Bocephus King Saint Eunice
2016 - Tonic Records / IRD (2 CD)
Il successo e la buona riuscita di questa manciata di canzoni arcinote sono per l’appunto il frutto di una brillante rilettura e grazie ad un travolgente e personale modo di intendere la canzone d’autore, sia essa americana o inglese, sia rock, blues o country. Un disco che si potrebbe definire di world fusion anche se Bocephus sfugge tale casistica e qualsiasi tipo di etichetta.
Uno storyteller atipico, vera forza della natura, scalpitante rocker che gira e canta sul palco con i piedi scalzi, bacia ed abbraccia tutti come se ti conoscesse da sempre. Bocephus ha il look alla Mike Love (il cantante dei Beach Boys, soprattutto nel periodo dal 1969 al 1971) e lui sorride divertito del fatto.
Il CD 1, Part One: dal sottotitolo I want to push the river but it rolls all by myself contiene la splendida e iniziale Walking Walking di Pancho Pace (con Sal Pace al bombo e voce e Pancho Pace alla spanish guitar e voce) ed a seguire delle cover illuminanti che si discostano dalle versioni originali. Out of the weekend é di Neil Young dall’album Harvest del 1972 mentre I Just wasn’t made for these times scritta da Brian Wilson è uno dei gioiellini del 1966 di Pet Sounds dei Beach Boys. Twelve gates to the sky é un blues, un traditional attribuito a Reverend Gary Davis ed interpretato dalle Davis Sisters (versione gospel) e da Reverend Gary Davis e Pink Anderson (bluesman della Carolina del sud a cui si é ispirato Syd Barrett per il nome del suo gruppo Pink Floyd dato che i due bluesmen preferiti in assoluto di Syd Barrett erano infatti Pink Anderson e Floyd Council, quest’ultimo originario della Carolina del Nord). Strangers é stata composta da Dave Davies, il fratello minore di Ray Davies ed inclusa nell’ellepì Lola Versus Powerman and the Moneygoround, Part One dei Kinks uscito nel Novembre del 1970. Plains of Abraham è attribuita a Christopher Leo-Marr Springer e si riferisce ad un preciso luogo storico nel cuore del Quebec, in Canada, dove si combatté per la supremazia tra francesi ed inglesi nel 1759 e che cambiò le sorti del Nord America ed è situato nel magnifico The Battlefields Park.
Il CD 2, Part Two: dal sottotitolo Love Letter to Nina Simone è ancora più convincente. S’incomincia con Sun is shining un brano reggae di Bob Marley mentre The Late John Garfield Blues è una bellissima canzone uscita dalla penna di John Prine, raffinato cantautore dell’Illinois che lo incise nel suo album Diamonds in the Rough del 1972. A dire poco entusiasmanti sono Sway (resa celebre da Dean Martin nel 1954) e soprattutto Don’t let me be misunderstood che tutti conosciamo nelle versioni di Nina Simone del 1954, di The Animals nel 1964 e dei Santa Esmeralda nel 1977, in una versione più lenta e coinvolgente e To love somebody dei Bee Gees del 1967 qui davvero avvincente e d’atmosfera. Put a little love in your heart è una composizione di Jackie De Shannon (un singolo di successo) con suo fratello Randy Myers e con Jimmy Holiday che risale al 1969 e di cui si conosce anche una brillante versione di Annie Lennox con Al Green del 1988.
Non mancano altre chicche a impreziosire quest’album raffinato, inciso a Vancouver e nella British Columbia canadese, con ben 22 brani, in cui Bocephus usa sapientemente dei loop, per fortuna mai troppo invadenti in cui il suono o il campionamento viene riprodotto ripetutamente tramite l'utilizzo di specifici nastri, effetti audio, da un campionatore o dei software appositi.
Un doppio CD assai variegato nei suoni, nelle sonorità e nelle melodie con l’uso di svariati strumenti atipici suonati anche da alcuni musicisti iraniani incontrati per caso da Bocephus King come il setar (antico strumento a corde iraniano che si suona prevalentemente con il dito indice della mano destra), il tombak (tipico strumento a percussione persiano, iraniano) e il bombo (una sorta di tamburo).
Bocephus King spazia molto tra un brano e l’altro nel genere, nello stile, nell’approccio musicale e vocale spiazzando non poco anche gli ascoltatori più navigati ed assidui ma meravigliando per gli stessi motivi con le sue geniali trovate nel rendere sue anche le più consolidate cover che nelle sue versioni luccicano di luce propria. Un gran bel doppio CD, da ascoltare, meditare, apprezzare, gustare.