Drive-by Truckers The Unraveling
2020 - Ato Records
La svolta di Hood è arrivata in un luogo assolutamente improbabile, ovvero nella periferia di Gillette, paesino dello stato del Wyoming, composto da 30.000 anime. Lì la band si era fermata tra un concerto e l'altro, e mentre si spostavano dall'albergo ad un vicino ristorante messicano, Hood notò la presenza praticamente continua ed asfissiante di grandi magazzini e di catene di ristoranti. Sentiva di poter essere ovunque in America, in qualsiasi città. A cena ha annotato alcune righe su un tovagliolo, ed è tornato di corsa in albergo per scrivere un pezzo come 21st Century USA. Una sorta country blues suburbano, silenzioso e sibilante, ma dalle idee grandi e rumorose. Non si tratta tanto di tutti i franchising di cui parla e che ormai sono la realtà in molti luoghi quanto di come questa monotonia influenzi le persone che ci vivono. "Sentivo tutto questo nella mia testa, e nel momento in cui mi sentivo euforico perché mi sembrava di aver sfondato”. Trovarsi a scrivere di quanto avviene negli USA all’alba degli anni ’20, è stato quindi decisamente difficile, anche in virtù delle posizioni politiche chiaramente esplicitate in American Band, tanto che i DBT hanno pensato bene di definirsi, non scherzosamente “Dance Band Of The Resistance, Sarebbe stato da vigliacchi non andare fino in fondo. Sembrava che non fosse proprio il momento di ritirarsi”, dice sempre Hood.
The Unraveling conferma ancora più che in passato che i DBT in canzoni come Babies in Cages (che vede ospite Cody Dinkinson), Armageddon's Back in Town o Thoughts and Prayers, che l’avversione quasi furiosa verso l'attuale ambiente socio-politico si è moltiplicata fino a raggiungere i livelli di massimo allerta, anche se il radicamento ad un certo modo di scrivere canzoni rimane. Basterebbe ascoltare la sontuosa ballata iniziale Rosemary with a Bible and a Gun, per comprendere che il tempo passato non ha scalfito la capacità di mettere sul piatto canzoni eccellenti. Heroin Again con il testo che continua a ripetere “Pensavo che sapessi fare di meglio” musicalmente è permeata dal suono dell’organo e delle chitarre che rimandano al Tom Petty style che trovano l’apice nella parte finale della canzone con la slide che domina incontrastata in grande assolo. Il disco si chiude con i quasi nove minuti di Awaiting Resurrection, con Hood che canta “There's an evil in this world", mentre due chitarre inizialmente s’intrecciano per poi aumentare l’intensità fino a divenire quasi lancinanti. Un pezzo che sicuramente eseguito live sarà micidiale.
Prodotto da Matt Ross-Spang e David Barbe, rispettano il cliché consolidato che contraddistingue dischi dei DBT, arrivando a consegnarci quello che, senza molti dubbi, può tranquillamente entrare nella schiera dei classici album dei Drive-By Truckers.