´ guardando il mare notturno, i soldati di trincea ´ci hanno dato roba buona nelle notti di trincea/così uno chiude gli occhi aspettando la marea´, il pendolare che ha sì desideri ´ma nemmeno più una nostalgia´, e soprattutto lo spacciatore in fuga, nascosto in un lurido hotel con la figlia di una ballerina slava ´il tuo peluche con il pancino pieno di segatura e di canapa indiana´.
Due meravigliosi lavori che ci parlano del mare, non quello ferragostano, popolato di bagnanti e ciabatte, ma quello che accarezza da secoli le città di porto, città di frontiera e di sconfinamenti. E che ci parlano della vita, del suo dolore e della sua luce.