Willie Nile WORLD WAR WILLIE
2016 - River House Records
#Willie Nile#Rock Internazionale#Rock #Steuart Smith #Stewart Lerman #Matt Hogan #Robert Anthony Noonan
Inizia a frequentare il CBGB’S dove vede suonare Patti Smith, i Television, Richard Hell & The Voidoids, Johnny Thunders & The Heartbreakers, The New York Dolls, Ramones, Blondie, Talking Heads, ecc.ecc.
Willie Nile, nome d'arte di Robert Anthony Noonan nato a Buffalo il 7 Giugno 1948 non ha mai smesso di lottare. La sua discografia è tutta lì da leggere, vedere, ascoltare e consumare.
Willie Nile, l’album d’esordio è del 1980 e in esso 11 graffianti ballate elettriche ma dal ritmo incalzante, degne di un vero e grintoso rocker. Golden Down è del 1981, poi un decennio di silenzio, in lite con manager e casa discografica (la Arista) che lo teneva ingabbiato in un contratto capestro. La resurrezione incomincia nel 1991 con Places i Have never been un eccellente album di cantautorato elettrico, il mini CD di brani inediti Hard times in America del 1992 e poi ancora un gap di molti anni dovendo aspettare sino al 1999 il nuovo Beautiful Wreck of the world.
Gli album in studio si susseguono con Streets of New York (2006), House a thousand guitars del 2009 e lo splendido The Innocent Ones del 2010.
Il nuovo millennio è tutto in discesa. I concerti negli Usa ed in Europa si susseguono, viene spesso anche in Italia dove ha un discreto seguito.
American Ride, un album decisamente rock è del 2013 a cui segue un bellissimo album per solo piano e voce If I was a river edito nel Novembre del 2014.
Non mancano per fortuna alcuni ottimi dischi live: Live in Central Park-Archive Alive! che vede la luce nel 1997, Live at Turning Point del 2007 ed il successivo Live from the Streets of New York del 2008.
Willie Nile è un artista fatto e finito, tutto tondo, che non ha nulla da invidiare all’amico Bruce Springsteen o altri rocker della sua stessa razza, John Cougar Mellencamp, Bob Seger, John Fogerty, Graham Parker, Joe Ely, Garland Jeffreys ed altri ancora. Willie è un piccolo folletto di altri tempi. Una felice e piacevole fusione tra letteratura, musica punk, cultura beat e pop, un artista dal cuore tenero e dalla rima facile, un perfetto mix tra Buddy Holly, i Byrds e i Clash. E’ lui il lato romantico ed urbano di New York, uno dei migliori cantori della Grande Mela.
World War Willie, disco disponibile a partire dal 1 Aprile 2016 per la River House records sia in CD che in vinile è maledettamente Loud & proud ( forte e fiero). Un album che riporta la memoria alle serate calde e gloriose del CBGB’S di New York (the good old days) senza perdere ne ritmo ne tempo. Willie ha mantenuto la sua forte energia punk. Vederlo dal vivo è uno sballo, sentirlo su disco ti lascia senza fiato.
World War Willie dunque è il suo decimo album in studio e cattura tutta la quintessenza della sua musica, della sua natura di rocker. L’album presenta ballate pianistiche e autentici rock and roll.
Il rocker di Buffalo che da moltissimi anni vive e risiede al Greenwhich Village di New York si presenta con 12 brani, di cui 11 originali composti da Willie Nile, due insieme al vecchio amico e batterista Frankie Lee. La cover è una versione scintillante di Sweet James di Lou Reed. Il resto è ROCK.
World War Willie ti colpisce subito con l’iniziale Forever Wild, una ballata rock pianistica di grande impatto e dal finale scoppiettante, un disco di autentico rock and roll o come dice lui con pezzi twist.
Ad accompagnarlo una sezione ritmica consolidata con Johnnie Pisano al basso e Alex Alexander alla batteria ma non manca l’ottimo chitarrista Steuart Smith (già con gli Eagles e Rosanne Cash), mentre alle voci e background vocals ecco l’amico del cuore l’inglese James Maddock, Leslie Mendelson e Christine Santelli.
Il libretto all’interno e la foto di copertina, rigorosamente in bianco e nero sono di Cristina Arrigoni che porta un po’ di italianità oltre oceano.
L’album parla di amore, passione e politica, libertà, donne, ribellione, rivoluzione, poesia, piss and vinegar (colta citazione dal libro e romanzo di John Steinbeck In Dubious battle del 1936 e sta a significare turbolento o pieno di energia, un status proprio che gli si addice). Lui ha dichiarato guerra a tutto o niente. Le sue canzoni le ama definire tongue-in-cheek, un termine inglese che si riferisce a uno stile di umorismo in cui le cose sono dette seriamente solo a metà, o in una maniera sottilmente ironica.
Musicalmente parlando non è cambiato. Il sound è rimasto corposo, tirato, elettrico, elettrizzante che sa pescare nelle viscere dei Clash, dei Ramones e perché no dei Rolling Stones. L’album è co-prodotto da Willie Nile con l’amico da lungo tempo Stewart Lerman (Antony and the Johnsons, Loudon Wainwright III, Boardwalk Empire) e alla chitarra Matt Hogan ed in tre pezzi il già citato Steuart Smith.
Le canzoni hanno un filo conduttore, non farti sopraffare, vivi con passione, non dare limiti alla tua libertà e soprattutto ai tuoi sogni. Una vita da rocker, una vita primitiva ricordando i bei tempi passati, giorni selvaggi accompagnati dallo spirito indomabile del rock. Ecco allora, in un certo senso come giustificare un titolo come l’iniziale Forever Wild.
In World War Willie nonostante sia inciso in studio si respira un feeling live.
Granpa Rocks è alla Clash (qualcuno lo ha definito One man Clash) ma è anche un omaggio alla sua devozione per i suoi quattro nipoti, insomma un’autentico nonno rock. Granpa rocks cita i Rolling Stones e sul finale c’è un chiaro riferimento in maniera umoristica a Get off of my cloud.
Le altre canzoni riflettono il momento assai delicato e turbolento in cui si muove il mondo. Anche la foto di copertina è emblematica con un Willie Nile fotografato di fronte all’immagine di Dresden(Dresda) in Germania, la città bombardata nell’Agosto del 1944 e nel Febbraio del 1945 durante la Seconda Guerra Mondiale. Una foto del pannello di Dresda con Willie scattata dalla bravissima Cristina Arrigoni al Club Il Giardino a Lugagnano di Sona in provincia di Verona.
Let’s all come together è un grido accorato alla unità planetaria nel mondo. Runaway girl e Beautiful you sono delle ballate intimistiche mentre in Hell Yeah, World World Willie e Citibank Nile esce tutta la sua abilità e bravura nel proporre con umorismo brani tongue-in-cheek con l’energia del rock and roll.
When Levon Sings è un doveroso omaggio al compianto batterista e cantante Levon Helm di The Band mentre il classico senza tempo Sweet James, è la speciale dedica a Lou Reed e la versione di Willie Nile è più vicina alla versione di Lou Reed solista piuttosto che a quella dei Velvet Underground. Trouble down in diamond town è scritta a 4 mani con Frankie Lee ed ancora una volta trova il nostro piccolo grande uomo energico ed elettrizzante come non mai.
Tra i grandi fans di Willie Nile negli anni annoveriamo Pete Townshend e gli Who, Bruce Springsteen con cui spesse volte ha diviso il palco, Bono, Paul Simon, Ian Hunter, Graham Parker, Jim Jarmush, Adam Duritz, Little Steven e Lucinda Williams, quest’ultima ha candidamente dichiarato tempo fa: se ci fosse giustizia a questo mondo, io dovrei aprire i concerti a lui e non lui a me! Il poeta laureato non ufficiale di New York, ancora una volta ha colpito nel segno e ha fatto centro. Grace Slick la musa dei Jefferson Airplane ha detto una volta: nessuno dopo i 50 anni dovrebbe fare rock. Willie Nile è la conferma che si può fare, e maledettamente bene.
PLAY IT LOUD !