Brighter than creation’s dark<small></small>
Americana

Drive-by Truckers Brighter than creation’s dark

2008 - New West

29/02/2008 di Christian Verzeletti

#Drive-by Truckers#Americana

Qualche segnale di cedimento i Drive-By Truckers lo avevano già dato nel precedente “The dirty South”, che rimaneva comunque un disco tutto d’un pezzo. In questo nuovo “Brighter than creation’s dark” Hood e compagni si lasciano attirare ancora più in basso, continuando la loro discesa verso il fondo di un’America desolata e deturpata.
Complice una scrittura sempre più folk, l’album ruota attorno ad un songwriting prolisso (ben diciannove pezzi!) che rende evidente quanto il lavoro rimanga almeno una tacca al di sotto delle aspettative.
Poche scosse rock e una scaletta composta soprattutto di ballate non bastano a costruire il solito disco a tema, anzi, a difettare stavolta è proprio la continuità, complici la dipartita di Jason Isbell e le performance vocali di Shoona Tucker.
Proprio le interpretazioni della bassista producono cali di tensione che per via della morbidezza del canto femminile poco hanno a che fare con lo scenario imbastito: siamo sempre dalle parti di un Sud tetro, impoverito anche da politiche belliche, ma le canzoni sono troppo medie, addirittura monotone nonostante gli interventi di Spooner Oldham (keyboards, soprattutto wurlitzer) e di John Neff (pedal steel).
Il punto non è la riduzione di dosi southern, che si ritrovano nella sporadica elettricità di “3 dimes down”, “The righteous path” e “That Man I Shot”, ma un andamento monocorde, che impedisce ai Drive-By Truckers di fare quel passo in avanti che permetterebbe loro di salire di livello e di uscire dalla cerchia dei minori.
Patterson Hood e compagni sono una vera rock-band, non c’è dubbio, eppure non riescono ad andare oltre una risicata sufficienza: l’oscurità abrasiva che ci eravamo trovati di fronte nei precedenti dischi e quella più soul-blues costruita ad hoc per Bettye Lavette (“The scene of the crime”), è qua scemata in un paesaggio livellato, piatto anche all’ascolto.
Certo, ci sono discrete prove di scrittura, come “Self destructive zones” che offre spaccati di spaesamento generazionale o “The Monument Valley” che richiama John Ford, e poi minime variazioni di un country-folk dimesso (compreso qualche “looping and effecting”), ma si tratta di particolari che non cambiano il risultato.
Alla fine ci si trova d’accordo con i Drive-By Truckers quando cantano “It’s getting hard to find a place a root can sink” (“È sempre più dura trovare un posto dove una radice possa attecchire”). Li capiamo e ci rammarichiamo nel vedere quanto anche per loro stia diventando difficile superare questa fatica.

Track List

  • Two Daughters And A Beautiful Wife|
  • 3 Dimes Down|
  • The Righteous Path|
  • I´m Sorry Huston|
  • Perfect Timing|
  • Daddy Needs A Drink|
  • Self Destructive Zones|
  • Bob|
  • Home Field Advantage|
  • The Opening Act|
  • Lisa´s Birthday|
  • That Man I Shot|
  • The Purgatory Line|
  • The Home Front|
  • Checkout Time In Vegas|
  • You And Your Crystal Meth|
  • Goode´s Field Road|
  • A Ghost To Most|
  • The Monument Valley

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