Down The Road Wherever<small></small>
Rock Internazionale • Rock

Mark Knopfler Down The Road Wherever

2018 - Virgin/Emi Records

25/11/2018 di Marcello Matranga

#Mark Knopfler#Rock Internazionale#Rock

Non scordare mai da dove si è venuti; magari anche per trarre dalla propria “geografia personale”  gli spunti per nuove canzoni. Questo è in fondo quello che avviene più volte nel nuovo disco di Mark Knopfler, Down the Road Wherever, che conferma la grandezza di questo musicista che, nel corso della sua formidabile carriera, ha avuto modo di conoscere la fama planetaria con i Dire Straits, passando per uno smisurato numero di collaborazioni, non sempre riuscite appieno come quella sfortunata con Willy DeVille, ma anche in grado di produrre opere di grande levatura, come, ad esempio, avvenne con Bob Dylan. Artisti come Knopfler sono ormai consacrati come mainstream. Può essere vero in buona parte, ma va anche riconosciuto che in questo disco, Knopfler esce, in parte, da una sorta di personale “comfort zone”, ovvero canzoni belle, ampie, dilatate, ma sempre basate su un mood spesso ripetuto, quasi a creare una sorta di clichè post Straits, che, a volte, ha rischiato di renderelo, specie a non cultori dell’artista, quasi “scontato”. 

Per comprendere quanto questo disco sia uno spaccato che racchiude ricordi della propria vita bisognerebbe partire dalla canzone finale della DeLuxe edition di Down The Road Wherever, ovvero Matchstick Man, dove Mark parla di se rivedendosi agli albori della sua carriera con chitarra e valigia, fare l’autostop dopo un concerto tenuto la vigilia di Natale, senza realizzare che casa distasse oltre cinquecento miglia da dov’era, e che dopo essere stato lasciato da un camion nelle Midlands, dove c’era solo neve a perdita d’occhio comprende cosa avevesse scelto per la propria vita, capendo anche che quello che viveva era esattamente ciò che aveva scelto di fare.

L’album si apre con la splendida Trapper Man che ci racconta dell’ industria discografica e dei suoi manager in perenne ansia per indovinare dove tira il vento e cosa sarà popolare domani. Impossibile non citare la splendida Just A Boy Away From Home, contrassegnata da un assolo  semplicemente superlativo. La canzone riprende una parte della celeberrima You’ll Never Walk Alone, uscita nel 1963 interpretata da Gerry & The Pacemakers, ed assurta a fama mondiale per essere lo strabiliante coro dei tifosi del Liverpool in supporto al loro club calcistico. Il pezzo, racconta Mark in una recente intervista concessa ad Andrea Pedrinelli del quoitidiano Avvenire, “Mio padre aveva avuto un infarto ed era al General Hospital di Newcastle, vicinissimo allo stadio, quando ha sentito nella notte uno che in strada cantava You’ll never walk alone, non camminerai mai da solo, in pratica l’inno dei rivali del Liverpool. Lui trovò forza nel coraggio di quel canto in terra nemica, io oggi ho voluto legarne il ricordo anche al manicomio vicino casa, un mondo di anime cui solo crescendo sono riuscito a pensare davvero capendo che esistono anche persone i cui sogni vengono distrutti; da bambino per me certe cose non esistevano, non ci si pensava. Quindi nel pezzo canto un molteplice essere lontani da casa nel buio”.

Bello l’intro di tromba in When You Leave, che si palesa nuovamente nel corso della canzone. Questo è un pezzo nato  anni fa, ma arrivato alla stesura finale soltanto adesso. Tromba che tornerà protagonista in Slow Learner, altro pezzo dalle atmosfere raffinate.In un disco di Knopfler non puà mai mancare il riferimento ad atmosfere Folk che, puntualmente si palesano nell’evocativa Drover’s Road. Deliziosa Heavy Up, pezzo nel quali confluiscono atmosfere che in qualche modo possono vagamente rimandare a cose alla Jimmy Buffett o The Mavericks. Notevole il solo in Every Heart In The Room, mentre Rear View Mirror ha il sapore di un pezzo degno di un soundtrack di una pellicola anni sessanta, contraddistinta da un bellissimo solo di organo, con un drumming incalzante. 

Down The Road Wherever è stato prodotto da Knopfler e Guy Fletcher, ed è stato registrato, come ormai da prassi, presso i British Grove Studios di London. La band include Mark Knopfler alle chitarre, Jim Cox e Guy Fletcher alle tastiere, Nigel Hitchcock al sassofono, Tom Walsh alla tromba, John McCusker al violino, Mike McGoldrick al flauto e al flauto celtico, Glenn Worf al basso, Ian ‘Ianto’ Thomas alla batteria e Danny Cummings alle percussioni. Anche Richard Bennett e Robbie McIntosh hanno contributo alla chitarra e Trevor Mires al trombone. Imelda May, Kris Drever, Lance Ellington, Beverley Skeete e Katie Kissoon ai cori di sottofondo. Tutte le canzoni sono state scritte da Mark Knopfler tranne Just A Boy Away From Home, scritta in collaborazione con Rodgers e Hammerstein.

In conclusione un bel disco, non banale e scontato che merita di essere ascoltato attentamente prima di emettere facili sentenze. Per quanto mi riguarda una delle prove migliori di Mark riferita alla sua discografia solista.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Track List

  • Trapper Man
  • Back On The Dance Floor
  • Nobody’s Child
  • Just A Boy Away From Home
  • When You Leave
  • Good On You Son
  • My Bacon Roll
  • Nobody Does That
  • Drovers’ Road
  • One Song At A Time
  • Floating Away
  • Slow Learner
  • Heavy Up
  • Rear View Mirror
  • Every Heart In The Room
  • Matchstick Man

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