Massimo Bubola Segreti trasparenti
2004 - Eccher Music / Self
“Il cavaliere elettrico”, dopo tre episodi live non esaltanti, a distanza di 5 anni, torna con un nuovo disco in studio nel quale prevalgono le atmosfere acustiche. “Segreti Trasparenti” è il frutto di un lungo lavoro con Michele Gazich, giovane musicista di formazione classica, noto per le sue performance dal vivo con Michelle Shocked, Victoria Williams ed Eric Andersen.
Bubola non si è lasciato sfuggire l’occasione ed una collaborazione nata inizialmente per i nuovi arrangiamenti live, è poi sfociata in un progetto più ampio come quello del nuovo disco. Gazich, infatti, oltre a figurare come produttore del disco insieme a Bubola, suona il pianoforte e il violino in tutti i brani.
Ed è proprio il brano d’apertura, l’unico in cui Gazich figura anche come compositore della musica con Bubola, a suggellare nel migliore dei modi l’ottimo lavoro svolto insieme. La voce del cantautore veronese emerge profonda come mai dalle splendide note del piano e duetta con una sorprendente Luciana Vaona. “La sposa del diavolo” è un grande inizio sorretto dalla sublime profondità del testo che non può non suggerire la stessa intensità emotiva del miglior Jackie Leven.
“Specialmente in gennaio” dedicata all’amico Fabrizio De Andrè, è invece una languida ballatona, con la pedal steel a regalare dolci sapori americani, seguita da una “Roger McClure” che si muove armoniosa tra piano, tin wistle e violino prima di abbandonarsi alla brezza delle chitarre elettriche.
Nel disco non mancano episodi leggeri, attimi in cui invece sembra affiorare l’impossibile incontro tra Battisti e De Andrè e preziosi stacchi in cui l’uso degli strumenti e delle parti vocali sembra trovare un equilibrio perfetto. C’è poi l’intimità dello struggente ricordo al fratello e ci sono le giostre musicali dalle quali si scende solo per gli attimi conclusivi. “Jetta ‘a luna”, scritta e cantata da Bubola, con la consulenza linguistica di Fabrizio Ingenito è una canzone pallida e il napoletano di Bubola non scalda. Manca “o sole “ di Don Raffaè.
“Tornano i santi” è invece il brano giusto per chiosare questo disco. Perfetto nelle atmosfere appena sussurrate, nell’angelico “lamento” di Victoria Williams e nel tappeto sonoro dove trova spazio anche il dulcimer di Mark Olson.
Un lavoro complesso e certamente tra i più omogenei della sua discografia. Musicalmente ineccepibile, liriche quasi sempre di grande spessore e solo un paio di canzoni leggermente sottotono. La voce di Bubola, che in alcuni casi sembra cercare un’impostazione eccessiva, rimane una carta vincente dell’album insieme all’ottimo lavoro di Gazich e alla piacevole sorpresa della voce di Luciana Vaona.