Bocephus King

interviste

Bocephus King

31/10/2003 di Christian Verzeletti

#Bocephus King#Americana#Songwriting

Una chiacchierata via e-mail con Jamie Perry, alias Bocephus King, non poteva essere un’intervista normale. E difatti, complice anche il nuovo disco “All children believe in heaven”, Jamie ci ha risposto da par suo, rivelandosi nella sua unicità di uomo e di artista senza limiti.
  
    Interviste:

                   Bocephus King

Una chiacchierata via e-mail con Jamie Perry, alias Bocephus King, non poteva essere un’intervista normale. E difatti, complice anche il nuovo disco “All children believe in heaven”, Jamie ci ha risposto da par suo, rivelandosi nella sua unicità di uomo e di artista senza limiti.
Mescalina: Hey, sono passati tre anni da “The blue sickness”: come mai hai lasciato passare così tanto tempo?
Bocephus King: Okay, mi ci è voluto un po’ per tirare su i soldi per fare questo disco. Poi nel frattempo ho fatto dei dischi per altri musicisti e ho avuto un bambino.

Mescalina: Diciamo che una “blue sickness” si è impossessata di te? Scherzo, però in effetti quel disco aveva qualcosa di oscuro …
Bocephus King: È proprio così, comunque tutti hanno la loro “blue sickness” (“malessere interiore, tristezza”). Me ne sono capitate di tutte dopo quel disco. “All children” vuole guardare avanti molto di più di quanto facesse “The blue sickness”, che era una celebrazione del perdere se stessi. A molta gente non era piaciuto, proprio come ad altri invece sì (e la stessa cosa sta succedendo anche col nuovo disco). La gente può anche giudicarti male e ovviamente questo ti butta giù, ma bisogna solo andare avanti per la propria strada, fregandosene di quelle persone che ti danno una fiducia così limitata.

Mescalina: Nel frattempo dove sei stato? Cosa hai fatto?
Bocephus King: Come ti ho detto, ho avuto un bambino, ho fatto qualche disco, qualche colonna sonora, sono stato molto in tour. Ho scritto le canzoni per questo disco, ho gettato le basi per un disco dal vivo e anche per il prossimo.

Mescalina: Sei stato parecchio impegnato … ma cosa è successo ai Rigalattos?
Bocephus King: Sono andati tutti fuori di testa. È difficile stare sempre in tour, è una cosa che logora le persone. L’opinione della gente continua a riversarsi su di te e non è affatto divertente. Se poi non hai una pelle dura a farti da corazza, ti entra dentro fino al cuore e ti distrugge tutto quello che c’è di buono. I ragazzi non erano stati così tanto in tour come avevo fatto io prima di creare i Rigalattos. E questo ti mette sottosopra la vita.

Mescalina: Adesso sembra che tu ti stia orientando verso un nuovo suono … cioè, ne avevi già uno tuo con quella combinazione di blues/soul/vaudeville/swing/burlesque/roots, ma ora è come se tu volessi rischiare, osare ancora di più … quasi un gioco d’azzardo …
Bocephus King: È un grande mix di tutti i miei stili. Di sicuro è un rischio, ma questo, più che a un disco, si avvicina a una pellicola cinematografica. Registi come Scorsese mettono sempre alla prova le propria caratteristiche, le sfidano, e per farlo hanno bisogno di questo tipo di libertà, anche se comporta perdere una parte di pubblico. Solo se osi rischiare, puoi arrivare alla gloria. I codardi Dio li tiene in considerazione ancora meno di quelli che fanno critica gratuita.

Mescalina: Adesso il tuo suono sembra più moderno, in alcuni pezzi anche pop …
Bocephus King: Sì, più o meno. Comunque, è qualcosa che vuole suonare grande. Mi sta aprendo parecchie porte e sta anche portando un nuovo tipo di pubblico verso la mia musica. Non è che sia un nuovo stile, è piuttosto un altro modo di raccontare una storia. Questo è quello che sto facendo. Se ogni volta non cercassi di andare oltre i miei limiti, mi troverei a rifare continuamente “Exile on Main Street”, come i Drive-by Truckers, o ad imitare Gram Parsons come fa Ryan Adams. L’alt-country è ovunque adesso … la gente non sa più distinguere … Io sono un canadese cresciuto in America, così, qualunque cosa faccia, ormai la fanno rientrare nell’Americana, senza alcuna distinzione.

Mescalina: In un certo senso hai riempito il tuo suono, hai usato anche dei samples … come è stato accettato il disco? Qualcuno ti ha criticato per questo uso dei campionamenti?
Bocephus King: Gli unici “samples” sono delle registrazioni che ho fatto in un ristorante cinese ad Hollywood, il battito cardiaco di mia figlia e il rumore di un treno (nella title-track “All children believe in heaven”). Tutto il resto è stato suonato con veri strumenti. La gente sembra innervosirsi di fronte ai sintetizzatori, ma sono gli stessi che Pete Townshend suona su “Baba O’Riley” e su “Eminence front”. Se è per quello, c’erano più samples su “The Blue Sickness”. Molti dei suoni moderni che senti vengono dagli effetti della mia chitarra. Ci sono poi molte percussioni e strani strumenti, ma non “samples”, almeno non usati come nel rap o nell’hip-hop. Questo è qualcosa che spiazza e confonde la gente, credo, ma bisognerebbe imparare ad aprire le orecchie prima della bocca. Il processo di registrazione che ho utilizzato ha mantenuto i suoni molto puliti, così arrivano come fossero hyper-reali, ma invece sono tutti suoni naturali.

Mescalina: Come sei arrivato a questo passo? Bisogno di rischiare? Necessità di qualcosa di diverso? Nuovi ascolti?
Bocephus King: Certo, tutte queste cose … Non voglio continuare a violentare il mio passato per sembrare “vero”. C’è già troppa robaccia alt-country là fuori, perché farne dell’altra? Nel mio prossimo album ci saranno molti di quei fantastici musicisti roots come “The Be Good Tanyas”, “Zubot and Dawson” e anche qualcuno dei Rigalattos. Si chiamerà “Willie Dixon God damn”. Suonerà come se una bomba nucleare venisse sganciata su New Orleans. D’altronde questi musicisti non lavorerebbero con me se mi limitassi a suonare in maniera regolare. Loro adorano il mio nuovo disco e sono convinti che possiamo andare ancora più in là fino a lasciarci il diavolo alle spalle. Non sarà “roots”, nonostante tutto … Meno male che c’è ancora qualcuno che non ha bisogno di etichette e di categorie. Quelle sono roba per gli stupidi.

Mescalina: Comunque il tuo è ancora un disco di Bocephus King: quello che voglio dire è che si riconosce il tuo marchio, come qualcosa che hai portato avanti di disco in disco …
Bocephus King: Grazie, è bello sapere che c’è ancora qualcuno che sa ascoltare.

Mescalina: Solo che oggi hai sterzato verso una via molto più personale, come se volessi evitare qualunque paragone e andare per una strada solo tua …
Bocephus King: Sì, esatto. Anche se qualcuno pensa che questo sia un errore, gli errori sono comunque la parte più importante della crescita. Se questo album fa vacillare la fiducia che la gente ha in me … allora significa che non credevano in me nemmeno prima.

Mescalina: Ci sono anche dei suoni che sembrano provenire dalla Cina o dal Giappone …
Bocephus King: Vai a vedere “Kill Bill” e poi ne parliamo.

Mescalina: Il nuovo film di Tarantino? Non l’ho ancora visto … comunque è come se tu stessi suggerendo un nuovo melting-pot, sia a livello musicale che culturale …
Bocephus King: Certo! Qualunque forma d’arte che racconti una storia dovrebbe essere come il cinema: senza limiti, senza regole. Ovviamente sto portando tutto ad un livello più alto, estremo. Qualcuno non sarà d’accordo, mi dispiace, ma ognuno ha le sue opinioni e io voglio andare avanti. La musica ha bisogno di andare avanti.
Il cinema sta spingendo in questa direzione … “American Splendour”, “The Royal Tennembaums” o “Kill Bill”. Il futuro può essere il meglio di qualunque cosa abbiamo fatto e il punto più alto che possiamo raggiungere, ma bisogna sperimentare e avere la mente aperta.

Mescalina: Ti stai staccando sempre più da Hollywood e da Broadway … forse il posto che hai in mente è Chinatown?
Bocephus King: Amo Chinatown, ma si tratta sempre di un solo unico posto, che è Hollywood, è Las Vegas, è Chinatown, è tutto quello che tu sei pronto a scommettere e tutto quello che sei pronto a perdere. Non importa dove ti trovi: non puoi vincere se non scendi in campo … anche se poi ovviamente … il banco vince sempre.

Mescalina: A proposito d’ironia, ce n’è parecchia nella copertina e nel booklet …
Bocephus King: Quella è una pubblicità di una vecchia marca di sigarette di Shangai. Volevo mettere in evidenza come il nuovo e l’antico convivono in molta della cultura asiatica. È stupendo.

Mescalina: Sì, ma quello che voglio arrivare a dire è che spesso canti di un mondo alla deriva, di gente disorientata, che non sa più cosa fare, e lo fai con un senso dell’umorismo solo tuo …
Bocephus King: Senza l’umorismo tutto il mondo sarebbe qualcosa di troppo. C’è così tanta sofferenza in giro, eppure la gente riesce ancora a sollevare lo sguardo al cielo. Il mondo è un posto tragicamente bello. Le canzoni che ho scritto hanno aiutato parecchie persone con cui sono cresciuto a confrontarsi con i loro fantasmi e con le loro paure e questo per me conta più di ogni altra cosa. Sono un cantautore e voglio riuscire a raccontare le storie della gente. Questo è importante per me.

Mescalina: Mi vengono in mente “Lullaby blues” e “Stella bella blue”, che non sono proprio delle ninnenanne, non possono nascondere la situazione in cui il mondo si trova a vivere, come se fosse in atto un’autodistruzione …
Bocephus King: È vero … il mondo è crudele e tende all’autodistruzione, ma se tu nascondi questa verità in una ninnananna, diventa più facile accettarlo. Un cucchiaino di zucchero ti fa mandare giù meglio la medicina.

Mescalina: “Survival trip” potrebbe essere una buona definizione per questo disco … tu citi Hunter S. Thompson… nelle tue canzoni c’è sempre stata questa attitudine narrativa…
Bocephus King: Per forza, Hunter S. Thompson è uno dei miei eroi.

Mescalina: Direi che adesso è come se ci fosse un “nuovo” Fellini o un David Lynch …
Bocephus King: Amo questi registi! … coraggiosi, senza paura, geniali! Si prendono grossi rischi ogni volta che fanno un film. Li rispetto per questo.

Mescalina: Quanto tempo e quanta fatica ti ha richiesto questo disco? Te lo chiedo perché a questo punto è evidente che ci hai messo davvero molto di te stesso … è una cosa che hai fatto anche in passato, ma ora ci sono così tante idee e così tanti colori … hai scritto, cantato, suonato moltissimi strumenti, arrangiato, prodotto …
Bocephus King: Mi è costato molta fatica e tutti continuavano a dirmi che ero matto, ma intanto non mi mollavano mai. È valsa la pena di fare tutto questo lavoro, soprattutto per poter arrivare a leggere quelle recensioni negative. Sembra che sia riuscito a fare arrabbiare qualcuno e questo per me è un segnale che sto facendo della buona arte. Con buona pace degli infedeli!










Mescalina
: Hai fatto altrettanto per altri, come Andrea Parodi e Chris Springer …
Bocephus King: Sì.

Mescalina: Come mai ti sei messo a lavorare con questi giovani, anche emergenti?
Bocephus King: Mi piacciono. Sono miei amici e amo le loro canzoni. Sono delle brave persone, anche un po’ fuori di testa.

Mescalina: “All the children believe in heaven” contiene anche più di una critica al mondo della musica: hai avuto qualche esperienza con il music business?
Bocephus King: Quello che è capitato a tutti … “attento a fare questo … attento a non fare quello” … non ci si scappa. Poi c’è sempre qualcuno che ha i suoi motivi per giudicarti e per trattarti in modo crudele. È un giro di segaioli, puttane, stupidi e idioti. E se cerchi di farli tutti felici, va a finire che ti perdi tu. Non sanno nemmeno quello di cui parlano.
Conosco così tanti cantautori che non ce l’hanno fatta e per questo non si sentirà mai parlare di loro, mentre invece uno come Ryan Adams è dappertutto. Anche sulla hot list di Rolling Stone. Solo che lo incartano come una barretta di cioccolato e lo vendono ai cosiddetti “trasgressivi”, allo stesso modo con cui vendono i N-Sync alle ragazzine. È tutta una questione di mercato e sta in piedi perché il mondo è pieno di leccaculo.

Mescalina: Ti dico una cosa: avevo apprezzato i tuoi dischi precedenti, ma ho sempre pensato che il tuo suono avesse una marcia in più dal vivo … invece per questo disco credo che non si tratti di quanto in più riuscirai a creare dal vivo, ma di come …
Bocephus King: Dal vivo sarà una botta incredibile. La band è composta da grandi musicisti, tutti di queste parti. Tutte le informazioni verranno pubblicate sul sito internet che lanceremo presto!

Mescalina: Allora ne vedremo delle belle l’anno prossimo! So che dovresti venire in Italia a gennaio …
Bocephus King: Sì, ci vedremo a gennaio. Grazie ancora.