John Mellencamp Sad Clowns & Hillbillies
2017 - Republic / Universal
#John Mellencamp#Americana#Rock #Carlene Carter #Martina McBride #Lily & Madeleine #Miriam Sturm
Inizialmente nato come un album di duetti, a carattere religioso, con Carlene Carter (tra l’altro c’è da dire che cantano insieme solo cinque canzoni su tredici) pian piano lo stesso ha virato la sua natura verso un vero e proprio tributo (tanto da avere sulla copertina un featuring) all’amicizia nata tra i due durante le registrazioni dell’opera rock Ghost Brothers of Darkland County.
Un sound in cui la presenza di Carlene Carter (figlia di June Carter Cash e figliastra di Johnny Cash), della star della musica country Martina McBride, del duo Lily & Madeleine e della violinista Miriam Sturm è stata a parere di chi scrive fondamentale, senza nulla togliere al deus ex machina Mellencamp. Ricordiamo anche la presenza nella band di Troye Kinnet alla fisarmonica e armonica, Andy York al mandolino e chitarra, Mike Wanchic alla chitarra e infine l’ottima sezione ritmica formata da John Gunnell e Dave Clark.
La tracklist dell’album è composta da tredici brani, non tutti nuovi, ma andiamo con ordine.
L’album apre subito alla grande con la bella cover di Mobile Blue tratta dall'album del 1971 Frisco Mabel Joy di Mickey Newbury, una ballata folk che mette ben in evidenza la roca voce da coguaro (nomignolo affibbiatogli dal suo primo manager Tony DeFries all’uscita del primo album Chestnut Street Incident e rimasto in voga fino ai primi anni ’90) accompagnata dalla splendida voce della Carter. Segue Battle Of Angels rock e tradizione sapientemente dosati e che mettono in evidenza le doti dell’artista sia come musicista sia come songwriter; il secondo singolo dell’album è l’elettrico e tirato Grandview brano scritto nei primi anni ’90 dal cugino di Mellencamp Bobby Clarke mentre di Mellencamp sono la melodia e gli arrangiamenti, il brano è tra l’altro valorizzato anche dalla voce della McBride (alla chitarra è presente l’ex Guns ‘N Roses Izzy Stradlin mentre alla batteria Stan Lynch degli Heartbreakers di Tom Petty). I duetti con la Carter proseguono con la ballad Indigo Sunset e My Soul's Got Wings, due brani presentati come anticipazione nei live fatti nel 2016, nel primo ci sono sicuramente da evidenziare il violino della Sturm - e non solo in questo brano – e la stupenda voce della Carter mentre ricordiamo che nel secondo brano la musica è stata scritta da Mellencamp sul testo del folk legend Woody Guthrie (uno dei suoi eroi primaria fonte d’influenza).
What Kind Of Man Am I (con la Carter, stupendo l’intro di voce di Mellencamp, chitarra acustica e leggeri passaggi di piano) e You Are Blind sono i due brani tratti dal musical realizzato con Stephen King: Ghost Brothers of Darkland County. All Night Talk Radio originariamente registrato per l'album del ‘96 Mr. Happy Go Lucky è stata aggiornata per l’occasione con l’aggiunta del cantato della Carter e l’intenso intro di violino. E’ il momento del country, con lontani echi di New Orleans, Sugar Hill Mountain canzone originariamente scritta per il film del 2015 Ithaca (diretto da Meg Ryan !!!) ancora una volta cantato Carlene Carter così come il blues Damascus Road, brano che tra l’altro porta la sua firma.
Altra cover è Early Bird Café scritta da Lane Tietgen e riproposta diverse volte da Mellencamp in acustico, pare che il nostro sia rimasto colpito da questo brano la prima volta che lo vide suonare nei primi anni ’70 al Middle Earth di Indianapolis da Jerry Hahn Brotherhood in apertura a Frank Zappa.
L’ old style country Sad Clowns ci accompagna ahimè al brano di chiusura, la “notturna” ballad blues Easy Target in cui prendendo a prestito il tema della disuguaglianza dei redditi (Black Lives Matter) si presta a una riflessione sull’America e le sue contraddizioni alla vigilia del mandato di Trump (anche se non fa riferimento direttamente a lui) […] Well let the poor be damned/And the easy targets too/All are created equal/Equally beneath me and you […].
La copertina di Sad Clowns & Hillbillies è stata presa da un dipinto dello stesso Mellencamp del 2005 chiamato "Twelve Dreams"
A parere di chi scrive, ci troviamo davanti ad un album che, sia per il suo sound sia per le storie da roots rocker che ci racconta, si candida fin da ora a essere uno dei migliori dischi di questo 2017 (packaging del cd a parte).